Il Sindaco e l’Amministrazione Comunale, sicuri di interpetrare il sentimento dell’intera comunità di Aliano, esprimono il proprio sincero e profondo cordoglio per la scomparsa di Franco Rosi, avvenuta il 10 gennaio 2015 a Roma.
Il grande cineasta napoletano con la sua ricca, coraggiosa e raffinata produzione artistica per circa mezzo secolo rappresentò con arte magistrale e universalmente apprezzata momenti cruciali e aspetti significativi della nostra storia nazionale.
Con la trasposizione cinematografica del libro di Carlo Levi Cristo si è fermato a Eboli ebbe poi modo di confermare il suo forte impegno civile a favore dell’Italia e del Sud in particolare.
Per tali ragioni al grande Maestro nel 1997 era stato assegnato il Premio Carlo Levi ed era stata conferita la cittadinanza onoraria di Aliano, di cui Egli si mostrò particolarmente orgoglioso, facendo sentire sempre la sua solidale vicinanza alla nostra comunità.

Il 31 maggio 1997 Aliano visse una giornata straordinaria. Che non si esiterebbe a definire storica, se non si corresse il rischio di usare toni di fastidiosa enfasi retorica.
Francesco Rosi (Napoli, 15 novembre 1922 – Roma, 10 gennaio 2015) tornava nel borgo lucano esattamente vent’anni dopo avervi girato, nella casa di confino di Carlo Levi, alcune scene del suo film
Cristo si è fermato a Eboli, uscito poi nel 1979.
Con la trasposizione cinematografica dell’omonimo libro, il grande regista aveva finalmente esaudito un antico sogno dello scrittore e pittore torinese, che più volte aveva contattato Vittorio De Sica, Pietro Germi e lo stesso Rosi per progettare la realizzazione del film, non avvenuta perché non siera riusciti a trovare un produttore disposto a finanziarlo.
E’ il caso di ricordare che Cristo si è fermato a Eboli di Rosi non mancò di suscitare perplessità e riserve in alcuni critici, che rimproveravano al regista (e co-sceneggiatore con
Raffaele La Capria) di aver stravolto il libro, tradendone i significati più autentici.
In realtà il film di Rosi,grazie anche all’originalità di esegesi del libro di Carlo Levi è da considerarsi un’opera di straordinario valore,che ha arricchito la sterminata regia del cineasta napoletano, che aveva già prodotto capolavori universalmente apprezzati e gratificati con riconoscimenti prestigiosi.
Dopo l’esordio nel 1959 con
La sfida, i film successivi
I magliari,
Salvatore Giuliano,
Le mani sulla città,
Uomini contro,
Il caso Mattei,
Cadaveri eccellenti segnarono la storia della cinematografia italiana e internazionale, raccontando e denunciando attraverso una impareggiabile trasfigurazione artistica la speculazione edilizia, la corruzione, le trame eversive degli anni Settanta, le collusioni fra la criminalità organizzata e lo Stato.
Per questo unanime fu il consenso per la decisione di assegnare al grande Maestro il
Premio Carlo Levi, non ancora divenuto Premio Letterario. Nell’occasione
Aliano, con ben tre lustri di anticipo rispetto a Materacapitaledellacultura, gli conferì la
cittadinanza onoraria. Di entrambi i riconoscimenti Egli andò particolarmente orgoglioso e più volte confessò il forte desiderio, che forse sapeva irrealizzabile, di tornare se non in incognito, almeno in veste non ufficiale nel paese dei calanchi, dove era rimasto incantato dall’aspra bellezza dei luoghi e dalla spontanea generosità della gente.