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Casarola e i luoghi di ispirazione di Attilio, Bernardo e Giuseppe Bertolucci

14 Marzo 2022
Casarola e i luoghi di ispirazione di Attilio, Bernardo e Giuseppe Bertolucci
Casarola è una frazione di Monchio delle Corti, in provincia di Parma. Abitazione e poi meta estiva di Attilio e Ninetta Bertolucci con i figli Bernardo e Giuseppe, ispirò la poetica di Attilio e il cinema di Bernardo e Giuseppe

Arrivavamo alla nostra casa verso sera e davanti agli occhi mi si apriva la visione di un paese favoloso, staccato non solo dalla pianura ma dal mondo. (Attilio Bertolucci, dall’intervista di V. Varesi, Gazzetta di Parma, 9 agosto 1989)

 Casarola, in provincia di Parma, è una frazione del comune di Monchio delle Corti all'interno di due Aree protette: il Parco regionale dei Cento Laghi e il Parco Nazionale dell'Appennino Tosco-Emiliano,  Riserva MaB Unesco. 

E’ noto soprattutto per essere il paese d’elezione del poeta Attilio Bertolucci, che conobbe Casarola per la prima volta negli anni '20, quando raggiunse a piedi il piccolo borgo appenninico attraverso una mulattiera per raggiungere la casa paterna dopo avere preso un tram a vapore per Langhirano e poi una corriera fino a Monchio.

 Casarola diventa nel 1943 per un breve periodo l'abitazione di Attilio che, nel frattempo, si era sposato con Ninetta Giovanardi ed aveva avuto i due figli Bernardo e Giuseppe. Gli eventi della guerra spingono la famiglia Bertolucci ad allontanarsi dalla città per trovare rifugio a Casarola, sebbene la casa fosse abbandonata da tempo. Ma le divisioni delle SS raggiungono anche quel posto sperduto dell'Appennino parmense, con un rastrellamento feroce che Bertolucci descrive mescolando particolari realistici ad osservazioni più profonde nel romanzo in versi La camera da letto.

Da quando il poeta nel 1951 si trasferisce a Roma, Casarola, diventa meta estiva e farà da sfondo alla prima pellicola di Bernardo, girata con una cinepresa a 16 millimetri nel 1956, la teleferica, suo fratello Giuseppe e le cugine Marta e Galeazzina erano gli attori improvvisati di quel piccolo film. 

Tre ragazzi fuggiti da casa dopo pranzo quando tutti dormono perché è luglio e fa caldo, si perdono in un bosco di castagni secolari tra felci e massi caduti dal Groppo Sovrano, bosco che Bernardo riprenderà poi nel film La tragedia di un uomo ridicolo con Ugo Tognazzi. Mentre la bimba più piccola prega davanti ad una maestà, sperando in un segno o in un miracolo, la più grande e Giuseppe cercano tra i rovi e i castagni indizi per ritrovare la via del ritorno. Finalmente si presenta davanti ai loro occhi una vecchia teleferica abbandonata da chissà quanto, nascosta tra cataste di legna e ripercorrendo la sua traiettoria riescono a ritornare a casa senza che nessuno si accorga di nulla.

 Questa pellicola segnerà in futuro profondamente Bernardo a cui suo padre Attilio dedicò una bellissima poesia intitolata proprio la teleferica presagendo già la sua vocazione.

 […]
L’ultima inquadratura è dall’alto
di un ramo di cerro, l’occhio della macchina
ricerca inquieto i tuoi occhi inquieti,
guida sconfitta,
mentre già le bambine si distraggono,
la più grande delle sorelle intreccia
un cappello di foglie sui capelli
della più piccola, l’operatore-poeta
se ne innamora anche lui, pensa all’effetto
che ne ricaverà quando avvizzite
le foglie finiranno sulla polvere
rosata del crepuscolo freddo
sulla via del ritorno, scordati
il dolore precoce, la pupilla delusa,
il tema umano della novelletta

(Attilio Bertolucci, La teleferica, Viaggio d’inverno, 1971)

Casa Bertolucci da quasi vent’anni è diventata un vero e proprio punto di riferimento per un intero territorio, meta di numerosissime visite guidate, teatro di presentazioni di libri, dibattiti e approfondimenti culturali e musicali, set naturale per letture e incontri poetici.

