Si scaldano i motori a
Monza. Il Tempio della Velocità ospita il
6 - 7 - 8 settembre il 90° Gran Premio d'Italia di Formula 1 nel
Monza Eni Circuit.
Lo storico e meraviglioso
Parco di Monza si conferma protagonista di uno degli appuntamenti sportivi più seguiti al mondo.
All'ombra della
Villa Reale già residenza degli
Asburgo, dei
Bonaparte, dei
Beauharnais e dei
Savoia, sfrecciano dal
1922 le monoposto più amate dagli appassionati di automobilismo e non solo:
"L'Automobile è femminile. Questa ha la grazia, la snellezza, la vivacità d'una seduttrice", scriveva nel 1920
Gabriele d'Annunzio al Senatore Giovanni Agnelli ponendo fine a una diatriba linguistica che a cavallo del XIX e il XX sec. vedeva protagonisti tra gli altri
Marinetti e
Gozzano. Il primo nel suo Manifesto del futurismo scriveva che "
un automobile da corsa [...] un automobile ruggente ... è più bello della Vittoria di Samotracia". Il secondo declamava in "Totò Merùmeni":
"S'arresta un automobile fremendo e sobbalzando".
Il quarto Parco recintato più grande d'Europa, il maggiore circondato da mura e rientrante in un contesto urbano, è oggi un esempio di tutela ambientale, promozione culturale e fruizione sostenibile grazie all'opera quotidiana del
Parco Regionale Valle del Lambro istituito nel 1983.
La costruzione dell’
Autodromo di Monza fu decisa nel gennaio del
1922 dall’
Automobile Club di Milano in un un area del Parco di uso quasi esclusivamente agricolo, riuscendo in qualche modo a preservare i luoghi cari al
Cardinal Durini e a
Margherita di Savoia cui è dedicato il Parco Letterario e che fu tra le prime utilizzatrici di automobili e proprietaria di un fornitissimo garage suddiviso in "reparto di città" e "reparto di campagna".
Ma rimandiamo per la storia del Parco, del Circuito e del Gran Premio a pagine più appropriate.*
Qui, in attesa della manifestazione, citiamo ancora una volta
Gabriele d'Annunzio che nel 1932 regalò a
Tazio Nuvolari una spilla forgiata dall'orafo
Buccellati, raffigurante una piccola tartaruga d'oro: "
All’uomo più veloce del mondo, l’animale più lento”.
Nella foto con dedica che accompagnava il prezioso dono, si legge ancora: “
A Tazio Nuvolari del buon sangue Mantovano che nella tradizione della sua razza congiunge il coraggio alla poesia, la più tranquilla potenza tecnica al più disperato rischio, e infine la vita alla morte nel cammino della vittoria”. (Gabriele d'Annunzio. Il Vittoriale 28 aprile 1932)