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Itinerari nel Parco Letterario Giuseppe Dessì

Itinerari nel Parco Letterario Giuseppe Dessì

Tra boschi, cascate, miniere e antichi templi gli itinerari proposti contemplano la possibilità di fruizione anche per famiglie. Per i più giovani e grintosi l'escursione può proseguire con altra meta, foreste e paesaggi

20 Aprile 2021

Gli itinerari proposti contemplano la possibilità di fruizione anche per famiglie, perché ho previsto il raggiungimento per tutti di un ipotetico campo base, nei pressi  del quale è  presente il bosco nel quale immergersi. Mentre per i più giovani e grintosi l'escursione può proseguire con altra meta,  foreste e paesaggi.

(vedi gli articoli di riferimento del prof.   Tarcisio Agus )

1) Per i più esperti e volenterosi l'escursione in cima al Monte Linas è senz'altro una ambita meta, ma non so in quanti possano raggiungerla, allora vi propongo di avviarvi, partendo  da Gonnosfanadiga, a piedi, in montainbike o  in macchina sino al piazzale antistante la vecchia miniera di Perd'é pibera. Già giungere in questa amena località che ospita una delle importanti miniere di molibdene della Sardegna, si attraversano tratti di fitto bosco di lecci e nell'approssimarsi al villaggio minerario, oggi recuperato a fruizione turistica, non mancherete d'essere avvolti lungo il cammino da splendide querce da sughero.
Può diventare un punto base per chi intende fermarsi e fruire del bosco che lo avvolge, magari percorrendo un tratto di sentiero che costeggia il rio Piras. Per chi vuole osare un po di più può proseguire per circa 3 Km, e raggiungere i 700 di altezza. I segnali del CAI (Club Alpino Italiano) vi aiuteranno per indicarvi il cammino, oppure per i più tecnologici consiglio di usare il GPS. Per chi vuole proseguire ulteriormente, questo è anche un percorso per  raggiunge la cima più alta del  Monte Linas, (Perda Sa Mesa), a 1236 metri. Proseguendo il cammino, dopo aver attraversato un'altro  splendido bosco e seguendo sempre il rio Piras, si giunge Genna Impì.  La panoramica passeggiata lungo la cresta ci porta verso un'altra cima detta Punta Cabixetta, ove sono state posizionate due croci ed un'altarino dedicati a San Francesco, questa è l'ultima tappa prima di giungere  sulla seconda cima più alta di Sardegna. Potrete durante il cammino imbattersi in qualche esemplare di muflone, da poco riemesso nel suo abitat. 

2) Una delle cascate del Monte Linas, diciamo più accessibile, è senza dubbio la cascata di Piscina Irgas, che ci permette di attraversare alcune foreste, tipiche della nostra montagna.
Con ingresso dal comune di Villacidro, si può raggiungere in auto la Cantina Ferraris, oltre la diga, nell'area di Montimannu presso i cantieri forestali. Da questo punto si snoda il sentiero, per gli appassionati CAI è il n.113, per i poco esperti il percorso è segnato da baffi bianco rossi,  su cartelli indicatori o su rocce affioranti. Il percorso accomuna due sentieri, poi si divide, ma dovrebbe essere ben segnalato, uno per Piscina Irgas e l'altro per la cascata di Muru mannu.
L'articolata passeggiata di quasi due ore, ha un tratto faticoso in una serie di tornanti, ma il paesaggio ripaga dalla fatica, non solo per i tratti boschivi attraversati ma anche per il paesaggio granitico scavato dal Rio Oridda che si attraversa. 

3) Per chi vuole conoscere la parte vulcanica del territorio del parco, suggerisco un itinerario diciamo accessibile nel territorio di Guspini in loc. Monti Maiori, seconda cima del Monte Arcuentu, 725 metri. Lasciato l'abitato di Guspini per Montevecchio, a qualche chilometro troverete una deviazione sulla destra, segnalata da indicazione turistica per il bosco di Monte Maiori. Percorrette una strada asfaltata per un lungo tratto, poi un breve sterrato e presso un ponticello nel successivo piazzale potete lasciare l'auto, per inoltrarvi verso il bosco, dove incontrerete le tracce di un vecchio villaggio pastorale. All'interno del bosco, in parte già ripulito, perché luogo del legnatico civico, non vi sarà difficile trovare gli antichi porcili, costituiti da piccoli ripari circolari per gli animali lasciati allo stato brado, per cibarsi delle ghiande e dei tuberi del sottobosco. In alcuni sprazzi ci si può fermare ad osservare il paesaggio della piana del Campidano o ascoltare il fruscio delle foglie o il silenzio avvolgente. Per i più avventurosi il Monte Maiore detiene un bosco secolare, mai intaccato dall'uomo o dal fuoco, di Corbezzolo. Il luogo è ancora selvaggio, quindi molta cautela, per chi vuole salire sulla cima si consiglia il sentiero CAI, che vi permetterà di osservare  l'impressionante e profonda spaccatura che la montagna detiene sul fronte sud. 

