A Ridefinire i confini della bellezza, soprattutto se si parla di quella nostrana, ma con un senso più esteso del termine, non Vizzinese nè Siciliana né Italiana ma Mondiale, si propone i Parchi Letterari . Nella specie dei fatti, il proposito é quello di dare all'eredità materiale e immateriale che Verga ci ha lasciato, il valore che meriterebbe, tramite l'istituzione rinnovata del “Parco Letterario Giovanni Verga" : la vision è quella di utilizzare il potere del collante letterario per esaltare la magia intrinseca di un luogo quale Vizzini, un'idea galvanizzante, che potrebbe portare, se adottata e “industriata” nel modo giusto, a benefici non trascurabili.
Il rilancio e la promozione del territorio: i luoghi che ispirarono Verga a produrre le opere che ha scritto, come l’osteria della gna’ Nunzia nella Cavalleria Rusticana, il borgo della Conceria, dove ebbe luogo il famoso duello tra compare Alfio e Turiddo; La casa, vicino l’attuale castello medievale nel quartiere storico della Matrice, nella quale Verga immaginò la residenza di Mastro Don Gesualdo nell’omonimo romanzo; il monastero di San Sebastiano nella centrale odierna Via Vittorio Emanuele, frequentato da Rosalia, giovane della quale Verga si innamorò in età adolescenziale e che darà spunto al romanzo epistolare Storia di una capinera, ecc.
La collocazione di Vizzini all'interno di uno scenario internazionale: il Parco Letterario Giovanni Verga, quando istituito, andrebbe ad aggiungersi agli altri già funzionanti e funzionali in Italia e in Europa; la rete dei parchi contribuisce a rendere “un luogo” più conosciuto a tutti, sia esso qualificato o ancora poco rinomato, perché l’obiettivo è quello di promuovere in “tutti” i modi possibili, tra cui l’arteria digitale del web, accessibile a tutti in tutto il mondo, indipendentemente dall'ubicazione geografica.
I capisaldi del territorio: La filiera enogastronomica
Tantissime sono le primizie che si annovererebbero: dalla pianta endemica del sommacco, una volta adoperata per le pelli e oggigiorno utilizzata nella gastronomia gourmet; alla pianta del fico d'india, frutto ricoperto da una buccia spinosa che al suo interno contiene un cuore carnoso costellato da piccoli semini, col quale si fa la mostarda; ma anche e soprattutto la ricotta, per la quale Vizzini è rinomata, sede della famosa sagra del venticinque Aprile (oggi sponsorizzata come Sagra dei Sapori e dei Saperi).
L’intero paese è una fucina di sapori attiva H24, sette giorni su sette. Conta la presenza di ben cinque panifici e dieci pasticcerie, tutti articolati lungo i 3km del centro abitato. I panifici non si limitano a sfornare solo pane, ma producono le migliori prelibatezze del posto, come nucatole, paste di mandorla farcite al pistacchio e al mandarino, cannoli, cassatelle e sfoglie farcite con ricotta a chilometro zero, bombe alla crema, sfinci fritte alla nutella; per non parlare del reparto rosticceria: cuddiruni, cipolline, pizze, scaccioni e arancini/e, ecc...
Le chiese e l’arte
È grande il patrimonio storico artistico e culturale che il Paese offrirebbe, dagli stupendi edifici in stile barocco, arabo e gotico, alle tortuose stradine in stile medievale. Vizzini era sede di numerose baronie che hanno lasciato una grande offerta stilistica per tutti gli amanti dell’architettura e in generale del buon gusto. Basti sapere che alla fine dell’ 800 erano attivi quaranta edifici ecclesiastici.
All’epoca Vizzini contava circa venticinquemila abitanti e la popolazione era molto religiosa, per esempio solo nel quartiere alto della matrice, in un raggio di 200 metri, erano attive ben sette chiese.
Il folklore, il cinema e la musica
Basterebbe citare la Cavalleria Rusticana del compositore Pietro Mascagni per attirare i feticisti della lirica, che prende appunto il titolo dalla omonima Novella; o la trasposizione cinematografica del regista Franco Zeffirelli, per attirare gli amanti del cinema popolare, girata nel 1981 proprio a Vizzini, ove presero parte numerose figure locali, personaggi dai quali pori trasuda una potente bramosia di riscatto sociale, tema concretizzato dal Verga nella “robba” ma che diversamente, rispetto agli epiloghi a cui l’esponente verista ci ha abituato, oggi incarnerebbero appieno il concetto di resilienza.
“Make Verga great again” qualcuno direbbe, con l’idea di omaggiarlo e sponsorizzare questo immenso patrimonio ereditato e prezioso per tutti noi.
Foto di copertina di Wikimedia
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