‘Là, tout n'est qu'ordre et beauté,
Luxe, calme et volupté’.
Charles Baudelaire
È una questione di identità, di luci, di incontri, di terre e di paesaggi e monti, colli, pianure dove smettere per un momento di passare continuamente accanto a noi stessi, dove ritrovarci fra le tessiture di sogni, delusioni e lotte e speranze. I Parchi letterari ci restituiscono parti disseminate e disperse delle nostre ricerche personali, di ciò che, stratificato, ci compone. Territori, tempi colmi di volontà, di volti e antichi sguardi, idee e magie che vediamo crescere attorno a noi; paesaggi sognanti, pratici, ribelli e segreti. Il territorio è un paesaggio umano e culturale in cui leggere ciò che ci rende vivi. Sono mondi che ci contengono da sempre, mondi profondi e umani. Nel viaggiare scivoliamo fuori e ci allontaniamo dalle nostre corazze sfuggendo tutto ciò che ci rinchiude in una quotidiana rinuncia alla riflessione, a ciò che ci imbriglia, che ci imbroglia nella percezione di noi facendoci dimenticare la bellezza e l’importanza del cambiamento di prospettiva. È un invito ad una leggera, forte destabilizzazione che nel toglierci dai nostri equilibri ci stordisce per farci rinunciare per un momento ai nostri baricentri, alle certezze dei nostri assunti. Una fuga dalla fissità.
Settembre è il mese di ripresa delle attività e anche il momento per fare miglior tesoro di ciò che abbiamo potuto consolidare in questo periodo di stacco e di sospensione. La sospensione è uno stato sordo, l’opposto di quello di un viaggio, anche se un viaggio interiore è spesso foriero di inaspettate ripartenze, di ritrovate, rinnovate forze. Nella stasi non si avverte quasi il dolore, si resta anestetizzati e inattivi, come se un grosso peso gravasse sulla nostra testa e sul nostro corpo. Il pensiero tuttavia lavora in questo vuoto. La parola ‘vacanza’ è vicina al concetto di vuoto. Vuoto costruttivo. Dopotutto, il tempo in cui si decide dove andare e chi avere accanto è tempo prezioso, non è tempo costretto. Oggi diamo per scontata la possibilità di spostarci da un paese all’altro, ma appena qualche secolo fa i viaggiatori erano considerati dei visionari, Marco Polo, Magellano, Cristoforo Colombo. Senza le loro intuizioni tutto sarebbe stato diverso. Basta poi leggere Tiziano Terzani e Bruce Chatwin, per citare alcuni scrittori che del viaggio hanno fatto un motivo di vita regalandoci le loro parole, le loro immagini e i resoconti delle loro esperienze.
A Roma esiste una bellissima libreria dedicata al viaggio. Il viaggio può essere anche inteso come spostamento a corto raggio, per raggiungere posti insoliti che non abbiamo mai visitato, e conoscere oltre ai luoghi e i paesaggi anche le popolazioni dei luoghi.
L’Italia è un prisma, con luoghi di ogni natura, diversi l’uno dall’altro, ed è spesso in questi angoli minuti, più raccolti rispetto alle zone urbanizzate che nascono scoperte e innamoramenti.
Questo è un invito al viaggio, come il titolo di una poesia di Charles Baudelaire. Un invito ad allargare i nostri percorsi mentali, anche quando non immagineremmo mai di incontrare qualcosa di nuovo. Qualcosa di nuovo c’è sempre perché nessuna esperienza può essere uguale a sé. “E non c’è niente di più bello dell’istante che precede il viaggio, l’istante in cui l’orizzonte del domani viene a renderci visita e a raccontarci le sue promesse”. Milan Kundera
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Immagini di Ginevra Sanfelice lilli