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La regina Margherita e il circolo culturale


PREXDAX LVME LE LETTERE
E le Arti dal lume della
Stella che impresse di Sé,
nell'intelletto , la Eletta
da Dio a prima regina d'Italia e ovunque va l'accompagna;
lume di pensiero regalmente nobile e forte
nella grazia, regale altresì,
della linea e della parola,
lume di alti concetti del divino e dell'umano,
e vi si legano alti fini dell’operare
e seguono opere alte.

Antonio Fogazzaro, minime.
S. M. Margherita di Savoia, Regina Madre (1901).

Margherita Maria Teresa Giovanna di Savoia
La Regina Margherita fu una figura importante dal punto di vista culturale e sociale nell’Italia unita. La prima Regina d’Italia, infatti, oltre ad avere una notevole influenza sulla gestione politica, grazie ad un notevole potere sulle scelte del marito, il re Umberto I, ebbe un grande fascino presso la popolazione, facendo sapiente uso delle proprie apparizioni pubbliche e trovando consenso sia presso gli intellettuali e le classi elevate, sia presso le classi più umili.
Margherita, bella e vivace, ricevette fin da giovane un’educazione completa: oltre a nozioni di cultura generale, ebbe una formazione approfondita relativa alla storia, la letteratura italiana, il disegno, la musica, il ballo. Già da adolescente sviluppò un amore sincero per la poesia e per l'arte, scrivendo anche un poemetto d'argomento medievale illustrato di suo pugno. Le sue eccellenti qualità di comunicatrice le permisero di promuovere il suo coinvolgimento in attività promozionali delle arti, in numerose opere di beneficenza e filantropiche, e di organizzare numerose visite e cospicui lasciti ad ospedali, orfanotrofi e istituti vari, attività che le fecero guadagnare una notevole popolarità.
Non da ultimo, Margherita coltivò sin da bambina una passione per le bellezze della natura; sin dall'infanzia, infatti, non le mancò lo spazio dedicato ai giochi ed allo svago all’aperto nelle numerose dimore di famiglia immerse nel verde. Amò da sempre la montagna, che scelse come luogo di villeggiatura per le vacanze estive. Appassionata ed esperta alpinista, scalò, caso raro ai tempi per una donna, diverse vette alpine anche impegnative e presenziò a manovre militari degli Alpini. Per questo motivo le venne dedicato un rifugio alpino, la Capanna Margherita, costruito sulla vetta della Punta Gnifetti, una delle più elevate del Gruppo del Rosa, alla cui inaugurazione, avvenuta nel 1893, la regina partecipò di persona, percorrendo direttamente, con corteo di guide alpine e gentiluomini, il ghiacciaio sottostante e pernottando nella nuova struttura.

La Regina Margherita è passata alla storia come un personaggio caratterizzato da grande sensibilità culturale, anche per la promozione da parte sua di tanti salotti letterari. Anche presso la Villa di Monza, come in tutti gli altri luoghi di residenza dei regnanti, la Regina predispose un’agenda di attività mondane e culturali che regolarmente si svolgevano a corte. Ella infatti gestì un circolo culturale settimanale che le valse l'ammirazione di poeti e intellettuali e la collocò come tra le più illuminate dame dell'aristocrazia.
In tutte le residenze dei reali, da Napoli a Roma, da Monza a Bordighera, si indissero riunioni artistico-letterarie a cui parteciparono gli esponenti più in vista della cultura italiana: d’Annunzio, Fogazzaro, Manzoni, Pascoli e Carducci, per citare i letterati più famosi dell’epoca. Margherita amò la cultura e si dilettò nella musica, circondandosi di poeti, intellettuali e artisti che trovano in lei una fonte di ispirazione e un modello di grazia ed eleganza.

Il circolo culturale di Margherita di Savoia era aperto alle menti illuminate senza riguardo al ceto, per questo motivo fu molto apprezzata dai poeti. Frequentarono il suo circolo nomi come Marco Minghetti, suo fidato amico oltre che per due volte presidente del Consiglio, lo storico Ferdinand Gregorovius, il filologo e antesignano dei giornalisti Ruggiero Bonghi, Emilio Broglio, politico e giornalista che affidò ad Alessandro Manzoni la Commissione che decise sulla lingua da adottare dopo l’unità d’Italia, il barone archeologo Giovanni Barracco, la cui collezione privata è oggi il Museo Barraccoa Roma.
Margherita era stata educata alla musica, ascoltava e faceva musica: a Roma Giovanni Sgambati – che fonderà poi con il suo appoggio il Conservatorio di Santa Cecilia – le insegnava la musica come anche altri musicisti del tempo. Per sé e per i suoi ospiti fece allestire una Sala da Musica al Quirinale: qui suonava il suo quintetto di corte che dal 1893 si chiamò, per Regio Decreto, Quintetto della Corte di S. M. la Regina; amò soprattutto le opere di Beethoven e volle che fossero eseguite, in ordine cronologico, tutte le composizioni del genere detto musica da camera.

