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Gli Itinerari nel Parco Letterario Policarpo Petrocchi

Gli Itinerari nel Parco Letterario Policarpo Petrocchi

06 Giugno 2021

Intorno al paese di Policarpo Petrocchi sono vari i sentieri per passeggiare, nei luoghi che lo videro bambino e poi adulto, attraverso campi, orti, castagneti e boschi che da secoli vestono i colli e i monti, solcati dai tanti fossi che alimentano il torrente Vincio di Brandeglio, tributario dell’Ombrone pistoiese.
Alcuni percorsi intersecano e oltrepassano il crinale appenninico - sul quale si snoda il Sentiero CAI 00 - e si affacciano nell’alta valle del fiume Reno, che nasce sui monti a nord di Castello di Cireglio e raggiunge l’Adriatico dopo aver percorso oltre 210 chilometri.

Da Castello di Cireglio a Pistoia
Ispirandoci al viaggio a piedi verso Pistoia, che Policarpo descrisse ne Il mio paese, l’opera letteraria dedicata ai luoghi della sua vita, abbiamo tracciato un itinerario (in corso di recupero) che collega Capivilla, la zona di Castello dove ancora oggi si trova la sua casa, con la vecchia via dell’Amore: la strada del centro di Pistoia in cui risiedeva “lo zio prete” che lo ospitò durante i suoi giovanili anni di studio. 

Il percorso si snoda attraverso gli antichi paesi disseminati nella valle del Vincio di Brandeglio, seguendo un itinerario frequentato anche prima della colonizzazione romana della zona, per superare l’Appennino, verso nord, o raggiungere la Garfagnana camminando in direzione dell’occidente. Citato negli Statuti del medievale Comune di Pistoia come stratam de hospitali Crucis Brandeliane, unde veniunt Carfagnini.

L’itinerario individuato, rispetto a quello descritto da Policarpo, evita la  “strada maestra”, oggi sede di intenso traffico automobilistico.

Lo descriviamo nel verso contrario a quello percorso da Sandrino, il protagonista de Il mio paese, a partire dal complesso conventuale del Tau, sede del Museo Marino Marini, confinante con via Carducci (la via dell’Amore del tempo) e a poche centinaia di metri dalla stazione ferroviaria di Pistoia.

Dirigendosi verso nord attraverso il centro della città si raggiunge “il Prato”, l’odierna piazza San Francesco, poco dopo si esce dal circuito murario passando per il varco dov’era Porta al Borgo e si imbocca via Dalmazia, dove si aprono due possibilità per raggiungere l’inizio della valle del Vincio di Brandeglio

Il percorso più breve risale il rettifilo verso Capostrada, mentre l’altro, imboccata la via Gora e Barbatole, raggiunge l’Ombrone al Ponte alle Tavole dove interseca i sentieri che si sviluppano nell’alveo del torrente lungo le sue sponde. Percorrendo uno dei due verso nord si arriva a Gello, dopo poco più di 2 chilometri. 

Da Gello, località coincidente col punto in cui l’Ombrone riceve il Vincio (che attraversiamo su un ponte medievale a schiena d’asino), camminando su un buon tratto della via Vecchia Montanina risaliamo a Piazza, di fronte alla chiesa di San Michele Arcangelo, dopo aver attraversato una piccola valle ricca d’acqua. 

Poi, per il sentiero a mezza costa che incrocia orti, campi, oliveti, boschetti, fossi e qualche sorgente, si giunge a Statigliana e subito dopo a Osteria.

Ritornati sulla strada comunale in breve siamo a Campiglio, il paese principale della parte mediana della valle, dove sorge la parrocchiale intitolata a San Pietro, con una pregevole scultura del campigiano Pietro Arcangeli al centro del piccolo Parco della Rimembranza, posto a fianco del sagrato. 

Attraversato il successivo paese di Cucciano, affacciato a sud e inagibile alle auto, il sentiero scende verso La Sega, dove si congiungono i due principali rami del Vincio di Brandeglio. Superiamo quello orientale su un pregevole ponticello ad arco e risaliamo il costone, in parte coltivato ad orti e oliveti, fino all’abitato di Stazzana

Ancora un chilometro di salita fra campi e boschi, passando per i nuclei di Montigi di Sotto e Luiano, e siamo alle prime case di Castello di Cireglio, in vista del Monumento a Policarpo Petrocchi, che domina la piazzetta dalla quale si gode un ampio panorama sulla valle appena risalita e sulla pianura che arriva fino a Firenze.    

Gli itinerari intorno a Castello di Cireglio
Contrassegnati dalla lettera S e dai numeri da 1 a 5, consentono passeggiate ed escursioni sui monti che delimitano l’alto bacino del Vincio di Brandeglio, dal  Poggio Lagacciolo ad ovest, al Sasso di Cireglio, ad est, da dove è possibile scorgere, con l’aria tersa dei giorni sereni, anche il Mare Tirreno e le sue isole.

In diversi punti degli itinerari sono ancora visibili trincee, postazioni e grotte artificiali della Linea Gotica, realizzata durante l’occupazione tedesca dalla Organizzazione Todt, ricorrendo al lavoro coatto di molti italiani. 

S1 percorso della lunghezza di 5 km, con dislivello massimo di m 240, percorribile in h 1,30; dall’antica Pieve conduce al Sasso, da dove lo sguardo può spaziare fino a Firenze, al Monte Amiata e al mar Tirreno. 

S2 da Castello descrive un ampio giro (km 8,3, dislivello di m 302, h 3,00) che tocca i resti dell’antica borgata di Fontanelle, supera il crinale e raggiunge Le Piastre; per poi ritornare a Castello attraverso l’alta valle del ramo orientale del Vincio. Lungo il percorso sono visibili alcuni resti della Linea Gotica

S3 (km 6,4, m 255, h 2,40) si snoda intorno al ramo occidentale del Vincio fino a Le Piagge, ampia zona coltivata sede di una moderna azienda agricola di montagna. 

S4 (km 5,3, m 239, h 1,30) rappresenta una estensione del Sentiero 3 e conduce alla cima del Poggio Lagacciolo, da dove è visibile un buon tratto dell’arco appenninico – dal Corno alle Scale al Monte La Croce, sopra la Foresta di Acquerino – oltre all’intera valle del Vincio di Brandeglio. 

S5 (km 3,7, m 203, h 1,30) attraverso un buon tratto del Sentiero 2 collega direttamente Fontanelle Case Cioni, dove si trova Borgo Isora, grazioso nucleo turistico residenziale al di là del Reno, dotato di sauna e piscina.


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