L’importante argomento della conservazione delle aree ricche di biodiversità che si trovano in Veneto, è sempre stato a cuore ad Andrea Zanzotto: lagune, stagni, torbiere, marcite, grandi aree golenali, le golene fluviali, la Laguna di Venezia, l’area del Sile, le Cave di Malamocco, Il Bosco delle Lame, gli Stagni di Campocroce, le Cave di Marocco e l’ Oasi Lycaena.
Una attenzione particolare è rivolta ai Palù del Quartier del Piave, frequentati da Zanzotto e oggetto di ispirazione per il poeta Pievigino.
Il toponimo Palù richiama l'antica presenza di una zona paludosa che copre un'area di circa 1000 ettari compresa tra i comuni di Sernaglia, Moriago, Vidor e Farra di Soligo caratterizzata da una zona argillosa altimetricamente più bassa rispetto alle zone circostanti, questo crea una tendenza al ristagno di acque che vanno poi ad alimentare le falde freatiche in particolare quella che alimenta più a valle le risorgive delle Fontane Bianche.
Il paesaggio costituito da una maglia di prati umidi, con fossati e piante perimetrali ha un aspetto storico naturalistico unico nel suo genere in Italia.
In Europa esistono delle realtà paragonabili in alcune zone della Francia dove sono presenti i cosiddetti "bocages". L’area interessata, era già frequentata nell'età del bronzo, vi sono ancora degli evidenti resti di un castelliere, e in epoca Romana si sono verificati i primi interventi di assetto idraulico che poi si sono concretizzati con la bonifica che iniziò intorno al 1200 per opera dei frati benedettini della vicina abbazia di S. Bona di Vidor che trasformarono gli acquitrini in appezzamenti a prato, delimitati da fossi e da siepi perimetrali a frangivento. Una sistemazione che permise l'utilizzo dell'area per la produzione di foraggio, legname e legna da ardere.
I Palù rappresentano una delle zone a campi chiusi meglio conservate in Veneto e nel Nord-Italia. Questo assetto è ancora ben visibile nelle zone più interne, dove gli appezzamenti sono ancora coltivati a prato stabile. Nei prati umidi si osservano stupende fioriture primaverili di orchidee e di Iris sibirica; nelle siepi e nelle macchie boscose si ammirano numerosi esemplari di farnia, la quercia autoctona tipica dell'antica foresta planiziale.
L'avifauna è presente con specie rare, quali il tarabuso e il falco pellegrino. Onde sottolineare l’importanza della biodiversità contenuta in questo ameno luogo situato ai piedi delle colline riconosciute patrimonio Unesco il Comitato di gestione del CEA-MEP, in collaborazione con il Comune di Sernaglia, ha ideato la mostra: “di Terra, di Acqua, di Cielo - i Palù del Quartier del Piave ed altre zone umide in Veneto.” Di grande rilevanza la presenza, in mostra, di testi poetici e un piatto realizzato da Cotto Veneto, autografo di Andrea Zanzotto, con i suoi versi dedicati ai Palù.