Nel 2015 dopo aver lavorato a fianco della Soprintendenza delle Belle Arti e del Paesaggio di Parma e Piacenza siamo riusciti ad ottenerne la tutela di questa casa che risulta essere il primo e unico esempio nel nostro territorio di tutela storico-relazionale, cioè per la prima volta viene tutelata non una casa natale, ma bensì un luogo privilegiato della vita e fonte primaria della ispirazione poetica per Attilio e poi anche per Bernardo e Giuseppe

Bernardo scrisse poi in seguito a chi si occupò in prima persona della tutela “scopro qualcuno che ama quel luogo quanto noi che lo abbiamo scoperto nella nostra infanzia”. Con il tempo noi del Comitato Pro Casarola – tutori della memoria bertolucciana sull’Appennino – ne siamo diventati orgogliosamente i custodi e parafrasando Bernardo che a sua volta citava il film di Douglas Sirk è diventata la nostra magnifica ossessione.

Questa casa del’ 700 che oggi è vuota di persone, ma piena di ricordi, che ogni angolo di essa ed ogni oggetto che la riempie ci parla di un padre poeta e due figli registi, una casa ed un piccolo borgo arroccato sui mille metri dell’Appennino parmense che sono stati la culla e l’origine non solo di così tanta poesia, ma anche di amore e bellezza, bellezza che Bernardo conosceva così bene perché di bellezza viveva e che quella bellezza sapeva restituire agli altri.

Ed è proprio grazie a loro che a Casarola sono passati personaggi importantissimi del panorama culturale italiano e internazionale, da Roberto Benigni a Pier Paolo Pasolini, da Giorgio Bassani ad Enzo Siciliano, e poi attori, registi, critici, poeti, letterati. Amici intimi della famiglia Bertolucci che con il tempo sono ritornati, sempre con entusiasmo e affetto diventando anche amici di Casarola.

Il 4 agosto 2007 a Casarola è stata inaugurata la Casa delle Ciliegie, un centro polivalente all'interno del Parco dei Cento Laghi  che rappresenta un luogo privilegiato per lo studio e la memoria di Attilio Bertolucci. Ogni anno in occasione della manifestazione Una Terra per Viverci vengono organizzate in questa sede e a casa Bertolucci giornate di studio e riflessione dedicate alla poesia di Attilio e al cinema di Bernardo e Giuseppe. Nel 2011, in occasione del centenario della nascita del poeta, sono state presentate le Pagine di Pietra: un percorso in diciannove tappe che parte dalla casa di Attilio per arrivare al cimitero del paese seguendo un itinerario scandito da altrettante lastre in pietra che, sui muri delle case, come in un libro aperto, riportano versi scelti delle sue poesie.

 Bernardo Bertolucci ha più volte detto, Casarola è l’origine di tutto, parte tutto da lì e come un grande cerchio che si chiude Bernardo e Giuseppe da poche settimane riposano per sempre insieme nel piccolo cimitero di Casarola. Promuovere e proteggere un ecosistema culturale, storico e naturalistico, questa la nostra responsabilità maggiore come tutori di un patrimonio unico e in qualche modo indivisibile. Ma questa è una responsabilità che va condivisa con le istituzioni che operano in questi luoghi, con le politiche territoriali che non si possono dimenticare di come un piccolo villaggio sperduto nell’appennino ha saputo essere così centrale e fondamentale per la poetica di un’intera famiglia che a sua volta ha catapultato questo piccolo borgo al centro del mondo.

 L’unico antidoto possibile rimane proprio quello di rinnovare costantemente la memoria di Attilio, Bernardo e Giuseppe, fautori di un pensiero e di un insegnamento sempre rivoluzionario e talvolta destabilizzante, personale e mai convenzionale, così eternamente contemporaneo.

Simone Cagozzi

Riproduzione riservata © Copyright I Parchi Letterari


Immagini Comitato Pro Casarola 

Attilio, Bernardo, Giuseppe Bertolucci
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Attilio, Bernardo, Giuseppe Bertolucci

Casarola, Monchio delle Corti (Pr)

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