La realizzazione della guida turistica per Aliano nasce dalla lettura approfondita del Cristo si è fermato a Eboli da parte degli alunni della classe IIIF della Scuola Secondaria Nicola Festa di Matera
L’Istituto comprensivo Minozzi-Festa di Matera, oltre a tutte le attività educative e didattiche funzionali a dotare i propri utenti di strumenti utili al conseguimento di una formazione permanente, fa dell’interazione continua con Enti, Associazioni e Imprese ricadenti sul territorio il volano per rendere ogni alunno consapevole dell’inestimabile valore ambientale, artistico e patrimoniale di cui egli stesso è sia spettatore che fruitore.
Matera, una tra le città più antiche del mondo, che conserva tracce di villaggi preistorici, più volte distrutta e ricostruita nei secoli da vari popoli che si sono avvicendati, custode persino dell’impronta orientale dei monaci e comunità benedettine e bizantine, a partire dal 1800 al 1952 compone insieme a tutti gli altri comuni lucani un quadro di vero degrado economico-politico e amministrativo su cui si staglia, però, la civiltà contadina.
Ed è proprio la civiltà contadina insieme alla figura di Carlo Levi il comune denominatore tra Aliano e Matera.
L’antifascista Carlo Levi, confinato prima a Grassano e poi ad Aliano, lascia due opere importantissime che ci parlano della nostra civiltà contadina: il saggio/romanzo Cristo si è fermato ad Eboli e il telero Lucania 61, oggi custodito presso il Museo di Palazzo Lanfranchi a Matera.
La realizzazione della guida turistica per Aliano, redatta in italiano, inglese e francese ed edita da Giuseppe Laterza, nasce proprio dalla lettura approfondita del Cristo, e non solo, da parte degli alunni della classe IIIF della Scuola Secondaria Nicola Festa, che l’anno scorso frequentavano la classe seconda, e dall’armonico coordinamento dell’intero Consiglio di classe.
Si tratta di alunni curiosi, attenti, costruttori del loro sapere, che più leggevano e più sperimentavano il senso di ingiustizia, di soprusi patiti da Carlo Levi, dagli oppositori politici, dai perseguitati nonché da tutte le “Aliano sparse nel mondo”.
Hanno poi esplorato direttamente i luoghi leviani affondando le mani in quel passato riconoscibile nei miti, negli aneddoti e nelle tradizioni, nella gastronomia e nella magia svelati non solo dalle pagine del Cristo si è fermato ad Eboli, ma anche dai vicoli, dalle piazzette e dai musei, che tanto hanno in comune con la loro città.
Come a Matera stupisce la bellezza suggestiva dei Sassi, un tempo abitazioni per le famiglie e ricoveri per gli animali, così ad Aliano un’altra straordinaria architettura cattura l’attenzione del turista: le case con gli occhi.
Agli alunni non è sfuggita l’atmosfera affascinante e misteriosa emanata dalle casette che con quegli “occhi” sembrano seguire i passi di qualsiasi visitatore, come a controllarlo e ammonirlo mentre si aggira nei loro paraggi.
Le facciate sembrano mascheroni apotropaici con due piccole finestre per occhi, un lungo comignolo esterno per naso e con la porta d’ingresso che posta sotto un grande arco disegna una bocca spalancata. A seconda della posizione e dimensione, le “case con gli occhi” assumono un’espressione demoniaca, triste, minacciosa, scettica o arrabbiata.
Ma proprio attraverso l’osservazione delle anzidette abitazioni gli allievi hanno potuto constatare l’ingegnosità della civiltà contadina. Il ragionamento si è sviluppato per analogie e differenze: come per i Sassi di Matera anche qui i contadini si erano dovuti industriare per trarre la maggiore utilità da quel poco di cui disponevano.
I contadini di Matera come quelli di Aliano avevano cercato di rendere funzionali le loro piccole abitazioni. I primi ricavando dalla calcarenite alloggi spesso affacciati sullo stesso spiazzo con pozzo e forno in comune, dando vita al vicinato; i secondi vivevano in case composte da una sola stanza con arredo povero ed essenziale e con all’interno un focolare centrale, utile per riscaldarsi e cuocere pietanze. Per non rubare spazio al monolocale, il camino si costruiva con la canna fumaria all’esterno ai lati della quale si aprivano due finestre non molto grandi per non sottrarre calore e nemmeno troppo piccole, per poter accogliere la luce del giorno. Il davanzale interno serviva da mensola, mentre quello esterno serviva per tenere qualcosa al fresco o per nasconderlo agli occhi di ospiti indesiderati. Gli archi erano costruiti per proteggere i contadini dalla pioggia o dal sole durante il carico e scarico degli asini, ma anche per permettere di costruire scale e sopraelevazioni.
Ma cosa hanno appreso gli alunni durante tutto il percorso che ha portato alla realizzazione della guida? Che Aliano, Matera e tutti quei piccoli borghi disseminati nel mondo non sono altro che espressione di un comune sentire, che sotto il petto dell’uomo batte lo stesso cuore, che “Tutto il mondo è paese” e che bisogna abbandonare ogni forma di campanilismo.
Didatticamente parlando, gli alunni hanno svolto un compito autentico; hanno cioè esercitato la loro autonomia, acquisito e selezionato informazioni, hanno messo in campo conoscenze e abilità per affrontare un problema reale.
La guida, dunque, rappresenta un viaggio emozionante che oscilla tra passato e presente, tra tradizione e innovazione, tra antichità e modernità, ma soprattutto è un luogo raccontato dalla generazione del futuro, che dovrà operare per il bene comune all’insegna della democrazia condivisa e partecipata, che necessita di attingere da esempi positivi e concreti che spetta a noi fornire.