Heritocide nella regione del Tigray in Etiopia - Heritocide in Tigray region of Ethiopia (find the english version attached)
La più settentrionale delle nove regioni etniche del Paese, la Regione del Tigray, è la culla dell'Etiopia, nome citato per primo come nome alternativo al regno di Axum, allora epicentro del potere del Mar Rosso e secondo solo agli Imperi Romano e Persiano, con i quali aveva un commercio molto attivo di avorio e sale.
Il primo regno conosciuto a sorgere in quello che oggi è il Tigray, fu "D`mt" intorno all'800 a.C. - di cui rimane il Tempio di Yeha -, poi sostituito dall'Impero Axumita, che durò almeno dal 400 a.C. al 900 d.C.. Estendendosi ben oltre l'Eritrea moderna e il Tigray, l'impero lasciò molti monumenti storici come maestose stele e le rovine di molti palazzi la cui archeologia resta ancora da studiare.
I Tigrini sono discendenti dei primi popoli di lingua semitica che risalgono ad almeno 4000 anni, rendendo la regione il più antico luogo abitato ininterrottamente dell'Africa a sud del Sahara. La tradizione etiope vuole che la nobiltà etiope, originaria del Tigray, faccia risalire i propri antenati al re Menelik I, figlio della regina Saba e del re Salomone, così come fanno i sacerdoti della Chiesa Ortodossa Etiope Tewahedo. Attraverso il suo porto del Mar Rosso, l'allora Adulis, l'impero di Axum divenne la regione attraverso la quale le carovane mercantili arrivavano fino alla Persia e oltre, commerciando sale e avorio.
Le chiese del Tigray scavate nella roccia mostrano i paesaggi più emozionanti e la più lunga tradizione Cristiana. Sconosciute al mondo esterno, queste chiese furono descritte per la prima volta dall'esploratrice britannica Ivy Pearce come "il più grande dei patrimoni storico-culturali del popolo Etiope". Le chiese rupestri sono semi-monolitiche (solo parzialmente separate dalla dura roccia) o scavate nelle grotte. Ci sono più di 200 di queste chiese rupestri tra Gheralta e Adua, molte delle quali con una accessibilità relativamente facile, ma alcune possono essere raggiunte solo inerpicandosi lungo passaggi difficili o addirittura scalando pareti rocciose.
Il Tigray è anche sede della moschea Nejashi, che si dice sia la prima moschea in Africa e una delle più antiche moschee del mondo, dove i primi seguaci del Profeta Maometto (pbsl) furono perseguitati e oppressi nella loro stessa terra dalla tribù Quraysh della Mecca per la loro fede nell'Islam. “Il profeta Maometto si rese conto che non poteva proteggere i suoi seguaci dagli attacchi e disse: "Vai all'Habesha, lì c'è un re cristiano. C'è giustizia nel suo regno. Habesha è la terra della verità. Pertanto, vai lì finché non otteniamo la vittoria con l'aiuto di Allah.” Quindici compagni del Profeta Maometto (pbsl) ebbero la loro prima migrazione (ègira/hijira) e arrivarono nel territorio dell'Impero Axumita nel 615 d.C., migrazione seguita da una seconda con un gruppo più grande di circa 101 persone.
Il Tigray contribuisce in gran parte al patrimonio materiale e immateriale dell'Etiopia e parte del contributo dei Tigrini non è solo all'Etiopia ma alla nostra storia umana nel mondo. Di seguito sono riportati alcuni degli esempi del ricco patrimonio culturale del Tigray.
Cosa è successo al Patrimonio Culturale?
La guerra nella regione settentrionale del Tigray in Etiopia - che dal 4 novembre vede opposti gli eserciti Etiope ed Eritreo contro il governo eletto del Tigray - ha suscitato preoccupazione per il suo bilancio umanitario, con decine di migliaia di Tigrini in fuga nel vicino Sudan e accuse di genocidio e crimini violenti contro civili. Le accuse di atrocità, stupri, genocidi e crimini contro l'umanità stanno diventando la prima pagina di tutti i media occidentali, ma viene data poca attenzione ai crimini contro il patrimonio culturale. Come disse una volta l'ex Direttore Generale dell'UNESCO "La distruzione della cultura è un elemento di una strategia globale di odio, e la lotta contro l'impunità e il rispetto per lo stato di diritto devono essere parte integrante di una visione più ampia per la pace".
A causa della guerra attiva, sembra difficile conoscere l'esatto danno sul patrimonio culturale.
Finora ciò che si sa è che:
Si può immaginare perché le truppe Eritree siano coinvolte in tale crimine contro il patrimonio culturale, ma perché le truppe Etiopi siano attivamente coinvolte in tale crimine contro la propria eredità culturale rimane senza risposta. Stanno commettendo crimini contro la loro stessa eredità o stanno dicendo al mondo che il Tigray non fa parte dell'Etiopia? Il tempo ci darà la risposta.
Gabi Bright
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ndr La grande stele in primo piano nell'ultima foto, spezzata in diversi tronconi e probabilmente mai eretta per l'eccessivo peso e per l'altezza di 33 metri, è considerata il più grande obelisco del mondo. Il cd Obelisco di Axum, che ad Axum è chiamato l'Obelisco di Roma, è il primo in secondo piano senza i supporti di sostegno .
Immagine di copertina di Valeria Crispino