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La Shoah sui Colli Euganei:  il campo di concentramento di Vo’ Vecchio.

La Shoah sui Colli Euganei: il campo di concentramento di Vo’ Vecchio.

La Villa di Vo’ Vecchio è tristemente famosa come Luogo della Memoria della Shoah perché a partire dal 3 dicembre 1943 divenne uno dei 31 campi di concentramento istituiti dalla Repubblica Sociale Italiana

25 Gennaio 2021

Attenendosi a ciò che è conforme al dovere
non si giunge mai al rischio dell’azione
che si compie in forza della propria personale responsabilità,
mentre è solo questa che può colpire in profondità e vincere il male.
Per chi è responsabile la domanda ultima non è:
come me la cavo eroicamente in quest’affare, ma:
quale potrà essere la vita della generazione che viene.
Dietrich Bonhoeffer
Teologo luterano ucciso nel campo di Flossenbürg

il 9 aprile 1945 

 Alle pendici occidentali dei Colli Euganei, in provincia di Padova, sorge il paese di Vo’ Euganeo, famoso per i vini eccellenti e la pietra trachite. Nel territorio del comune di Vo’ sono collocate ben tre targhe* del Parco Letterario Francesco Petrarca e dei Colli Euganei, una con un testo di Giacomo Zanella, un’altra di Adolfo Callegari e, infine, quella di Aldo Pettenella. 

 Al centro della piccola frazione di Vo’ Vecchio – toponimo che indica le originarie radici dell’insediamento – sorge una delle migliaia ville venete, la Villa Contarini-Giovannelli-Venier che risale alla fine del XVI secolo.

La Villa di Vo’ Vecchio è tristemente famosa come Luogo della Memoria della Shoah perché a partire dal 3 dicembre 1943 divenne uno dei 31 campi di concentramento istituiti dalla Repubblica Sociale Italiana (Salò) per raccogliere gli ebrei da deportare. Complessivamente in questo centro di raccolta passarono 71 internati, alcuni dei quali rilasciati. L’ultimo ingresso avvenne il 18 maggio 1944 e il 17 luglio 1944 dal paesino euganeo vennero prelevati i 47 ebrei allora presenti, 21 maschi e 26 femmine, trasferiti prima alla Risiera di S. Sabba a Trieste e poi ad Auschwitz-Birkenau. Soltanto tre di essi sopravvissero: Bruna Namais, Ester Hammer Sabbadini e la figlia Sylvia Sabbadini (1928-2019). 

 Immersi nella poesia del paesaggio euganeo possiamo trovare, dunque, anche le tracce di una delle più grandi tragedie del Novecento che è doveroso conoscere bene e ricordare. Infatti, negli ultimi anni molte sono state le iniziative di custodia e valorizzazione del sito di Vo’ Vecchio e della sua importante testimonianza. Il 17 luglio 2001, venne collocata una lapide all’esterno della villa con riportati i nomi dei 47 ebrei deportati e questo testo: «Da Vo’ ad Auschwitz / qui nella villa Venier, durante / l’occupazione tedesca sono stati internati / gli ebrei di Padova catturati insieme / ad altri ebrei nel padovano / da questo luogo sono stati / deportati senza ritorno / la Comunità ebraica di Padova, il Comune di Vo’, il Comune di Padova, li ricordano / come ammonimento per il futuro». Seguono nomi e cognomi dei deportati che con l’apertura, nel 2016 a Padova, del Museo della Padova Ebraica sono stati collocati anche in un’analoga targa all’interno del museo (www.museopadovaebraica.it). 

 Nel 2012 è stato concluso un importante restauro della villa che adesso è visitabile e viene utilizzata per numerose iniziative, tra le quali il permanente Museo del Paesaggio e il Museo della Memoria della Shoah (www.creativo01.com) che illustra le vicende del campo di concentramento e custodisce alcuni importanti documenti, tra il quali la cronistoria parrocchiale, quasi un diario, scritta dal parroco di Vo’, uno dei testimoni oculari più vicini degli eventi, considerando che la chiesa e la casa canonica sono limitrofe alla villa.

Dal 2013, ogni 3 dicembre – anniversario dell’apertura del campo di Vo’ – si svolge a Padova una marcia in memoria della deportazione degli ebrei italiani, organizzata dalla Comunità Ebraica di Padova e dalla Chiesa cattolica, con la partecipazione anche di altre chiese e associazioni cristiane. 

 Infine, nel 2018 – a ottant’anni dalle leggi razziali italiane – in alcune strade della città di Padova vennero collocate delle pietre di inciampo tra i ciottoli del selciato (www.lepietredinciampoapadova.it). Ogni pietra riporta i dati degli ebrei deportati. Su queste tristi vicende si vedano i libri: Francesco Selmin, Nessun “giusto” per Eva. La Shoah a Padova e nel padovano, Cierre Edizioni, Sommacampagna 2011; Sara Parenzo, Il posto delle capre. Una storia familiare, Cierre Edizioni, Sommacampagna 2012. 

Don Giulio Osto

Riproduzione riservata © Copyright I Parchi Letterari

*Scopri le targhe del Parco Letterario Francesco Petrarca dalla mappa interattiva

In foto Villa Contarini Giovanelli Venier a Vo’ Vecchio, ph www.visitvo.it

Visita il Museo della Shoah e del Paesaggio a Vo’ Vecchio
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