La letteratura ha il potere di ridare voce a storie dimenticate, di far rivivere luoghi e uomini che altrimenti sarebbero destinati a perdersi nel tempo. È con questa consapevolezza che Giovanni Di Trapani, attraverso Nella scia della Calino: Memorie del Silenzio (Guida Editori), ci conduce in un viaggio profondo e toccante nel cuore della Seconda Guerra Mondiale, narrando le vicende della motonave Calino e del suo equipaggio. Un libro che non è solo una ricostruzione storica, ma un’opera che invita alla riflessione sulla memoria collettiva, sul coraggio degli uomini e sull’eredità che il passato ci affida.
Un romanzo tra storia e memoria
Nella scia della Calino è il frutto di anni di ricerca negli archivi della Marina Militare Italiana e di un’attenta ricostruzione documentale che ha permesso all’autore di restituire con vivida autenticità il destino di una nave mercantile trasformata in nave da guerra, fino alla sua tragica fine nelle acque del Golfo di Napoli, al largo di Capri, il 10 gennaio 1943.
La Calino non nacque per la guerra. Varata nel 1940 come nave mercantile, fu requisita dalla Regia Marina e impiegata per missioni di rifornimento nelle acque insidiose del Mediterraneo, affrontando attacchi nemici, bombardamenti e il costante rischio delle mine. Tra le pagine del libro si dipana la vicenda di Oreste Di Vaia, giovane marinaio napoletano che, arruolato quasi per caso, si ritrova catapultato in una realtà di sacrificio e di lotta per la sopravvivenza.
Oltre alle battaglie, il libro racconta un episodio di grande umanità: il salvataggio degli ebrei del Pentcho, una nave carica di rifugiati in fuga dalla persecuzione nazista. A bordo della Calino, in un momento di inaspettata speranza, viene alla luce il piccolo Benito Ehrlich, nato tra il frastuono della guerra e la paura dell’ignoto, simbolo di una vita che resiste anche nei tempi più oscuri. Tutti gli ebrei furono poi trasportati nel Campo di concentramento di Ferramenti di Tarsia (Parco Letterario Ernst Bernhard).
Ma il destino della nave era segnato. Dopo aver compiuto numerose missioni di rifornimento tra Libia, Albania e Tunisia, la Calino trova il suo epilogo in una tragica notte di gennaio, quando urta una mina nel Golfo di Napoli. I superstiti, tra cui Oreste, vengono tratti in salvo, mentre la nave scompare tra le onde. Seguirà un’istruttoria della Regia Marina, un’indagine che evidenzierà le criticità della guerra e le difficoltà della navigazione in un periodo di caos e incertezza.
Un’opera che celebra la memoria e il coraggio
Il valore di questo libro risiede nella sua capacità di dare voce a una storia comune a molte altre navi e uomini, che troppo spesso sono rimasti relegati nell’oblio. Più di 500 navi mercantili come la Calino furono impiegate nella guerra, e molte di esse condivisero un destino simile. Il racconto di Giovanni Di Trapani non è quindi solo la storia di una nave, ma il tributo a una generazione di uomini che hanno solcato il Mediterraneo senza sapere se sarebbero mai tornati a casa.
La scrittura, evocativa e intensa, unisce la precisione del ricercatore con la sensibilità del narratore, creando un perfetto equilibrio tra rigore storico e profondità emotiva. Le descrizioni delle battaglie navali, delle lunghe notti in mare e delle riflessioni intime di Oreste rendono il romanzo un’esperienza immersiva, che avvicina il lettore a una realtà lontana ma ancora carica di significato.
Un legame con i luoghi e le comunità
Nella scia della Calino è anche un omaggio ai luoghi che hanno fatto da sfondo a questa vicenda: Napoli, Venezia, Biserta, il Mediterraneo. Sono questi i porti e le rotte che hanno visto la Calino partire e tornare, fino alla sua ultima navigazione. Napoli, in particolare, non è solo il punto di partenza e di arrivo del protagonista, ma è una città-madre che accoglie, che osserva silenziosa il destino dei suoi figli e che resta nel cuore di chi è costretto a lasciarla.
Non è un caso che la copertina del libro sia firmata dal noto artista Franz Cerami, il quale ha scelto un frame tratto dal progetto Pink City, raffigurante il Golfo di Napoli. L’opera visiva dialoga perfettamente con il romanzo, creando un parallelo tra il viaggio della Calino e il viaggio della memoria, un tragitto che continua a vivere attraverso le pagine del libro e il ricordo di chi le sfoglia.
Un romanzo per non dimenticare
Nella scia della Calino: Memorie del Silenzio non è solo un libro da leggere, ma una storia da trasmettere e condividere, perché la memoria è l’unico antidoto all’oblio. Il progetto dell’autore non si ferma al romanzo, ma si estende anche alla creazione del sito www.calino.net, uno spazio digitale dedicato alla documentazione storica della motonave e al recupero delle testimonianze.
Questa è la forza della narrazione: rendere eterno ciò che la guerra avrebbe voluto cancellare. E in questo libro, ogni pagina è un atto di resistenza contro il tempo.
La Redazione