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Penne in rosa sui Colli Euganei

Penne in rosa sui Colli Euganei

I Colli Euganei sono stati una meta molto ambita da tanti scrittori per rendere omaggio al genio di Francesco Petrarca. Anche il mondo creativo femminile non è certo da meno e molte scrittrici sono arrivate in questo territorio. Di Claudia Baldin

03 Marzo 2021

Colli Euganei in provincia di Padova sono stati una meta molto ambita da tanti scrittori per rendere omaggio al genio di Francesco PetrarcaD’Annunzio, Byron Foscolo sono sicuramente tra quelli più nominati e prestigiosi, ma il mondo creativo femminile non è certo da meno.
Le tradizioni locali, gli echi di medioevo o semplicemente il fascino del paesaggio collinare hanno stimolato le penne di alcune scrittrici che per motivi diversi sono arrivate in questo territorio: Mary Shelley, Vittoria Aganoor, Margaret Symonds e Silvia Rodella.

Mary Godwin Shelley alla corte degli Estensi
La scrittrice universalmente nota come l’autrice di Frankenstein, approda ad Este nel novembre del 1818 seguendo il marito Percy nel viaggio in Italia che avevano intrapreso assieme nel marzo di quello stesso anno. Risiedono nella villa dei Cappuccini, presa in affitto dall’amico Lord Byron che consente loro un soggiorno in questa località, sicuramente non celebre tra i viaggiatori del Grand Tour di quel periodo.
Il breve tempo qui trascorso sarà funestato dalla morte della figlioletta Clara, il cui corpo dovranno lasciare a Venezia, dove si erano recati per farla visitare da un medico amico di Byron. I Colli Euganei li accolgono al loro ritorno in un lenitivo abbraccio dal valore balsamico, quasi che nel paesaggio cerchino conforto per mitigare quel particolare ed intenso senso di vuoto.

Per questo motivo nelle sue lettere Mary nomina Este di sfuggita e sarà solo il passare del tempo che darà alla scrittrice la serenità necessaria per scrivere in maniera dettagliata il loro soggiorno estense, la villa in cui dimoravano, l’avanzamento di Percy negli scritti Julian and Maddalo Prometheus unbound.
L’affascinano senz’altro anche il castello carrarese con le sue torri e possenti mura davanti alla villa, che oggi è di proprietà della famiglia Piccioni che ne è premurosa custode. Bellissima è infatti la passeggiata che accompagna in questo angolo di paradiso, immerso nella natura e nella storia, tra aree archeologiche dei Veneti antichi, fasti del Rinascimento veneto nell’arco del Falconetto e ovviamente le mura.

Il castello
 ed Este fanno da sfondo anche ad un romanzo di Mary che si intitola Valperga in cui compare però anche un altro aspetto: il protagonista Guinigi nei Colli Euganei cerca la pace e la quiete, proprio come la coppia inglese, ma soprattutto come il “nostro” Francesco Petrarca, che Mary conosceva molto bene e che cita spesso nelle edizioni delle poesie del marito da lei curate.

Vittoria Aganoor, il fascino della cultura armena in Veneto

Ultima di cinque sorelle Vittoria nasce a Padova nel 1855 da una famiglia nobile di origine armena, sancendo cosi la tradizione di un legame profondo fra questa terra e il Veneto, come spesso testimonia Antonia Arslan che parlando della Aganoor ci ricorda l’origine di questo cognome: da aga-signore e nur-luce. La vita della giovane la porta via da Padova verso Venezia con la famiglia, poi in terra umbra, a Magione, con il marito Guido Pompilj, ingegnere ma anche uomo politico di grande spessore culturale, terminando il viaggio su questa terra a Roma stroncata da un tumore.
Proprio come regalo di nozze le sorelle Elena e Maria nel 1901 le donano un appezzamento di terreno ad Arquà Petrarca, oggi curato amorevolmente dalla famiglia Zanovello, titolare della rinomata cantina Ca’ Lustra che le ha dedicato uno dei loro vini migliori, Aganoor 2013 tanto da meritarsi nel 2015, 1 bicchiere da Gambero Rosso (https://calustra.it)

