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Lavoro, economia civile e … Costituzione. A Guglionesi con Francesco Jovine

Lavoro, economia civile e … Costituzione. A Guglionesi con Francesco Jovine

23 ottobre, Guglionesi (Cb).Per la seconda volta consecutivamente in quel di Guglionesi, per trattare un tema caro a Francesco Jovine : Lavoro, economia civile e … Costituzione - Il patrimonio letterario che guarda al futuro

23 Ottobre 2022
VIII Giornata Europea de “I Parchi Letterari” a Guglionesi 
Parco Letterario Francesco Jovine e il Molise

Lavoro, economia civile e … Costituzione


Domenica 23 ottobre alle ore 17,00, presso la Sala Consiliare del Comune di Guglionesi, si terrà la VIII Giornata Europea de I Parchi Letterari che si svolgerà con il patrocinio della Commissione Nazionale Italiana per l'Unesco. 

Per la seconda volta consecutivamente in quel di Guglionesi, per trattare un tema caro a Francesco Jovine : il lavoro. Di nuovo a Guglionesi in quanto la cittadina del Basso Molise ha inteso, tramite la sua Amministrazione Comunale, proporre un museo all’aperto, sulla problematica sollevata dallo Jovine e portata all’attualità dalle azioni che il Parco Letterario ad egli intitolato, sta portando all’attenzione Nazionale.- Lavoro, economia civile e … Costituzione - Il patrimonio letterario che guarda al futuro - , il titolo per aprire la fondamentale discussione. 

 I Parchi Letterari costituiscono una importante opportunità per: promuovere il territorio nei suoi diversi aspetti partendo proprio dal patrimonio letterario che lo contraddistingue; generare nuovi processi di sviluppo locale che, in Molise, costituiscono il principale strumento per contrastare il progressivo spopolamento che affligge la nostra regione. Anche questa ottava edizione sarà dedicata a un tema particolarmente importante per il nostro Paese e per la nostra regione: il “lavoro”. 

 Proveremo a sviluppare questo tema utilizzando il paradigma dell’economia civile che guarda l’intera economia con “occhi diversi” rispetto alla tradizionale impostazione della “economia politica”. Lo faremo attraverso le parole di: Francesco Jovine, Giuseppe Di Vittorio, Stefano Zamagni e ...della nostra Costituzione

Attraverso le parole di Francesco Jovine, che ci racconta, con il suo celebre romanzo “Le terre del Sacramento”, il dramma delle terre lasciate incolte dai latifondisti e, nel contempo, la miseria delle migliaia di contadini poveri senza terra; che ci aiuta a ripercorrere le lotte per la terra e per il lavoro, che contrassegnarono quegli anni, e che furono animate da un forte senso di comunità di cui, oggi, si sente la mancanza, proveremo a trovare una difficile risposta. 

 Cercheremo conforto ne il “Piano del lavoro” di Giuseppe Di Vittorio che, guardando oltre alle rivendicazioni salariali, cercò di individuare l’interesse comune tra lavoratori e imprenditori con misure in grado di sostenere il potere d’acquisto dei primi e lo sforzo produttivo dei secondi. Attraverso la parola e l’insegnamento di Stefano Zamagni (attuale presidente dell’Accademia Pontificia delle Politiche Sociali), al quale il Comune di Guglionesi intende conferire la cittadinanza onoraria, che ci aiuteranno a descrivere il paradigma dell’economia civile nato a Napoli nel 1753 e che, di fronte alle inadeguatezze della tradizionale visione economica, è tornato prepotentemente di attualità in Italia e nei Paese anglosassoni negli ultimi 25 anni, convoglieremo esperienze e dettami.

E, infine, attraverso la parola della nostra Costituzione nella quale il lavoro viene riconosciuto come il principio fondamentale della Repubblica italiana, si cercherà il coinvolgimento della popolazione tutta per continuare a sperare in un futuro certamente non facile da decifrare. 

Il lavoro, dunque, come un diritto, il lavoro come un dovere, il lavoro come un bisogno insopprimibile che dà “senso e significato” alla persona.

"L’evoluzione di un passato si manifesta sempre ed ovunque. Il confronto viene sempre meno e tornano sempre, i corsi e ricorsi storici di cui il Macchiavelli ci portò alla consapevolezza. Le civiltà reagiscono, si adeguano, si fanno strada nei liberi pensieri, sempre più disomogenei e condizionati da eventi e sistemica politica che li rende, spesso e volentieri, sterili e non confacenti con il periodo in cui si mostrano. L’educazione al mondo culturale viene sempre più distorta e la storia nel viverla, si dissocia dall’ordine temporale del vissuto. I contesti culturali diventano delle lame da spuntare e la politica di questo ne è regina. Si tarpano le ali, e non certo per dar voce alla pubblicità di una nota bibita energizzante, si commettono scorrettezze e l’ego, compiaciuto dalla globalizzazione economica, viene sempre più a galla. 

