"Il vino non si beve soltanto, si annusa, si osserva, si gusta, si sorseggia e… se ne parla.” Questo aforisma del monarca inglese Edoardo VII ci conduce a parlare dell’abbinamento di vino e letteratura, un’unione che ritroviamo in molte civiltà fin dall’antichità.
Il simposio nella Grecia classica era la parte conclusiva del banchetto in cui si recitavano poesie, si cantava e si danzava tutti insieme. Dopo aver nutrito il corpo era giunto il momento per coltivare la mente e lo spirito grazie all’aiuto del vino che i greci non bevevano puro, ma mescolato con acqua e posto solitamente in un cratere. La miscela era generalmente composta da due parti di vino e cinque parti d’acqua, oppure una parte di vino e tre di acqua.
L’elemento bibace è stato trattato in molti autori della letteratura italiana. Analizziamo brevemente quattro tra i maggiori autori classici e uno più contemporaneo.
Nell’opera più importante del poeta di Recanati, lo Zibaldone, le riflessioni sul vino sono numerose e analitiche. Il vino è compagno del poeta perché apre le porte delll’immaginazione. Grazie al vino le persone liberano i propri freni inibitori, sciolgono la lingua e tendono alla sincerità. Leopardi riferisce le esperienze di altri sull’utilizzo del vino come efficace strumento nel corteggiamento. Il poeta comunque non si illude perché sa che sia il vino che l’amore offrono doni effimeri.
All’interno de I promessi sposi vi sono ben tre episodi cruciali per lo snodo delle vicende del romanzo collocati in un’osteria, considerata un luogo di vagabondi, pellegrini e poveri che consumano pasti semplici e soprattutto sorseggiano vino. Manzoni è un arguto intenditore enologico e fine conoscitore di cantine. La scena più nota del rapporto tra il vino e Renzo si svolge nell’Osteria della Luna Piena. Dopo una giornata impegnata nei tumulti per l’aumento del costo del pane, Renzo entra nell’osteria e butta giù un bicchiere di vino dietro l’altro. Non essendo avvezzo a bere, comincia a parlare e confessa anche il suo nome e il giorno seguente sarà arrestato per aver partecipato alla rivolta.
Ne I Malavoglia di Verga l’osteria di Santuzza è il fulcro della vita di Aci Trezza dove i compaesani si scambiano notizie, idee e pettegolezzi. Pane e vino sono i capisaldi della quotidianità verghiana. Il vino è un companatico che rinfranca il cuore, allevia i disagi e le sofferenze di una dura giornata di lavoro. Il vino semplice resta confinato al mondo dei vinti. Per loro il vino infuoca e stordisce, dà consolazione con l’oblio, smaltisce la noia. Ai vincitori sono invece riservati vini rari e prelibati.
I romanzi di d’Annunzio descrivono raramente scene di cibi e bevende dato che mal si conciliano con il tono aulico e ricercato dei suoi testi. Hanno una valenza prettamente evocativa ed estetica. Ne Il piacere, del 1888, lo champagne viene lodato per le sue qualità afrodisiache durante un pranzo in un ristorante a cui il protagonista, il conte Andrea Sperelli, alter ego dello scrittore, partecipa insieme ad alcuni amici.
Il commissario Montalbano è un bevitore piuttosto morigerato per timore di perdere la lucidità durante lo svolgimento delle sue indagini. Accompagna i suoi pasti sempre con un bicchiere di vino, preferibilmente il suo amato Corvo bianco, “tradimentoso” come lo definisce Camilleri.
Il vino gioca un importante ruolo all’interno dei Parchi Letterari® italiani che promuovono nel loro territorio non solo turismo culturale, ma anche offerta gastronomica e produzioni locali in grado di generare effetti positivi indiretti sulle imprese locali.
Prendiamo ad esempio il Parco Letterario® Francesco Petrarca e dei Colli Euganei, istituito nel 2012 e dedicato al poeta toscano che dal 1370 scelse di trascorrere ad Arquà gli ultimi anni della sua vita in compagnia della figlia, della nipotina e del genero. Un documento presente nel Museo Civico di Padova descrive il panorama locale in quel periodo fitto di boschi che gli ricordavano senza dubbio la sua amata Toscana.
Il percorso di valorizzazione di Petrarca e degli altri autori che hanno vissuto, hanno transitato o si sono innamorati dei Colli Euganei passa attraverso la posa di targhe letterarie disseminate nel territorio del parco. Attualmente se ne contano 58 e tutte insieme costituiscono una strada poetica che descrive i luoghi e i paesaggi attraverso le parole degli scrittori. Uno dei caposaldi di ogni singolo Parco Letterario® è “Il Paniere” che mette insieme i prodotti locali venduti con il logo del Parco Letterario® o che vengono commercializzati al loro interno.
Il territorio dei Colli Euganei è noto anche per i suoi famosi vini. Al poeta toscano l’Azienda Agricola Loreggian di Arquà Petrarca ha dunque dedicato un vino: il Petrarca Rosso Veneto IGT, un vino secco color rosso rubino intenso, tendente al granato, dai profumi di vaniglia e di frutti di bosco. Il riferimento al poeta non si ferma al semplice nome in etichetta: infatti, su ogni bottiglia della cantina viene riportata una frase scritta dal Petrarca, scelta da Lisa Loreggian in collaborazione con Claudia Baldin per invogliare il cliente a scoprire meglio le opere di uno dei padri della lingua italiana.
Nel paniere di questo Parco Letterario vanno aggiunti i prodotti a base di giuggiola: è l’ingrediente essenziale del famoso liquore detto "Brodo di giuggiole" che si ottiene dall’infusione della giuggiola con altri frutti come mele cotogne, melograni ed uva; si usa inoltre come ripieno nei cioccolatini, con essa si produce un miele monoflorale, si preparano biscotti e dolci. La giuggiola in grappa è anche l'ingrediente finale di un originale spritz, lo Spritz Euganeo, un marchio registrato che si compone di moscato fior d'arancio, la celebre DOCG dei Colli Euganei e un ingrediente segreto a base di erbe. Si può bere in loco presso il suo inventore, l'Enoteca di Arquà o anche portarla a casa nel pratico kit, come un souvenir.
Edoardo Jannoni Sebastianini
Immagini a cura di Edoardo Jannoni Sebastianini
Foto 1 - dal sito https://www.tesoridabruzzo.com/dannunzio-astemio-no-solo-un-buon-beone/
Foto 2 - dal sito https://www.parcopetrarca.com/
Foto 3 - dal sito https://www.hellotaste.it/vino/storia-del-vino/frasi-sul-vino-dei-poeti
“Se solo potessi mostrarti il secondo Elicona che per te e le Muse ho allestito sui Colli Euganei, penso proprio che di lì non vorresti mai più andartene”. Francesco Petrarca, Epistole varie, 46, a Moggio Moggi di Parma (20 giugno 1369)