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Alda Merini, eroina del caos

18 Marzo 2021
Alda Merini, eroina del caos
Annarita Briganti scrive un saggio necessario e indispensabile su Alda Merini. Nelle pagine la fa volare in alto, facendo conoscere la poeta in tutta la sua interezza e complessità. Di Annalisa Nicastro

Annarita Briganti scrive “Eroina del caos” (Cairo editore) a 10 anni dalla scomparsa di Alda Merini, un libro che ricostruisce la vita pubblica e privata della poeta attraverso testimonianze inedite e interviste, arricchite da un testo di Sua Eminenza il Cardinale Gianfranco Ravasi, che era suo consigliere spirituale, e una delle ultime lettere scritte da Alda Merini.
L'autrice racconta la vita della Merini come se fosse un romanzo, cogliendo l'esistenza intensa di una donna complessa, ribelle, che andava contro ogni forma di convenzione e d'ipocrisia. Alda Merini, in effetti, sta un po' stretta dentro i bordi di una pagina perché la sua scrittura potente, i suoi amori celebri, le sue innumerevoli solitudini tra i due matrimoni e le quattro figlie, una guerra mondiale e i suoi ricoveri in manicomio e i cinquanta elettroshock, inondano come un fiume in piena tutta la vita che ha vissuto, piena di dolore ma anche di gioia, perchè come dice sua figlia Barbara nel libro “mia madre è stata anche felice”.

Annarita Briganti
con uno stile originale ci restituisce con passione la storia di una donna che non ha mai rinunciato a essere libera e che ha pagato un prezzo altissimo per questo. Il suo libro restituisce alla poeta milanese la libertà di essere, di volare sul nostro mondo restituendole quanto negli anni molti le hanno tolto, isolandola e non dandole comprensione. La poeta Merini diceva che “se si toglie la polverina dalle ali della farfalle poi non volano piu”. L'autrice di questo saggio, necessario e indispensabile, la fa volare in alto, facendo conoscere la poeta in tutta la sua interezza e complessità.

Il libro è diventato anche uno spettacolo teatrale e nel 2019 è stato tra i vincitori del Premio internazionale di letteratura Città di Como per la Saggistica.
La Briganti, giornalista de “La Repubblica” e “Donna Moderna” ama raccontare le storie di grandi donne, infatti ha da poco pubblicato il suo nuovo saggio biografia: Coco Chanel. Una donna del nostro tempo (Cairo, 2021).

Annarita con il libro Eroina del caos è stata la prima volta che ti si dedicata a scrivere un saggio. Da dove nasce l'idea di questo libro?

La saggistica è un genere nobile e sono fiera di essere una delle poche saggiste donna in Italia. L'eroina del caos, dedicato ad Alda Merini, è stato il mio primo saggio che rinnova il genere perchè è anche una biografia e un reportage frutto di interviste, ricerche sul campo e contenuti inediti che si legge come un vero e proprio romanzo. Il mio secondo saggio, uscito da poco, l'ho dedicato ad un'altra donna dalla vita romanzesca: Coco Chanel.

Cominciamo dal titolo: “Eroina del caos”. Come la vedi tu Alda Merini?
Molti conoscono la vita drammatica che ha avuto la poeta, benedetta dal talento e dal dono della poesia e delle parole ma anche segnata da un lunghissimo internamento. Eroina perchè a dispetto di tutto e tutti ha sempre superato i suoi guai. La Merini aveva una capacità rara di gestire il caos e amava molto anche crearlo attorno a se, nel privato e nel pubblico. La sua famosa casa sui Navigli rispecchiava questo suo aspetto, riflettendo la sua grande creatività che non era controllabile e incanalabile.

Ha passato 12 anni della sua vita in manicomio, che idea ti sei fatta sulla “follia” della Merini?

“Da vicino nessuno è normale”, questa è la scritta che accoglie i visitatori all'ingresso dell'ex Paolo Pini, l'ospedale psichiatrico dove la poeta è stata internata. E' una frase che fa riflettere tutti su cosa sia la “normalità”. Io credo che ognuno di noi abbia una certa quota di disagio, mi piace di piu' usare questo termine al posto della follia. Un disagio con cui ognuno di noi cerca di venire a patti con strategie personali e diverse. Alda Merini non è mai stata messa nelle condizioni di affrontare il suo disagio. Erano tempi diversi che non offrivano né una psicanalisi nè una chimica evoluta come quella che abbiamo a disposizione oggi. Quindi all'epoca sulla sua pelle hanno sperimentato pratiche che riconosciamo tutti essere state inaccettabili, prendiamo il caso dell'elettroshock, che la Merini ha subito piu' e piu' volte.
Da cosa è dovuta la “follia” della Merini? Ho avuto un'intuizione che nel libro ricollego ad uno dei contenuti piu' importanti in esso contenuto. Molti non sanno che la poeta è sopravvissuta alla seconda guerra mondiale e con la sua famiglia è stata costretta a sfollare su un carro bestiame e a ritrovarsi a vivere a Vercelli in una specie di stalla, dove lei, giovane, accudiva la mamma e il fratello appena nato.
Cosa è successo durante lo sfollamento? La mia intuizione è che in quel periodo potrebbe essere successo qualcosa che abbia rappresentato il suo trauma iniziale che l'ha segnata in seguito per tutta la sua vita.

