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Letteratura, cibo e territorio

09 Dicembre 2020
Letteratura, cibo e territorio
Intervista a Fabio Parasecoli, ordinario di Food Studies alla New York University

Il prof. Fabio Parasecoli, ordinario di Food Studies nel dipartimento di Nutrizione e Food studies della New York University, da New York ci racconta la sua visione del sistema dei Parchi letterari, unendo le sue passioni per il cibo e per la ricerca, le sue aree di studio e di lavoro, e le sue pubblicazioni e conferenze riguardano i temi del food, la cultura popolare e la politica, con particolare attenzione per il food design. 
Ha studiato a Roma, Napoli e a Pechino.
Letteratura e cibo, cibo e territorio: attraverso questo scambio emergono appunti incrociati su questi temi, che portano ad attraversare molte epoche. Il cibo, nella letteratura, ha spesso il posto dell’invitato d’onore. In ‘Donna Flor e i suoi due mariti’ di Jorge Amado, il cibo si alterna alle effusioni dando luogo a pagine ambientate fra la passione sfrenata e le ricette, le lezioni di cucina. I
In “Casalinghitudine” di Clara Sereni le ricette scandiscono i ricordi e ci portano a scoprire non solo le atmosfere vissute, ma anche appunti culinari che fanno da ritornello, da controcanto alla narrazione. Da Proust a Carlo Levi, dal Gattopardo a Rabelais: “E
siccome Pantagruele nacque proprio quel giorno, suo padre gli diede il nome che gli diede, perché, in greco, dire panta è come dire tutto e gruel, in lingua agarena, è lo stesso che dire assetato; volendo significare così che alla nascita del figlio tutto il mondo era in preda alla sete, ed anche preannunciare, con ispirata chiaroveggenza, che un giorno egli sarebbe diventato re degli assetati, come del resto gli fu preconizzato per altri segni evidenti nella circostanza medesima. Infatti, nel mentre che la madre Badalocca stava per metterlo al mondo e le comari aspettavano per riceverlo, dal ventre della partoriente si videro uscire prima sessantotto mulattieri ognuno dei quali tirava per la cavezza un mulo stracarico di sale; seguirono poi nove dromedari carichi di prosciutti e lingue di bue affumicate e sette cammelli carichi di anguille salate; e poi venticinque carrette di porri, agli, cipolle e cipollette. Questo spaventò enormemente le levatrici”. Ed è come Pantagruele che sarebbe bello affrontare la vita: affamati di vita, affamati di sapere.

È in uscita il volume in inglese  Global Brooklyn 'Designing Food Experiences in World Cities' di Fabio Parasecoli e Mateusz Halawa edito da Bloomsbury.

Fotografia di ©  Duccio Battistrada

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