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Cammino di San Domenico Abate.  Natura, Storia, Devozione e Leggenda

Cammino di San Domenico Abate. Natura, Storia, Devozione e Leggenda

30 aprile, Trekking Villalago, Anversa, Cocullo in occasione della Festa di San Domenico Abate e del Rito dei Serpari di Cocullo

30 Aprile 2023

Comune di Cocullo, Comune di Villalago, Comune di Bugnara, Comune di Anversa degli Abruzzi, Parco Nazionale della Maiella, Aigae, Italia Nostra, Ambiente e/è vita, Riserva Naturale Gole del Sagittario, I Parchi Letterari 

Cammino di San Domenico Abate
Natura, Storia, Devozione e Leggenda
Domenica 30 aprile Trekking Villalago, Anversa, Cocullo  
in occasione della Festa di San Domenico Abate e del Rito dei Serpari di Cocullo 
Partenza da Villalago: ore 8:30 - Sosta pranzo (al sacco): 13:30 - Arrivo a Cocullo: 17:30
A seguire, partecipazione all’ incontro con i serpari durante l’attività di monitoraggio dei serpenti 
INFO: 
Luciano Di Berardino - guida e responsabile del percorso - 347.2633900 
Pasquale D’Alberto - referente programma e logistica - 340.3050970 camminodisandomenico@gmail.com
Comune di Cocullo - P.zza Madonna delle Grazie, 2 - Cocullo (AQ) 

 Il primo maggio a Cocullo, (AQ), si celebra la festa di San Domenico Abate e la processione dei serpari. Durante le celebrazioni, nel paese abruzzese si assiste ad uno spettacolo unico e affascinante che richiama ogni anno migliaia di fedeli e turisti. Ogni angolo del paese si popola di serpari la cui processione con i serpenti avviene dopo la celebrazione della messa in onore del santo nella chiesa di San Domenico. La statua, posizionata al centro della piazza viene ricoperta quasi interamente dai rettili e portata a spalla nelle vie del paese tra una folla immensa di persone. 

 La festa dei serpari è un evento in cui le usanze pagane si fondono con la tradizione cristiana: la devozione per San Domenico, protettore dal morso dei rettili, si intreccia con il rito arcaico dei “serpari”, manipolatori dei serpenti. L’abate è protettore sia di Cocullo che della località poco distante di Villalago, dove sono presenti una chiesa e un lago che portano il suo nome. Alle spalle della chiesa, scavato nella roccia, sorge l’eremo dove San Domenico si ritirava in preghiera. Secondo i fedeli San Domenico, minacciato di morte dagli eretici, fuggì da Villalago per raggiungere Cocullo. Lasciando il paese frappose tra se e i suoi aggressori un orso a guardia della strada. Le reliquie dell’abate furono donate dallo stesso San Domenico agli abitati di Cocullo e Villalago in occasione della sua partenza. Nella chiesa di Cocullo sono presenti un dente e il ferro della sua mula. A Villalago un dente molare. 

La figura di San Domenico è invocata per proteggersi dal morso dei serpenti e dei cani affetti da rabbia, ma anche contro piogge e tempeste, malaria e per curare il mal di denti.

 Il 30 aprile alle ore 8.30 avrà inizio la Camminata da Villalago a Cocullo attraverso il borgo di Anversa degli Abruzzi sulle Gole del Sagittario. E' ad Anversa degli Abruzzi che Gabriele d'Annunzio ha ambientato La fiaccola sotto il moggio, "la perfetta delle mie tragedie", in cui emerge la figura del del serparo che si rifà al rito ancora vivo e ben noto a allo scrittore, poeta e drammaturgo di Pescara: "Non fa sosta alle soglie. Passa. E' frate del vento...poco parla...ha branca di nibbio, vista lunga. Piccolo segno gli basta. Perché triemi il filo d'erba capisce...". 

 Il culto di San Domenico e il collegamento con i serpenti, riunisce in qualche modo la tradizione del popolo dei marsi che aveva al centro del suo culto la dea Angizia e l’importanza dei gruppi dei serpari che popolavano la zona, maneggiatori di serpenti e curatori. I serpari conservano ancora oggi le antiche tecniche e partecipano al rito millenario in una forma nuova e laica che si focalizza sul rispetto della natura I serpenti da portare in processione vengono cercati sulle montagne intorno a Cocullo nelle settimane che precedono l’evento. Tenuti in cassette di legno e alimentati dal serparo, il giorno della processione vengono messi sulla statua del santo, ma non davanti al viso. Secondo un detto, tramandato da generazioni, se i serpenti coprissero il viso del santo sarebbe di cattivo auspicio. Ogni serpente ha sulla testa un segno di riconoscimento per poter essere individuato, a fine processione, dal proprio serparo che lo recupera e riporta in libertà nei campi. Il segno può essere un tratto colorato sulla testa o un numero o simbolo sul ventre dell’animale. 

 La festa coinvolge i Paesi della Valle Peligna. Dopo Villalago, Anversa degli Abruzzi e Cocullo, prosegue a Bugnara, Pretoro e Villamagna

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