Home Mission Parchi Viaggi Eventi Almanacco Multimedia Contatti
nel parco Giuseppe Dessì

Gli Scenari


Il territorio del Parco Letterario  Giuseppe Dessì è compreso nel Parco geominerario storico e ambientale della Sardegna , in particolare nelle province del Medio Campidano e di Iglesias-Carbonia, nella Sardegna del Sud-Ovest.
La zona, denominata “Parte d’Ispi” dallo scrittore nelle sue numerose opere, si propone come un unicum all’interno del quale coesistono molteplici e singolari realtà.
L’immaginario dello scrittore si muove e spazia tra il ricco patrimonio ambientale, la cultura, le tradizioni, la storia e “preistoria” che fanno dell’isola un mondo affascinante e a tratti misterioso; quei luoghi, apparentemente fantastici, arricchiti dalla “magia” letteraria sono tutti visitabili nei paesi del Parco: Villacidro, Guspini, Arbus, Buggerru, Fluminimaggiore, San Gavino.
La storia istituzionale fatta di date e di eventi si intreccia con la storia dei personaggi dei suoi romanzi, contadini, pastori, minatori, piccoli proprietari, imprenditori: uomini, donne e bambini abitanti di una terra le cui tradizioni e storia si perdono in un lontano passato.
Dessì ha saputo cogliere e rappresentare nelle sue opere una Sardegna non avvolta dal mito dell’isola selvaggia ma immersa nella storia; anche sotto questo punto di vista il suo capolavoro è il romanzo Paese d’ombre, vincitore del Premio Strega nel 1972.

San Silvano era la patria dove io, come gli animali selvatici nel bosco e gli uccelli nell’aria, mi trovavo naturalmente a mio agio, e la lontananza dai suoi boschi era sempre stata per me una grande fatica. (Giuseppe Dessì - San Silvano)

Tutta l’opera di Dessì è colma di riferimenti ai luoghi , alle montagne, alle rocce, ai fiumi, alle cascate, ai campi, agli animali che ne popolano i boschi e le campagne, agli alberi: olivastri, mandorli, ciliegi, pini… testimoni della storia dei luoghi e degli uomini, emblema e simbolo di civiltà e di vita. 
Il territorio del Parco Dessì comprende la pianura del Medio Campidano fino alle montagne del Linas-Marganai, il mare della costa sud occidentale, con la vastissima costa arburese che lambisce il golfo di Oristano le spiagge e le scogliere di Buggerru, fino al confine con l’iglesiente.

Siamo vicini alla galleria! Perché non andiamo a vedere? – Andiamoci! Girarono oltre la siepe di salici e sambuchi, scavalcarono un muretto, oltrepassarono il torrente camminando sui sassi scuri che emergevano dall’acqua e si inoltrarono in un boschetto di eucalipti attraverso un sottobosco di felci fino all’ingresso della grotta.
Giuseppe Dessì, Paese d’ombre 

La varietà delle formazioni del territorio fanno del parco un microcosmo di ambienti naturali vari e ricchi di vegetazione e di fauna.
I paesaggi si alternano: pareti granitiche, cascate e boschi, e, a pochi chilometri di distanza, spiagge e scogliere, dune ricoperte di ginepri e pinete rigogliose.

Ai fitti boschi e alla macchia mediterranea si alternano, nelle parti più pianeggianti, estesi campi coltivati: vigneti, oliveti, mandorleti, frutteti di vario genere che producono per le nostre mense gustosissime ciliege, pere, mele, pesche, agrumi e tanta altra frutta prelibata. Nelle zone più vicine al mare la vegetazione alta diviene più rada per lasciare spazio alla macchia mediterranea e a fitte colonie di ginepri che ricoprono le dune, con i loro tronchi contorti e sinuosi. I boschi e le campagne sono popolati da numerose specie animali: cinghiali, martore, lepri sarde, volpi, gatti selvatici e cervi sardi, ma non mancano i rapaci che hanno trovato nelle montagne della zona rifugio sicuro: sparvieri, aquile reali, falchi pellegrini e ancora uccelli comuni come civette, assioli, merli, cardellini, pernice sarda, ecc.
Nelle zone umide vicine al mare trovano un habitat ideale molte specie di uccelli palustri tra cui il germano reale, la folaga e, nei pressi degli stagni di Santa Maria e San Giovanni, il fenicottero rosa.

La necropoli etrusca della valle del Limene, i resti dell’acquedotto romano di Norbio, le chiese pisane abbandonate sulle colline come navi in secca, e le altre rare vestigia sparse lungo la strada del tempo in questa desolata regione, giù giù fino ai due palazzotti settecenteschi e al seminarietto (che stanno però un poco fuori del paese e quasi non ne fanno parte), testimoniano, più che soste, passaggi di gente forestiera che non riuscì a mettere in Parte d’Ispi profonde radici. Solo le tombe dei giganti rispondono al vero carattere di questa terra e attestano una civiltà autoctona spentasi senza lasciare altre tracce. (Giuseppe Dessì - Paese d’ombre)

Il territorio del Parco  vanta una lunga e antica storia di genti che lo hanno abitato fin dal periodo Neolitico come dimostrato dai ritrovamenti fatti in varie località. Numerosi siti testimoniano l’intensa frequentazione della zona in età nuragica: protonuraghi, nuraghi semplici e complessi, grotte santuario e tombe dei giganti che si scoprono tra i campi, sulle colline e in piena montagna. I Fenici, attratti dalle coste del sud dell’isola, sbarcarono in Sardegna a partire dall’VIII secolo a. C. e fondarono le loro colonie tra cui anche la città di Neapolis.
Dalle coste penetrarono nell'interno dando luogo ad un’intensa colonizzazione e costruendo importanti centri circondati da vaste zone destinate alla coltura, soprattutto del grano, per il fabbisogno delle città.

Tutti quelli che vengono da noi vogliono fare la “battaglia del grano”. Cominciarono i Cartaginesi. Come si sa essi fecero della Sardegna uno dei loro più grandi granai. Lo racconta Diodoro, e ci dice con quali mezzi ci riuscirono. (…) I Romani continuarono (…) I genovesi e i Pisani furon da noi solo di passaggio, ma ci furono da conquistatori; gli Aragonesi non lasciarono tracce di civiltà. Il Piemonte paralizzò letteralmente l’economia sarda con la legge delle chiudende. (Giuseppe Dessì - Le due facce della Sardegna)

foto e test: parcodessi.it 
Creazione Siti WebDimension®