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Le origini dantesche di Mantova raccontate da Virgilio

Le origini dantesche di Mantova raccontate da Virgilio

Nell’Inferno Dante attraverso la voce di Virgilio, ci racconta le mitiche origini di Mantova. L’esule Manto, fuggita dopo la caduta della sua Tebe, vaga fino a raggiungere un luogo paludoso, incolto e disabitato, dove decise di stabilirsi in solitudi

20 Ottobre 2021

ParkTime Magazine n. 17

 Nell’Inferno della Divina Commedia, al Canto XX (58-99) Dante, dando voce alla guida Virgilio, ci racconta le mitiche origini di Mantova. L’esule Manto, fuggita dopo la caduta della sua città Tebe per opera di Creonte, vaga in molti luoghi fino a raggiungere un luogo paludoso, incolto e disabitato, dove decise di stabilirsi in solitudine per sfuggire ad ogni contatto umano e per sviluppare le sue arti magiche. 

Oggi potrebbe sembrare strano pensare a come, dopo tanto vagare, la scelta della vergine esule sia ricaduta su un ambiente così difficile e desolante. In realtà la scelta può essere evinta nei passi precedenti. La geografia raccontata da Virgilio, ci illustra un territorio che partendo da un lago (Garda) che si affaccia sulle Alpi, scende fino alla palude della futura Mantova, unita da un elemento di assoluta importanza: l’acqua. È proprio grazie ad essa che la storia più antica ci parla di un luogo vissuto dall’uomo fin da epoche remote, nel quale il fiume Mincio, citato da Dante per voce di Virgilio, sembra aver giocato un ruolo chiave nel territorio della pianura padana. 

La ricerca archeologica ci ha infatti riconsegnato nel tempo tracce di una cultura, o sarebbe meglio dire di una pluralità di culture, attestate da importanti siti che abbracciano un vasto arco temporale. I mutamenti climatici e l’attività antropica hanno influito sulla trasformazione del paesaggio originario, un tempo caratterizzato dalla presenza di estese foreste e dove ora ammiriamo la sorprendete prospettiva della campagna padana, frutto di una millenaria attività agricola, di cui la famiglia di Virgilio ne è un importante testimonianza. 

Lo stesso Mincio, come attestato dalla presenza di numerosi paleoalvei, un tempo scorreva più ad est rispetto all’andamento attuale. Ma l’elemento dell’acqua legato alla vita ritorna, non solo negli insediamenti palafitticoli sommersi nel Lago di Garda (le cui spettacolari ed estese basi sono ancora oggi ben visibili sul fondale) e in altri siti attestati lungo l’asse del fiume; le fonti ci raccontano anche di un’importante scoperta avvenuta verso la fine dell’ottocento.

 Nei luoghi virgiliani dell’antica Andes in località Pietole Vecchia, in seguito ai lavori eseguiti per rincalzare l’argine del Mincio e per estrarre ghiaia e sabbia, venne alla luce una vasta necropoli le cui tombe del periodo del Bronzo-medio recente ricoprivano una superficie di circa 1 ettaro. Scopritore fu un appassionato di archeologia del paese, Vincenzo Prati. Negli anni successivi, sempre ad opera dello stesso Prati, altri ritrovamenti di epoca romana attestarono che la zona di Andes era vissuta al tempo del poeta, ed è per questo che nei luoghi del Parco Letterario Virgilio comincerà a breve un’indagine archeologica sistematica che avrà come obbiettivo l’individuazione delle tracce dell’antico abitato romano.

Li uomini poi che ’ntorno erano sparti/s’accolsero a quel loco, ch’era forte/per lo pantan ch’avea da tutte parti. - Fer la città sovra quell’ossa morte;/e per colei che ’l loco prima elesse,/Mantüa l’appellar sanz’altra sorte”. 

 Ecco come Virgilio nella Divina Commedia ci conferma di come gli uomini hanno vissuto queste terre fin dai tempi antichissimi; uomini che, sparsi tutt'intorno, si raccolsero in quel luogo, ben difeso dalla natura in quanto circondato dalla palude, e costruirono una città sulla tomba di Manto che chiamarono poi Mantova dal nome dell'indovina. 

Dunque storia, letteratura e ricerca scientifica stanno poco alla volta riconsegnandoci il fascino del passato, attraverso una linea del tempo che non si è mai interrotta, grazie anche al lascito del sommo poeta Dante Alighieri che onoriamo in quest’anno dedicato alle iniziative delle celebrazioni dei 700 anni promosso dal MiC.

Stefano Mangoni


Foto di Stefano Mangoni e di Foto d'Italia on the road per Borghi d'Italia Tv2000

Dalla copertina di “Le piante di Virgilio. Una flora letteraria”. Pubblicazione della  Fondazione Virgilio  presentata il 22 ottobre al teatro del Bibiena di Mantova 
Fête de Virgile à Mantoue, le 24 Vendemiaire An VI (particolare) di Carle Vernet
incisa da Georges Malbêste e Claude Niquet, Parigi, ca. 1806

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