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Gli Scenari


PARCO NAZIONALE DELLE FORESTE CASENTINESI, MONTE FALTERONA E CAMPIGNA
Una grande area protetta nell'Appennino tosco-romagnolo, comprendente boschi e foreste tra i più estesi e meglio conservati d'Italia, custode di un elevato patrimonio floristico e di una fauna di grande interesse che annota il lupo e l'aquila reale tra i grandi predatori e diverse specie di ungulati. Le foreste e i numerosi ambienti naturali fanno da cornice ai segni di millenaria presenza dell'uomo: borghi, mulattiere e soprattutto due santuari di assoluto fascino come Camaldoli e La Verna.

BIBBIENA:  "...Ora avvenne che Amabile, la bella tra le belle si trovasse sulla Piazzolina quando fu incendiato il Pomo Bello.Quell’ultima sera di Carnevale era mescolato alla folla un giovane signore di casa Dovizi … appena vide Amabile se ne innamorò” ( Da “La Fidanzata dello Scheletro”).
Roccaforte medioevale, il nucleo antico di Bibbiena è posto sulla sommità di un colle  dal quale emerge la Torre Tarlati. Tra i monumenti il cinquecentesco Palazzo Dovizi alla cui famiglia appartenne il Cardinale Bernardo detto il "Bibbiena" (1470/1520) segretario di Papa Leone X, diplomatico ed autore della Commedia "La Calandria", specchio della società rinascimentale. Tra i figli illustri che hanno legato il loro nome a Bibbiena si ricordano i Galli, famiglia di scenografi teatrali conosciuti in tutto il mondo con il nome dei "Bibiena".  

CHIUSI DELLA VERNA:  “Quando il beato san Francesco morì lasciò tra i suoi frati un certo Amalziabene che se ne venne alla Verna attratto dall’asprezza del luogo nel quale gli pareva di potersi dedicare meglio alla penitenza che in Assisi”. (Da “Il Teschio di Amalziabene”)
Sorge ai piedi del "Crudo Sasso" e conserva i ruderi del grande castello (foto 2) della famiglia Cattani che donò a S. Francesco il Monte della Verna. Il Monte de La Verna è uno dei luoghi più' santi della cristianità' ed e' indissolubilmente legato alla storia di Francesco d'Assisi che qui nel settembre 1224 ricevette da Cristo "l'ultimo sigillo" delle stimmate. Ricco di bellezze naturali e di opere d'arte, da quasi otto secoli e' centro di attrazione e irradiazione del messaggio francescano. Nel suo complesso il santuario è formato da un vasto ed articolato insieme di costruzioni risalenti ad epoche diverse, che però non manca di una peculiare unità costruttiva.

ORTIGNANO- RAGGIOLO:  “Arrivò un giorno a Montecornioli un vecchio con barba bianca vestito di una cappamagna di seta e con un turbante in testa, cavalcava una mula bianca e dietro di lui veniva un carro tutto coperto trascinato da un paio di bovi … attorno al carro cavalcavano cinque uomini armati di lancia e tenevano a distanza chiunque si volesse accostare”. “Nella notte di Natale quando Turno fu uscito dalla caverna dopo avere commesso il furto avvenne una scena tremenda nella bellissima sala sotterranea di Montecornioli” (Da “ Lo scettro del re Salomone e la corona della Regina di Saba”).
In Casentino, tra Bibbiena e Poppi, sulla sponda occidentale dell'Arno , in un crescendo di colline che rapidamente diventano montagne si apre agli occhi del visitatore una valle magnificamente inattuale, quella del Teggina. Il verde intenso delle foreste, il fiume chiassoso, la costellazione dei paesi murati, dei casolari sparsi, il silenzio dei luoghi su cui domina una specie di sospensione del tempo producono un senso diffuso di pace. Dall'abitato di Ortignano la strada sale verso il Pratomagno, la montagna che domina l'orizzonte con l'imponenza delle sue sconfinate giogaie e dei suoi boschi solitari. Il nucleo antico del paese di Raggiolo, posto alla destra del torrente principale, è compatto ed aggregato tra casa e casa da rendere evidente il passaggio medievale dal castello feudale dei Guidi, il cui palazzo è oggi occupato dalla Chiesa di S. Michele Arcangelo, al borgo.

POPPI:  “Tanti e tanti anni fa il papa era in guerra con l’imperatore Federigo e questi per creargli impicci mandò a chiamare un santo abate del monastero di Strumi che apparteneva all’ordine di vallombrosa per nome Giovanni Ungheri e lo creò Papa sotto il nome di Callisto III” (da “La corona della Madonna”)
Il conte Simone da Battifolle nel 1200 iniziò la trasformazione del cassero del castello in residenza signorile di città e nel 1261 fece costruire l'attuale cerchia muraria con le cinque porte di accesso al paese oggi ridotte a quattro. Nel Castello di Poppi soggiornò nel 1307 e poi nel 1311 Dante Alighieri e la tradizione vuole che proprio a Poppi il sommo poeta abbia composto il XXXIII canto dell'Inferno. Percorrendo la cinta muraria che ancora oggi in gran parte circonda il paese si nota come questo sia stato costutito con una singolare forma ad "L" i cui poli d'assetto urbano sono da un lato il castello dei Conti Guidi e dell'altro l'Abbazia di San Fedele. 

CASTEL SAN NICCOLO'

Strada, centro principale del Comune, è dominata dall'antico castello dei Guidi, "piccolo maniero" dalle forme architettoniche molto eleganti circondato dal suggestivo borgo medioevale. La piazza principale del paese è occupata in parte dalla loggia costruita in pietra locale che serviva "per comodo dei mercati".dall'antico Castello dei Guidi e dalla Torre dell'Orologio.

PRATOVECCHIO STIA

Il Castello di Romena è un poderoso fortilizio di memoria Dantesca e Dannunziana. Dante, in esilio soggiornò tra queste mura trovandovi ispirazione poetica per la Divina Commedia.Al fascino del luogo non restò immune neppure Gabriele D'Annunzio che qui compose il III Libro delle Laudi di Alcyone Stia occupa una posizione caratteristica a fondo valle definita dalla confluenza di due fiumi, dalle acque ancora limpide: l'Arno e lo Staggia. L'antica strada che attraversa il "borgo" segna un ampio slargo, irregolare di forma e incredibilmente armonico, definito dai bei palazzi sei-settecenteschi che lo racchiudono con la loro teoria di portici.

Fonti: Consorzio Casentino Sviluppo e Turismo
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