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Virginia de Leyva, la monaca di Monza. Iconografia del personaggio nel tempo

Virginia de Leyva, la monaca di Monza. Iconografia del personaggio nel tempo

25 gennaio, Villa Reale dei Monza. A 450 anni dalla nascita, La Casa della Poesia di Monza invita a partecipare all'incontro "Virginia de Leyva, la monaca di Monza. Iconografia del personaggio nel tempo." Di e con Alberto Crespi

25 Gennaio 2025
La Casa della Poesia di Monza con 
Comune di MonzaReggia di MonzaParco Regionale Valle del LambroParco Letterario regina Margherita e il Parco Valle LambroZeroConfini Onlus
invita a partecipare all'incontro
"VIRGINIA DE LEYVA, la monaca di Monza. Iconografia del personaggio nel tempo." 
di e con Alberto Crespi

A 450 anni dalla nascita una importante conferenza di Alberto Crespi per ricordarla. Vi aspettiamo sabato 25 gennaio in Villa Reale, Sala degli Specchi. L'ingresso è libero con prenotazione: eventi@lacasadellapoesiadimonza.it 

 Marianna de Leyva. Nacque nel 1575 a Milano, e vi morì il 7 gennaio 1650. Costrettavi dal padre Martino, conte di Monza, il 12 settembre 1591 pronunziava i voti religiosi tra le umiliate, assumendo il nome di suor Virginia Maria. Dopo i primi lenti e tristi anni, pronta d'ingegno e affettuosa, fu prescelta maestra delle educande. Intanto esercitava atti d'autorità feudale come contessa di Monza, da tutti chiamata "la Signora". Da una trista relazione con Giovanni Paolo Osio, giovane ribaldo già macchiatosi di assassinio, la cui casa era attigua al monastero, nacquero nel 1602 e nel 1603 due figli.

Parve allora alla Signora che il legame con l'Osio fosse un suo intangibile e naturale diritto, sancito dalla maternità. La necessità del segreto spinse l'Osio a tre nuovi omicidî; arrestato, scrisse nel 1607 al card. Borromeo per scolparsi; in tal modo lo illuminò sui gravi fatti che avvenivano nel monastero di Monza: fatti che la stessa suor Virginia gli confermò, vinta dalla benevolenza e fermezza di lui, protestando peraltro che era stata gettata nel chiostro contro sua volontà, ch'era donna da marito e poteva darsi a chi aveva prescelto. Intanto l'Osio, fuggito dal castello di Pavia dove era stato rinchiuso, aveva tentato due altri omicidî in persona di due monache che servivano la Signora; condannato in contumacia a orribile morte (25 febbraio 1608), si rifugiò in casa di un creduto amico, che lo uccise.

Suor Virginia, che, come risultò dal processo, non aveva avuto nessuna complicità nei delitti dell'Osio, fu condotta nel monastero delle benedettine, detto del Bocchetto, a Milano; trasferita poi in quello delle pentite di S. Valeria, murata viva in una cella, vi rimase fino al 25 settembre 1622, in santa espiazione

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