  “L’economia prima di tutto”, diventa la parola d’ordine. Così le guerre, non solo quelle oggetto di sangue versato, diventano pane per pochi e povertà per i più. La differenza tra i ceti è sempre più marcata, la libertà di scelta, pur vivendo in un contesto di “libertà”, sempre meno apparente. Ovvia la via di un ritorno alla scevra condizione di libertà è una sola, la conoscenza dettata dalla cultura. 

Così, per brevità saremo a parlarvi di contesti letterari e di economia “sociale”, onde permettere a noi stessi, di tornare a sperare in un Mondo scevro di antagonismi, di cattiverie, di disformismi e pieno di solidarietà e di dignità per tutti. I Parchi letterari, sposando idee di economie diverse, quelle senza inganni e finte partecipazioni dagli scopi connessi a realtà lontane dalle lettere di Virgilio, di Ovidio, dagli scritti della Deledda, Jovine, dalle esortazioni di Montale, Nino Chiovini, dove territorio e cultura si incontrano, tornano a riflettere su come la Pace potrebbe connettersi alle contorte posizioni degli uomini della “Guerra” e tornare a parlare di sociale.

Sociale è anche l’economia che se, connessa alla gente, rende liberi e scevri da condizionamenti.

L’economia di mercato, nelle città libere del medioevo italiano, dove la mercatura, l’artigianato specializzato delle corporazioni e le professioni – giuristi, notai, architetti, agrimensori, contabili – erano chiamati a finanziare le opere di sostegno di chi, per i motivi più vari, era tagliato fuori dal lavoro produttivo (ospedali, Monti di Pietà, conservatori, congregazioni), insieme con i beni pubblici e con le istituzioni religiose, nacque “sociale”. 

Strutturalmente triadica (produzione, regolazione, welfare), nacque per realizzare il “bene comune”. Con i rivolgimenti apportati nel mondo dal capitalismo, la società convenne di porsi in maniera diadica, favorendo la produzione in mano a capitalisti che non riconoscevano altra responsabilità che quella di investire per aumentare la produttività, e regolazione e welfare in mano allo stato, che cercava di temperare le diseguaglianze generate dal modo capitalistico di organizzazione della produzione, per ovvie ragioni di equità, ma anche di sostenibilità economica dello sviluppo. Il welfare state fu il modo più perfezionato per mettere in pratica da parte dello stato tale ruolo ‘riequilibratore’, un modo che ha visto la sua stagione più fortunata nell’‘età dell’oro’ seguita alla Seconda guerra mondiale.

Ma tale struttura diadica, però, fu avversata dal marxismo, che non riteneva coerente da parte dello stato intervenire solo ex post, commettendo l’errore di identificare il mercato col capitalismo. La struttura diadica è stata contestata anche dai sindacati, che tuttavia solo in pochi luoghi sono veramente riusciti a scalfirla in qualche modo se poi, conformarsi all’andamento dei tempi, snaturando il vero valore del sindacato. La struttura diadica è stata inoltre contestata dalle cooperative e dalle imprese non profit, che sono state capaci di dimostrare che si può fare impresa con una sensibilità intrinsecamente sociale. Riprendere il concetto di economia sociale di mercato, lasciando allo Stato il compito di regolatore (e anche in larga misura di finanziatore, attraverso la tassazione), rimettendo il welfare  nelle mani della società civile, che può decidere di abbassare fino a eliminarla la tensione fra produzione e welfare. Per avere un welfare ‘addizionale’ e non meramente risarcitorio, occorre riresponsabilizzare la società civile, ciò che sta propriamente avvenendo, osservando alla sostenibilità del sistema.

Nell’esser certi che l’’‘economia sociale” potrà contribuire ad un futuro diverso, perché l’economia è per l’uomo, non l’uomo per l’economia, si percorra la strada culturale che non confonde le idee ma le rende decisamente palpabili, libere, cognitive, collettive. A tal proposito e senza dogmi o posizioni legate a politiche del momento e del passato, la Giornata Europea dei Parchi Letterari in Molise vedrà la cittadina di Guglionesi vestirsi del vestito migliore, quello della conoscenza, ed offrirà a chi ne volesse essere partecipe, una giornata all’insegna dell’Economia Sociale, della Costituzione

Camminare è la rivoluzione e noi cercheremo di camminare verso essa nel segno del patrimonio letterario che guarda al futuro. Lo faremo ascoltando il prossimo cittadino onorario di Guglionesi, Stefano ZAMAGNI, docente universitario, presidente dell’Accademia Pontificia della Politiche Sociali, che ci conforterà con una luce nel buio. "

Maurizio Varriano
Presidente Parco Letterario Francesco Jovine


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