Proprio loro hanno iniziato anni fa un’opera di riscoperta delle opere di questa artista che Benedetto Croce definì la “la prima poetessa italiana”, allieva di Giacomo Zanella e salutata calorosamente dal Carducci. Sono in possesso di una delle poche copie della ristampa anastatica di “Leggenda Eterna”, edizione del 1900, un canzoniere poetico tra autobiografia piena di ricordi di gioventù e testimonianze storiche.
Qui si alternano i contrasti di un’anima molto tormentata, ospitata in una donna che appariva a tutti gentile e serena, al centro di molti episodi nel periodo della Bella Époque con il marito. “Vittoria Aganoor, una leggenda dall’Oriente alla Belle Epoque” è proprio il titolo di uno spettacolo teatrale messo in scena nei luoghi euganei da Teatro Ortaet con le loro visite animate (https://www.visiteanimate.it).

Margaret Symonds, diario di una vacanza nella villa del Doge Pisani
Nell’estate del 1893 la Symonds è ospite della contessa Evelina van Millingen, sposa dell’ultimo dei Pisani nella loro villa di Vescovana, a sud di Padova. L’imponente dimora Pisani Bolognesi Scalabrin è un bene privato aperto al pubblico: si possono visitare le stanze interne, ma soprattutto si resterà innamorati del giardino tanto amato da Evelina e descritto da Margaret, rinomato nel panorama ormai internazionale per la straordinaria fioritura di 150.000 tulipani olandesi, mescolati tra l’erba e i fiori spontanei (https://www.villapisani.it). 

Margaret tiene un diario delle giornate trascorse in questo territorio dalla forte vocazione agricola, delineando ritratti di località e persone che lo caratterizzano. Il risultato è un’opera deliziosa, ricca di aneddoti sulla contessa, su questa curiosa vita di campagna, ma anche di descrizioni di città come Padova e Vicenza e soprattutto dei luoghi tra i Colli Euganei e la Bassa Padovana come Praglia, il monte Venda e il borgo di Arquà Petrarca.

Il Parco letterario Francesco Petrarca le ha dedicato proprio qui una targa (http://www.parcopetrarca.com/luoghi/margareth-symonds-arqua-petrarca) che descrive la sua visita al borgo, salendo a piedi da quello inferiore a quello superiore, ammirando il paesaggio, le giuggiole e infine la casa del poeta (http://padovacultura.padovanet.it/it/musei/casa-del-petrarca)

Silvia Rodella e le sue Leggende Euganee

Ultima di sette figli Silvia cresce nella cinquecentesca villa che la famiglia acquista a fine Ottocento a Cinto Euganeo, oggi nota come Pasqualigo-Pasinetti-Rodella. L’edificio si trova ai piedi dei Colli Euganei, in posizione leggermente sopraelevata e accanto al corso d’acqua Bisatto che proviene da Vicenza, in cui è presente ancora un antico punto di attracco per le imbarcazioni.

La presenza dell’acqua, il grande parco ricco di piante secolari e da frutto, gli animali, ma soprattutto il paesaggio e le storie legate al territorio la incuriosiscono e la ispirano nella scrittura di una sua opera nota come “Leggende euganee”, edita nel 1941.
I protagonisti sono spesso personaggi legati a storie locali o storici che hanno caratterizzato il territorio: da Ezzelino da Romano a Beatrice d’Este, fino racconti di luoghi dai nomi sinistri come la “la porta del buso dei ladri”. Il posto è noto come Buso dei briganti e si riferisce ad una caverna usata come nascondiglio. Si trova all’ interno di un percorso del sentiero del Monte Cinto (http://www.parcocollieuganei.com/itinerari-dettaglio.php?id_iti=974) che parte nei pressi del Museo Geopaleontologico detto di Cava Bomba di prossima riapertura.

Proprio all’inizio di questo sentiero verrà presto inaugurata la targa letteraria del Parco Letterario Francesco Petrarca dedicata al brano della leggenda euganea in cui Silvia descrive magistralmente questo luogo, arricchendolo con le sue emozioni in piena sintonia con la mission dei Parchi letterari.

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