Galzignano Terme in provincia di Padova ospiterà a breve altre targhe letterarie del Parco Petrarca, arrivando quindi a quota sei, con il consueto scopo di valorizzare alcuni angoli noti e meno noti di territorio.
Galzignano Terme in provincia di Padova ospiterà a breve altre targhe letterarie del Parco Letterario Francesco Petrarca e dei Colli Euganei, arrivando quindi a quota sei su quasi 60, con il consueto scopo di valorizzare alcuni angoli noti e meno noti di territorio. Questo comune si sviluppa ai piedi del Monte Venda, all’interno del Parco Regionale dei Colli Euganei e già nel suo nome rivela due anime, egualmente importanti.
La prima ci parla di una storia antica: il nome Galzignano deriva da un colono romano che possedeva queste terre, un certo Gallicinus o Gallicinius. Nel 1922 venne ritrovato un prezioso oggetto, un cippo di confine del 141 a.C. posto per dividere Padova da Este e che oggi si può vedere al Museo nazionale atestino (http://www.atestino.beniculturali.it) oppure in una copia al neonato Museo del Termalismo di Montegrotto Terme ( https://www.museodeltermalismo.it/ )
La seconda anima ha origine dall’acqua: acqua calda che assieme all’argilla dei colli euganei crea il benefico fango, ma anche acqua di antichi acquedotti romani, di canali anticamente navigabili, di bacini che oggi sono preziose oasi naturalistiche. E' sicuramente la natura a farla da padrone, addomesticata dall’uomo in verdeggianti e ordinati campi da golf, oppure in più selvaggi sentieri o piacevoli passeggiate, che portano a conoscere la meravigliosa realtà delle ville venete e dei luoghi di culto.
La prima targa già posizionata si trova in un angolo un po’ nascosto ai più, ma che è stato scelto proprio per questo motivo. Si tratta di un tratto di mura della ben più celebre villa Barbarigo, https://www.valsanzibiogiardino.com/it/ che con il suo giardino simbolico rappresenta sicuramente un’eccellenza assoluta nell’offerta del turismo culturale del territorio. Si trova nell’antico borgo di Valsanzibio, dalla contrazione di Valle di Sant’Eusebio, che ricorda l’oratorio di un monastero, i cui resti sono ancora visibili sul vicino Colle Orbieso. La targa si raggiunge a piedi, dopo aver lasciato l’auto all’inizio di Via Barbarigo. Si trova vicino ad una storica pompa dell’acqua, in un angolo da cui è possibile anche sbirciare dentro al giardino della villa, da un insolito punto di vista.
Giovanni Comisso (Treviso 1895- Treviso 1969) in Sorprese sui Colli Euganei, ci arriva al crepuscolo: al riverbero di questa luce penetrai in un viale dove le fronde abbassate e intricate formavano un lunghissimo portico arboreo, poi si giunse tra alte pareti formate da piante verdi e fitte, tagliate minuziose, tramutate in vicoletti, in archi e in altri portici. Addirittura, ha la certezza di esserci già stato, in un’altra vita vissuta forse in quella villa e che avessi passeggiato tra quegli alberi.
L’autore viaggia in tutto il mondo, ma anche quando è distante, il suo Veneto non lo dimentica mai e anzi, diventa un punto di confronto con tutti i paesaggi di questi stati visitati.