4) Altro itinerario, che si può fare in auto, in montainbike o a piedi, è quello che da Guspini porta alle Miniere di Montevecchio ed Ingurtosu. Da Guspini si va verso Montevecchio ed a circa 4 chilometri entrate nei cantieri minerari di Sciria. Dopo qualche tornante, presso la vecchia cantina di levante (spaccio ove i minatori e le loro famiglie acquistavano un po di tutto, dagli alimentari al vestiario), sulla destra i complessi minerari di levante. Questa parte della montagna chiamata Monti Jana, monte di Diana (dea della caccia), offre uno splendido bosco di querce da sughero e diverse specie arbore, con il suo letto di ciclamini e funghi variopinti, compresi, per gli appassionati i porcini e gli ovuli. I boschi della miniera erano importanti polmoni verdi curati dalla società mineraria con gli stessi minatori che lavoravano in sotterraneo. La pulizia dei boschi mirava ad un doppio fine, quello della tutela ed integrità del bosco ma anche quella dei minatori che lavoravano avvolti da nuvole di polvere, per cui c'era bisogno di un periodo più salubre ed allora a turno venivano assegnati alla pulizia del bosco. 

5) Per coloro che invece sono curiosi di vedere e contemplare un bosco che si rigenera dopo la distruzione del fuoco, propongo di continuare per l'abitato di Montevecchio ed inoltrarsi sullo sterrato per la miniera di Ingurtosu. Un percorso costellato dai vecchi cantieri minerari che offre diverse possibilità per osservare la rinascita del bosco, oggi in fase, potremmo dire, conflittuale, ove tutte le essenze risultano ancora cespugliate, compresi i futuri alberi di quercia, leccio o corbezzolo, ma presto questi ultimi avranno la meglio. Per una osservazione e contemplazione lenta  di questo avvenimento vi suggerisco, dopo aver superato l'abitato di Montevecchio, il vecchio albergo Sartori, il cantiere Sanna e le case Zely, di fermarvi presso una sbarra sul lato sinistro ed inoltrarvi sul sentiero che vi conduce all'invaso di Donegani. Lungo il cammino non sarà difficile osservare questo momento del bosco ed il suo sottobosco fitto e impenetrabile. L'arrivo sulle sponde del lago artificiale è occasione di ascolto e contemplazione del paesaggio, spesso integrato da vocalizzi delle diverse specie di uccelli che frequentano il grazioso specchio d'acqua o l'attraversamento dei cervi cpresenti in maniera stabile. A settembre - ottobre, nel periodo degli amori, fa un certo effetto sentir risalire dal bosco nascente il possente bramito del cervo maschio che poi si unisce a quello di tanti altri, provenienti dai numerosi areali, ogni maschio ha il suo. 

6) L'ultimo itinerario è il bosco di Antas, presso Fluminimaggiore. Anche qui ho ipotizzato l'escursione aperta a tutti, tanto che potremmo servirci ancora dell'auto sino al così detto campo base. Lasciato Fluminimaggiore ci rechiamo al tempio di Antas, lungo la SS per Iglesias, dopo diversi chilometri troveremo il bivio per il tempio con le rispettive indicazioni turistiche. Nel piazzale presso il monumento romano lasciamo l'auto e possiamo inoltrarci nel sentiero che ci porta alle antiche cave romane, da dove proviene il materiale delle colonne ed del basamento del tempio. Questo percorso di circa 15 minuti si sviluppo con l'attraversamento di un bellissimo bosco di lecci. Per coloro che hanno difficoltà nella deambulazione l'escursione potrebbe fermarsi nella contemplazione del bosco, mentre per i più coraggiosi il percorso può proseguire seguendo un antico sentiero, chiamato strada romana, di particolare fascino che vi condurrà sino alla grotta carsica di Su Mannau, frequentata già in epoca arcaica per i ritrovamenti di lucerne ad olio e navicelle votive presso l'ingresso. Il percorso dura circa 60 minuti e per coloro che vogliono avventurarsi in sicurezza, presso il tempio, possono chiedere anche l'assistenza di una guida ambientale.

Vedi anche :
www.parcogeominerario.eu
www.fondazionedessi.it

In foto (Parco Geominerario Storico e Ambientale della Sardegna) Piscina Irgas - Miniera Perd'é Pibera - Monti Maiore e Albego Sartori Montevecchio. 



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