Home Mission Parchi Viaggi Eventi Almanacco Multimedia Contatti

Tradizioni


Paese di forti tradizioni religiose, Galtellì riserva una particolare attenzione alle feste più sentite che scandiscono nel corso dell’anno la devozione popolare. Con Sant’Antonio, il 16 e il 17 gennaio, si da avvio allo spettacolare scenario di feste che si perpetua da secoli, sempre con la stessa emozione e suggestione. Ai falò che si accendono nei diversi rioni, si accompagnano dolci ( il tipico “cocconeddos e pistiddu”) e vino.
Segue a febbraio la festa di Santa Maria delle Torri, celebrata con la tradizionale processione accompagnata da canti sacri. Vengono appresso i riti della settimana Santa, che si rinnovano con particolare solennità e con pratiche devozionali ultrasecolari, che, coordinate dalle confraternite di Santa Croce e delle Anime, vedono come momenti di grande commozione la cerimonia del Lavabo ( lavanda dei piedi), la processione del Venerdì Santo, chiamata “de Sos Nicodemos”, e il rito toccante “de S’Incontru”.
 
Il tre maggio si rinnova, con i colori e l’eleganza dei costumi tradizionali, che vedono mescolarsi con grande gusto il rosso, il nero, il bianco candido di camice impreziosite dall’oro e l’argento di antichi gioielli, la festa del Santissimo Crocifisso. La devozione al Cristo miracoloso è forte tale da richiamare numerosi fedeli da tutta la Sardegna.

La prima domenica di giugno si celebra con particolare solennità, la festa di San Giuseppe. Festa campestre ravvivata da canti e balli tradizionali e distribuzione di vivande a tutti i convenuti. Sempre a giugno, alla fine del mese, si svolgono i festeggiamenti in onore di San Pietro, ricorrenza prettamente religiosa ma molto sentita.

La prima domenica di settembre è la volta di Nostra Signora d’Itria, con celebrazione religiosa seguita da un pranzo tipico per i commensali.
Dal 2001, il 14 Settembre, si rinnova la festa del Cristo sul monte Tuttavista. I festeggiamenti, esclusivamente religiosi, si svolgono in onore della maestosa statua bronzea del Cristo sistemata in una delle punte più alte della montagna. La scultura venne realizzata da un autore spagnolo e riprende l'immagine del Cristo gotico-toscano custodito nella chiesa parrocchiale. Molto intensi sono i preparativi in onore dei Santi e dei Morti, in novembre, con la preparazione del dolce tipico: sos papassinos.
Caratteristico il giorno dei morti, quando i bambini in gruppo vanno a chiedere “su petti coccone” in tutto il paese, con l’auspicio di riempire i sacchetti che si portano dietro di dolcetti e caramelle per “sas animas”( per i morti).

Le feste in genere sono accompagnate dai balli tradizionali, con la partecipazione dei gruppi folkloristici con indosso i colorati ma composti costumi tipici, subito scortati dal suono melodioso della fisarmonica. “…la fisarmonica riempie coi suoi gridi lamentosi il cortile illuminato da un fuoco d’alaterni, il cui chiarore rossastro fa spiccare sul grigio del muro la figura svelta e bruna del suonatore, i visi violacei delle donne e dei ragazzi che ballano il ballo sardo. Le ombre si muovono fantastiche sull’erba calpestata e sui muri della chiesa; brillano i bottoni d’oro, i galloni argentei dei costumi, i tasti della fisarmonica: il resto si perde nella penombra perlacea della notte lunare…”

In paese sono ancora vive le tradizioni culinarie con arrosti di porcetto e agnello, a seconda dell’occasione; pasta fatta in casa: ravioli (gulurjones) di ricotta o di formaggio, maccarrones de punzu e maccarrones de busa; dolci tipici come la sevadas, adatta a tutte le occasioni, vini e formaggi. Immancabile, nelle nostre tavole, il pane carasatu, la cui preparazione è un vero e proprio rituale oltre che una faticosa giornata di lavoro per le massaie.
 
 
Creazione Siti WebDimension®