Un altro luogo del cuore è sicuramente il Museo dei Colli Euganei che si trova invece nel centro di Galzignano Terme e ha da poco festeggiato un nuovo allestimento. Parla di tutto il territorio, dalle origini geologiche, all’avifauna grazie ad una impressionante collezione di uccelli, con un focus però su storie locali che ci parlano dal passato, dandoci stimoli per interpretare il presente. Accanto alla collezione di ceramiche, si trovano alcuni oggetti donati dalle famiglie del posto che in alcuni casi hanno anche prestato volto e voce alle loro storie all’interno di alcuni video che si possono vedere grazie ad un moderno percorso con QRcode. In un monitor si può addirittura vedere il risultato di molti studi sull’antico monastero della Santissima Trinità, poco distante dal Museo di cui oggi in realtà resta ben poco. Grazie al digitale un’equipe di esperti è riuscita a rendere visibile come doveva essere il suo aspetto e addirittura a riprodurre per il museo una copia della preziosa statua Madonna con bambino che è conservata oggi ai Musei Civici di Padova. E’ stato possibile grazie ad un bando di Fondazione Cariparo e al sostegno di Banca Adria dei Colli Euganei.
L’edificio che lo ospita è stato costruito grazie al lascito di uno scrittore e poeta, Angelo Saggini (Padova, 1856-Galzignano Terme 1903) che si incontra in questa prossima passeggiata letteraria.
La villa Saggini, detta anche “Mater Dei” di fine Settecento, si trova all’inizio della Via delle Due mura, poco distante dal museo. Qui Angelo ha vissuto con il fratello Francesco sul finire dell’Ottocento, accogliendo spesso e volentieri tanti amici ma con tanta generosità anche i tanti poveri che chiedevano aiuto. Proprio ad una di loro, una bimba, è dedicata la poesia Mendica in villa, da cui è tratto il testo presente nella targa lungo il muro di cinta della villa, che ha accolto anche l’ultimo sospiro del poeta, che si getta dalla terrazza al culmine di una forte depressione. Pare che abbia voluto fino all’ultimo momento guardare il paesaggio dei suo amati Colli Euganei.
Questa strada si trova su un naturale terrazzamento del colle, da cui passava molto probabilmente anche una diramazione dell’antica via Annia, che proseguiva poi passando per i bagni detti di San Bartolomeo, verso Montegrotto terme.
Prima della villa Saggini, qui si trovavano una piccola casa e il brolo, giardino e frutteto, dei frati del Monte Rua, i cui possedimenti si estendevano fino alla zona dell’attuale Municipio. E la via non era così ben delimitata da due mura, bensì da rovi ricchi di spine, tra i quali si facevano largo le persone che dovevano andare a messa nella vicina chiesa, detta “pieve” antica.
Il paesaggio è dunque mutato, ma il fascino di questa via si è arricchito di scorci molto suggestivi.
Superata anche l’elegante villa Maria, di impianto cinquecentesco, ristrutturata dai Soncin di Padova nel 1653, si arriva alla salita della chiesa detta Pieve antica di Santa Maria Assunta.
L’attuale costruzione è frutto di un rifacimento tra Seicento ed Ottocento, ma la prima chiesa viene attestata già nel XII secolo e si trova su un piccolo colle, chiamato quindi Monteselo e domina da lì il paese. Si deve quindi raggiungere un belvedere da cui si presenta una vista straordinaria. Sulla balaustra che delimita l’accesso al vecchio cimitero si leggono le parole di Antonio Pochini (Padova 1787-1823) un poeta di epoca neoclassica che qui soggiornò a lungo. Le sue parole aiutano a cogliere i tanti segni che contraddistinguono l’incanto attorno, descrive il paesaggio che caratterizza il borgo e l’ambiente circostante Sparsi d’intorno i rusticali tetti, Biancheggiar vedi; e si confonde tanto Il bruno, il bianco, l’azzurrino, il verde, che l’occhio in dolce variar si perde. Questa è di Galzignan l’amata villa.
Dalla chiesa parte un percorso che consente di fare un giro attorno al colle della chiesa e tornare così nel centro di Galzignano. Percorso della Pieve
Fine prima parte.
FOTO CREDITS
Foto 1 Parco letterario Petrarca
Foto 2 Parco letterario Petrarca
foto 3 Parco letterario Petrarca
foto 4 Museo di Galzignano Terme
foto 5 Museo di Galzignano Terme