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Ginevra Lilli, uno sguardo tra segno e poesia

Ginevra Lilli, uno sguardo tra segno e poesia

25 novembre 2016. Il Punto Einaudi di via Labicana Vi invita a un incontro con la poetessa Ginevra Lilli. Con Giorgio Ghiotti, Fiammetta Iovine e Marta Bulgherini

26 Novembre 2016
Ginevra Lilli, uno sguardo tra segno e poesia
Roma - Libreria Punto Einaudi,
venerdì 25 novembre 2016, alle ore 19.30, via Labicana, 114.

Giorgio Ghiotti, autore e critico letterario, e Maria Fiammetta Iovine, esperta di Alchimia e studiosa di Ermetismo del 17° secolo, indagheranno la produzione poetica e artistica di Ginevra Lilli. Verranno esposte opere tratte da due cicli di installazioni: Diario ordinario, nate contestualmente all’uscita della raccolta omonima edita da Marco Saya Edizioni, Milano, 2014; e Sogni: quindici complicità tra inchiostri e poesia, ciclo inaugurato a Milano, aprile 2016.

Marta Bulgherini, voce recitante, leggerà poesie e brani poetici editi e inediti dell’autrice.

Nota critica di Elena Giulia Rossi, tratta dalla rivista Segno, n. 254, sett.-ott., 2015.

«Ginevra Lilli sembra incarnare tutto ciò che Franco Loi racconta della poesia – tra le altre cose - nella lontananza da condizionamenti accademici, nel “continuo stupore di fronte alla propria espressione” (Loi), nel suo muoversi direttamente dall’inconscio al foglio e allo spazio, lasciandosi guidare dall’intuizione.
Ginevra Lilli è la dimostrazione che l’arte può ancora essere generata direttamente dalla forza dell’interiorità. Attraverso la sua guida, materiali e tecniche possono rivelarsi veicoli capaci di esternare, tradurre e trasporre un’energia difficilmente contenibile all’interno dei confini epidermici. Impariamo così a riconsiderare l’uso e il significato della tecnica, a tirarlo fuori dalla sua semplificazione, a rileggerlo secondo il suo contesto.
“Il mezzo che usa [la poesia] – prosegue Loi nel suo articolo - è la parola […]. La prima tecnica che usiamo è la lingua (se fosse pittura, il mezzo sarebbero i colori, che non sono sette come ci dicono, ma sono infiniti); è nel rapporto dell’essere con il mezzo espressivo che nasce ‘lo specifico’ del mezzo.” La lezione di un poeta si ricongiunge con quella di un critico d’arte, José Jiménez, che nella sua “Teoria dell’arte” (Aesthetica, 2008) ci insegna a “vedere” l’immagine su più piani (considerando anche il piano verbale e sonoro oltre che visivo).
I suoi esercizi di visione iniziano con il ricordarci dell’etimologia della parola arte, ars, che traduce in latino la parola greca techné, all’epoca intesa come abilità empirica (mentale e manuale) che abbraccia una varietà di discipline (tra cui anche pesca e strategie militari). “Perché i Greci chiamavano la poesia il fare? – scrive Loi sulla via di concludere il suo bellissimo articolo – Perché è proprio un fare: un operare su se stessi […] La poesia, quindi, è una delle arti che opera sulla materia”.

Il lavoro di Ginevra Lilli ci stimola a riprendere in mano questi strumenti per poter re-imparare a “vedere” e ad “ascoltare” l’arte nella simultaneità del suo manifestarsi. Nelle sue opere tutte le tecniche suggeritegli dalla spinta creativa, in primis la parola, si mettono al servizio del suo inconscio per spingerlo verso l’esterno prima che si richiuda nella sofferta e tormentata sfera dell’interiorità e in attesa che la creatività impulsiva non si materializzi nuovamente nelle forme più diverse e imprevedibili, come quelle che ci aspettiamo di “vedere” ed “ascoltare” nei lavori prossimi”».

Vedi anche: 
http://www.adayinrome.com/2015/10/12/ginevra-lilli-diario-ordinario/
http://www.marcosayaedizioni.net/diario-ordinario

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