E' stata portavoce del dolore Alda, ma anche della gioia di vivere?

Portavoce del dolore è una bellissima definizione. La produzione poetica della Merini è caratterizzata dal dolore, questo spiega il perchè molti giovani continuano ad amarla riconoscendosi nella disillusione del primo amore, nel senso di solitudine e alienazione che esprimeva nei suoi versi. La poeta soffriva molto il senso di isolamento, perchè molti erano gelosi del suo successo e poi non era neanche semplice stare accanto ad una grande e complessa personalità come la sua.
La frase che rappresenta meglio la sua forza è, secondo me, “La vita è stata un inferno, ho pagato un prezzo caro però me la sono goduta”, è stata un esempio di come ha vissuto al massimo fino alla fine. Questo aspetto della felicità mi ha chiesto di sottolinearlo Barbara Carniti, la figlia che forse le assomiglia di piu'. Quando l'ho intervistata mi ha chiesto di ricordare nel libro come la madre sia stata una persona capace di essere felice.

Arte e Vita nella poeta milanese come convivono?

Arte e Vita nella sua esistenza non hanno una distinzione. Non aveva un confine tra la sua vita privata ma anche tra le persone. Ci sono due esempi uno è Giuliano Grittini, il suo fotografo ufficiale che è anche autore della copertina del mio libro, ma anche il suo grande amico.
Stesso discorso per Alberto Casiraghi editore che ha tirato fuori l'aforista nella poeta milanese, un aspetto che molti non conoscono della Merini autrice di aforismi. Era molto brava a scriverli ne cito uno come esempio: “non sono bella sono soltanto erotica”. Casiraghi ha pubblicato i suoi aforismi ed era anche un suo profondo amico, si facevano anche cinquanta telefonate al giorno. Arte e vita non erano scindibili per lei anche perchè la sua ispirazione partiva sempre dalla realtà.

Ha vissuto in anni di grandi cambiamenti sociali, soprattutto per le donne. Come si pone la Merini in quel panorama?

La Merini come donna novecentesca non è quella intellettuale che si poteva schierare apertamente, non avrebbe potuto farlo come facciamo noi oggi liberamente. Lei è dalla parte delle donne de facto cioè come essere donna con lo smalto sbrecciato, con i segni del tempo e della malattia sul corpo, senza filtri e ci insegna in un'epoca “finta“ come quella di oggi ad essere persone reali.

I Parchi letterari omaggiano gli scrittori e le scrittrici che sono stati influenzati da quei luoghi che hanno vissuto riportandoli e ricordandoli nei loro versi. Quanto il luogo in cui Alda Merini ha vissuto è stato di ispirazione per quello che ha scritto?

Totalmente. Alda Merini è Milano, Milano è Alda Merini, al punto che per il suo decennale è stato inaugurato il ponte della poesia sui Navigli, il ponte che lei attraversava ogni giorno nella zona in cui viveva. Ed è bello pensare per le future generazioni che ci sia una cosa cosi' eterna come un ponte che la ricorderà per sempre. Un altro segno d'amore di Milano verso la poeta è la sua presenza al Cimitero monumentale e, come racconto nel libro, la tomba di Alda è sempre piena di fiori freschi. L'amore tra la Merini e Milano è quello piu' ricambiato in tutta la sua vita.

Che magia c'è nella poesia di Alda Merini?

C'è quella magia che solo i grandi hanno e che rende la sua poesia unica. La Merini puo' piacere o non piacere ma è indubbio il suo ruolo nel corso del '900, è la nostra poeta piu' importante, una tra le poche candidate al Premio Nobel.

Posso chiederti se c'è una sua poesia a cui sei piu' affezionata rispetto alle altre?

I versi che ho messo in epigrafe sono molto importanti per me. Lei era afflitta dalla solitudine e ha sempre avuto un bisogno molto forte di presenza e sono certa che dà voce a tante di noi. Era una persona molto generosa, si apriva agli altri, ci credeva ma spesso si trovava puntualmente sfruttata e rimaneva da sola.

Ho bisogno di sentimenti
Di parole, di parole scelte sapientemente,
di fiori, detti pensieri,
di rose, dette presenze,
di sogni, che abitino gli alberi,
di canzoni che faccian danzar le statue,
di stelle che mormorino all'orecchio degli amanti...
Ho bisogno di poesia,
questa magia che brucia le pesantezza delle parole,
che risveglia le emozioni e dà colori nuovi.

 (da Io non ho bisogno di denaro, Alda Merini)

Alda Merini di Assia Karaguiozova, designer artista, ispirata dalle parole di Alda Merini: "Sarò brava però non spolvero. Lei tolga la polvere alle farfalle e non volano piu'"

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