Tra le residenze che risultarono sempre care alla Regina, Monza, con la Villa Reale ed il suo Parco, fu uno dei luoghi prediletti, ove la coppia reale trascorreva tutti gli anni un periodo di riposo durante l’estate. Con la reggia monzese Margherita stabilì da subito un legame profondo.
A Monza, nella residenza reale, fu realizzata dall’unione di due sale una splendida biblioteca in mogano. L’ambiente era uno dei più cari alla regina. In una lettera del 6 luglio 1882 la regina scrive: “Qui a Monza facciamo vita tranquilla, studio, vado molto in giardino, molto a cavallo. Seguito ad occuparmi di studi danteschi, che sono la mia passione nascosta, poi ho intrapreso Mommsen, che trovo bello e non così pesante quanto detto di essere”.
Margherita ricevette l’omaggio di più di duecento poesie celebrative da parte di numerosi poeti, tra cui ricordiamo Giuseppe Giacosa e soprattutto Giosuè Carducci, considerato allora il più grande poeta vivente, con cui avviò un'amicizia che si tradurrà nella celebre ode Alla regina d'Italia.
La Regina lasciò un’importante impronta anche nello stile di vita degli italiani, tanto che si affermò in quegli anni il gusto “margherita” nella moda (da cui “margheritismo”) od in riferimento al suo interesse per le questioni sociali, in particolare per il ruolo della donna e per l’alfabetizzazione, ed al suo amore per l’arte, la letteratura, l’archeologia, la musica che la impegnò in attività di mecenatismo. È il trionfo della bellezza femminile, che lo stile di Margherita incarna appieno nelle sue più articolate sfaccettature. Ancora oggi numerosi circoli letterari e teatrali portano il suo nome. 

Alla Regina D'Italia

Onde venisti? Quali a noi secoli
sí mite e bella ti tramandarono?
fra i canti de' sacri poeti
dove un giorno, o regina, ti vidi?

Ne le ardue ròcche, quando tingeasi
a i latin soli la fulva e cerula
Germania, e cozzavan nel verso
nuovo l'armi tra lampi d'amore?

Seguiano il cupo ritmo monotono
trascolorando le bionde vergini,
e al ciel co' neri umidi occhi
impetravan mercé per la forza.

O ver ne i brevi dí che l'Italia
fu tutta un maggio, che tutto il popolo
era cavaliere? Il trionfo
d'Amor gía tra le case merlate

in su le piazze liete di candidi
marmi, di fiori, di sole; e 'O nuvola
che in ombra d'amore trapassi,
l'Alighieri cantava - sorridi!'

Come la bianca stella di Venere
ne l'april novo surge da' vertici
de l'alpi, ed il placido raggio
su le nevi dorate frangendo

ride a la sola capanna povera,
ride a le valli d'ubertà floride,
e a l'ombra de' pioppi risveglia
li usignoli e i colloqui d'amore:

fulgida e bionda ne l'adamàntina
luce del serto tu passi, e il popolo
superbo di te si compiace
qual di figlia che vada a l'altare;

con un sorriso misto di lacrime
la verginetta ti guarda, e trepida
le braccia porgendo ti dice
come a suora maggior 'Margherita!'

E a te volando la strofe alcaica,
nata ne' fieri tumulti libera,
tre volte ti gira la chioma
con la penna che sa le tempeste:

e, Salve, dice cantando, o inclita
a cui le Grazie corona cinsero,
a cui sí soave favella
la pietà ne la voce gentile!

Salve, o tu buona, sin che i fantasimi
di Raffaello ne' puri vesperi
trasvolin d'Italia e tra' lauri
la canzon del Petrarca sospiri!
Giosue Carducci

a cura di Antonetta Carrabs, Presidente de La Casa della Poesia di Monza
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