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Il Parco

 La prima regina d'Italia, nella vita privata, nella vita del paese, nelle lettere e nelle arti
 
Con la reggia monzese la regina Margherita di Savoia  stabilì da subito un legame profondo. Insieme al re Umberto vi soggiornò sempre volentieri, ogni anno tra giugno e ottobre sino al 1900. Margherita rinnovò profondamente la vita della corte sabauda a Roma come a Monza, aprendola alla mondanità e alla cultura. Alla corte di Margherita in una specie di circolo o salotto intellettuale della regina, si ritrovarono filosofi, scrittori, uomini pubblici, come Terenzio Mariani della Rovere, già ministro con Pio IX e con Cavour, Ruggero Borghi, deputato della destra storica e ministro, Marco Minghetti, Presidente del Consiglio in due diversi periodi e tante tante altre celebrità del tempo.
La giovane regina era un’apparizione di bellezza e gentilezza che esercitava un profondo fascino. Nel clima di rinnovamento culturale di una Roma non più papalina, fece in modo che al Quirinale, di giovedì, nei saloni creati per le udienze ecclesiastiche, si realizzassero riunioni artistico-letterarie a cui parteciparono gli esponenti più in vista della cultura romana e italiana: D’Annunzio, Fogazzaro, Pascoli e Carducci.

Margherita amava la cultura e si dilettò nella musica. Si circondò di poeti, intellettuali e artisti che trovarono in lei una fonte di ispirazione e un modello di grazia ed eleganza. Il circolo culturale di Margherita di Savoia era aperto alle menti illuminate senza riguardo al ceto. Per questo motivo fu molto apprezzata dai poeti e questa tendenza culturale, che oggi si potrebbe definire di sinistra, alimentò sicuramente l’immaginario collettivo e fece di lei uno dei personaggi più amati dopo l’unità d’Italia insieme a Garibaldi.
E così, dopo tanti anni, Monza dà vita, attraverso una miriade di incontri culturali, al salotto letterario così tanto amato dalla regina Margherita di Savoia, amica della poesia e delle arti. 
(da www.reggiadimonza.it) 

La Valle del Lambro si presenta oggi come una sorta di lunghissima galleria verde che si imbocca a Milano e sbuca nelle prealpi. E non sembri un’esagerazione. Finiti i tempi della cattiva fama che il Lambro aveva saputo spandere a piene mani attorno a sé, migliorate le acque, riaffermata quantunque in ritardo ma per questo anche con più forza l’irrinunciabilità a quel bene comune che è l’ambiente, oggi il parco della Valle del Lambro lascia a poco a poco riscoprire i suoi valori. Qui sono le ville di delizia, qui è l’archeologia industriale manifatturiera brianzola, qui i monumenti e le tracce di una storia fatta di religione, di cultura , dell’amore di letterati e poeti, qui i valori ambientali e paesistici dei laghi insubrici, delle valli scavate dagli affluenti del Lambro, delle risorgive e delle aree umide.
www.parcovallelambro.it
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