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Gli Scenari

Il Parco Adda Nord comprende i territori rivieraschi dell'Adda, lungo il tratto a valle del lago di Como, nel quale sono inclusi anche i laghi di Garlate ed Olginate. L'area naturalisticamente più interessante è costituita dall'ampia zona umida della palude di Brivio. Dal punto di vista geologico, la superficie protetta è il frutto dell'erosione provocata dalle acque al termine delle glaciazioni.
Particolarmente rilevanti gli aspetti archeologici e monumentali, con le opere di ingegneria idraulica come le chiuse di Leonardo (Trezzo sull'Adda), il ponte di Paderno e il villaggio operaio di Crespi d'Adda.

 

Il fiume
L’Adda, con i suoi 313 chilometri, è il quarto fiume in Italia per lunghezza ed è il maggiore affluente del Po. Le sue sorgenti sono sul passo di Val Alpisella ad Ovest dello Stelvio; scorre attraverso la valle di Fraele, a Bormio, tra le Alpi Retiche e le Orobie, lungo tutta la Valtellina sino a sboccare nel lago di Como a nord di Colico. Uscito dal Lario, dà luogo ai due laghi di Garlate e di Olginate, riprendendo poi la sua corsa verso la pianura. Tra Brivio e Paderno, in provincia di Lecco, l’Adda scorre in una valle incassata tra formazioni moreniche.

Da Paderno fino alle porte della provincia di Milano e poi più giù fino a Cassano d’Adda, muta il suo corso in un divenire progressivamente più calmo ma pur sempre scosceso.

Da Cassano la morfologia dell’Adda si trasforma definitivamente: l’alveo diventa ampio e la corrente meno impetuosa; in territorio lodigiano arriva a livello della campagna per congiungersi, infine, a Castelnuovo Bocca d’Adda, con il Po.

 

L'Adda, culla di cultura
Sugli argini di un fiume nascono solitamente strade, ponti, porti, commerci e luoghi di ritrovo che favoriscono l'incontro tra uomini, stimolando lo scambio di idee ed esperienze. E' così, può scoccare incredibilmente dall'acqua quella scintilla che mette in moto l'ingegno, la creatività e la crescita culturale di un popolo. Ebbene, tutto questo è accaduto anche sull'Adda, da sempre punto di riferimento di ingegni illustri: scienza e arte si sono incontrate sul fiume, trasformandosi in energia creativa.

 

Leonardo, ma non solo. A decantare l'Adda sono stati i più illusti poeti della letteratura italiana. Alessandro Manzoni l'ha reso celebre ambientando sulle sue sponde gran parte dei Promessi Sposi. Ci ha regalato pagine celebri come l'«Addio ai monti sorgenti dall'acque», ma anche una poesia intitolata «Adda»: un idillio allegorico che nel 1803 volle mandare al suo maestro, Vincenzo Monti, invitandolo a trascorrere qualche giorno sulle rive del fiume. Un altro poeta incantato dalla magia fiume fu Giosuè Carducci che nel 1877 compose «Su l'Adda»: versi che hanno reso eterno un pomeriggio in barca con la donna amata.

Nel 1947, infine, Salvatore Quasimodo pubblicò una raccolta di liriche intitolata «Giorno dopo giorno». In un'Italia nella quale era ancora vivo il ricordo della guerra, il poeta sentiva arrivare il momento di esprimere in modo meno ermetico il proprio rifiuto della violenza. E' con questo stato d'animo che scrisse «Presso l'Adda», poesia che riconosce nella natura l'emblema della lotta dell'umano contro il disumano.

Infine, la pittura: vedute straordinarie dell'Adda si ritrovano in diversi e preziosi quadri dei celebri Gaspare Vanvitelli e Bernardo Bellotto, nonché sulle tele di numerosi artisti dell'Ottocento italiano.

 

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