La rondine lo sa, sa quando partire e quando tornare. Guardare in alto al cielo è una pausa in cui mi perdo sempre volentieri. In alcuni momenti fortunati dell'anno rimango meravigliata da quella danza ipnotica che gli stormi di rondini compiono con i loro movimenti, pronte per un nuovo e lungo viaggio, unite nel volo della vita fluttuando tra le nuvole imperfette. E' un fenomeno che dura da migliaia di anni, necessario alla loro stessa sopravvivenza. E' un viaggio che interessa molte specie viventi che attraversano cieli e mari, tra queste ci sono balene, caribou e anche la farfalla monarca. Tutti loro si mettono in cammino seguendo un primordiale istinto che nasconde segreti a noi sconosciuti e che li orienta nel tragitto percorso. Credo che un ruolo fondamentale in questo lo giochi la memoria collettiva, in fondo la migrazione fa parte della nostra storia, di tutta la specie umana.
Già due milioni di anni fa l'Homo sapiens lasciava l'Africa orientale per viaggiare in altre terre. Dal 1861 in poi il flusso migratorio italiano prese le mosse in maniera massiccia dall'Abruzzo, dal Veneto e successivamente segui' un'altra grande ondata dalle regioni meridionali. Gli italiani migrarono in massa in cerca di un futuro migliore. Interi paesi videro di fatto la loro popolazione dimezzarsi nel decennio a cavallo tra '800 e '900.
Si andava alla ricerca di una speranza proprio come accade in tempi piu'recenti sulle coste del nostro paese, la terra promessa per i molti migranti in fuga da fame, regimi e guerre che abitano il loro mondo.
Il 18 dicembre è la Giornata internazionale per i diritti dei migranti, che dà modo ad ognuno di noi di riflettere sull’integrazione e sulla questione identitaria, in modo che i diritti umani dei migranti siano tutelati così come riconosciuto dall’Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile.
Nell'antichità poeti e artisti guardavano al cielo per leggere il futuro del mondo negli spostamenti degli uccelli migratori, studiando la loro direzione e il loro movimento. Anche oggi per capire il destino del nostro pianeta, gli scienziati studiano gli stormi per raccogliere dati sui cambiamenti climatici e sull'inquinamento. Secondo uno studio pubblicato dalla rivista Nature Climate Change, i dati non sono confortanti: i cambiamenti climatici e l’inquinamento ambientale stanno modificando il comportamento dell’80% degli uccelli migratori.
Intanto noi aspettiamo speranzosi il loro ritorno e quando accadrà di nuovo ne gioiremo perchè significherà che l’inverno è passato e la natura puo' rinascere.
Annalisa Nicastro
Copertina di Carlotta Patrizi