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Letteratura e rivoluzione al Collegio Gregorianum di Padova

Letteratura e rivoluzione al Collegio Gregorianum di Padova

21 marzo, Collegio Universitario Gregorianum, Padova. In occasione della Giornata Mondiale della Poesia, Stefano Brugnolo presenta il suo nuovo libro Rivoluzioni e popolo nell’immaginario letterario politico italiano ed europeo

21 Marzo 2024
Con il patrocinio della Commissione Nazionale Italiana per l'Unesco
Giornate della Poesia, delle Foreste e dell'Acqua nei Parchi Letterari
Locandina in allegato
il programma è in continuo aggiornamento nella pagina dedicata
Collegio Universitario Gregorianum Parco Letterario Francesco Petrarca e dei Colli Euganei

Letteratura e rivoluzione 

Giovedì 21 marzo ore 18.00, Collegio Universitario Gregorianum, Padova

In occasione della Giornata Mondiale della Poesia, Stefano Brugnolo presenta il suo nuovo libro. Rivoluzioni e popolo nell’immaginario letterario politico italiano ed europeo

Letteratura e rivoluzione, un accostamento pericoloso? O forse insolito? Inappropriato? O addirittura inopportuno?

La risposta tali domande, e la scelta dell’aggettivo più pertinente, ispira la conversazione tra due docenti universitari di letteratura italiana: il prof. Emanuele Zinato dell’Università di Padova  il prof. Stefano Brugnolo dell’Università di Pisa, con la moderazione della prof.ssa Lorena Favaretto.

La conferenza “Letteratura e rivoluzione” si terrà giovedì 21 marzo, alle ore 18:00, presso l’Aula Magna “Luciano Merigiliano” del Collegio Universitario Gregorianum (Padova), con ingresso libero e aperta a tutta la cittadinanza.

L’iniziativa prende forma a partire da un recente saggio del prof. Brugolo e si colloca come proposta in occasione della Giornata Mondiale della Poesia, a cura del Parco Letterario Francesco Petrarca e dei Colli Euganei, in collaborazione con il Collegio Gregorianum.

Il saggio di Stefano Brugnolo, Rivoluzioni e popolo nell’immaginario letterario politico italiano ed europeoQuodlibet editore, esamina come gli intellettuali (scrittori, saggisti, ma anche alcuni pittori) si sono rapportati alle rivoluzioni (delle strutture economiche, o politiche, o di pensiero) nell’arco di due grandi epoche storiche, l’età Moderna e l’età Contemporanea, il cui protagonista è il popolo – generalmente inteso – visto, a seconda delle circostanze storiche e della sensibilità degli autori, come un soggetto politico da assecondare o da guidare, oppure come una forza ingovernabile e da temere. Il saggio inoltre vuole anche riflettere (e farci riflettere) sulle tante contraddizioni della modernità, che gli artisti nelle loro opere sono stati capaci di rappresentare – dalla Riforma Protestante al ’68 e oltre, con straordinaria acutezza.

Significativo, per valutare l’ampiezza dei temi trattati è l’indice del volume.

  • Introduzione
  • Parte prima. Immagini di rivoluzioni mancate in cielo e in terra tra Cinquecento e Seicento
    • 1.1. Machiavelli: Il ciompo, il principe e la formidabile moltitudine
    • 1.2. La Gerusalemme liberata di Tasso ovvero la caduta degli angeli ribelli come sconfitta finale delle istanze rinascimentali
    • 1.3. Il Paradiso perduto di Milton e le dinamiche perverse della rivoluzione: Satana da tirannicida a tiranno
    • 1.4. Galileo e il tentativo fallito di vincere nei cieli una rivoluzione perduta in terra
  • Parte seconda. Le tre rivoluzioni che cambiarono il mondo e i loro poeti: Goethe, Hugo e Whitman
    • 2.1. Il Faust di Goethe: l’intellettuale moderno e la Rivoluzione industriale tra critica e nostalgia del popolo
    • 2.2. Hugo e Delacroix e la Rivoluzione francese come esperienza sublime e terrifica
    • 2.3. Whitman e l’America come rivoluzione ininterrotta
  • Parte terza. Il dramma delle avanguardie politiche rivoluzionarie
    • 3.1. Vincenzo Cuoco e i paradossi di una rivoluzione passiva
    • 3.2. Amore rivoluzione e morte: Werther Iperione e Ortis ovvero il rivoluzionario mancato e le sue nevrosi
    • 3.3. L’Adelchi di Manzoni: masse disperse e senza nome e un capo che non crede nell’azione politica
    • 3.4. La morte di Danton di Büchner: quando la rivoluzione divora sé stessa
    • 3.5. Dostoevskij e La leggenda del Grande Inquisitore: la libertà come rivoluzione impossibile
  • Parte quarta. Dentro i vortici dei movimenti popolari e rivoluzionari
    • 4.1. I promessi sposi: una rivoluzione borghese trasfigurata da peste provvidenziale
    • 4.2. L’educazione sentimentale di Flaubert: la rivoluzione come esperienza di seconda mano
    • 4.3. Le confessioni d’un italiano di Nievo: la libertà e la polenta ovvero ingenuità e impreparazione dei giacobini, diffidenze delle masse rurali
    • 4.4. Tolstoj e le masse anonime come uniche vere protagoniste della storia
    • 4.5. Germinal di Zola: uno sciopero operaio e il suo significato storico e mondiale
    • 4.6. Masse popolari disperate e scatenate (Libertà di Verga), o pacifiche e determinate (Il quarto stato di Pellizza da Volpedo)
  • Parte quinta. Nel Novecento: il secolo terribile tra guerre, rivoluzioni e controrivoluzioni
    • 5.1. Malaparte e i fanti contadini di Caporetto come santi e rivoluzionari
    • 5.2. I Quaderni del carcere di Gramsci: la maledizione della subalternità e l’eredità difficile delle rivoluzioni mancate
    • 5.3. Il sentiero dei nidi di ragno: coscienza e incoscienza di classe nella guerra partigiana
    • 5.4. L’armata a cavallo di Babel’: l’intellettuale rivoluzionario in bilico tra popolo cosacco e popolo ebraico
    • 5.5. I piccoli maestri di Meneghello: l’intellettuale autoironico a scuola del popolo partigiano
    • 5.6. Il Gattopardo di Tomasi di Lampedusa tra nostalgia di Ancien Régime e nostalgia di rivoluzione
  • Parte sesta. Prima e dopo il ’68: ultime utopie rivoluzionarie e mutazioni irreversibili della “natura popolare”
    • 6.1. Lettera a una professoressa: quando i muti della storia prendono la parola
    • 6.2. Pasolini: il cantore straziato della fine dell’illimitato mondo popolare
    • 6.3. Operai e capitale di Tronti e Vogliamo tutto di Balestrini: la classe operaia come rude razza pagana
    • 6.4. Il formaggio e i vermi di Carlo Ginzburg ovvero della possibilità di ascoltare le voci lontane degli sconfitti dalla storia
  • Conclusione. Un bilancio provvisorio e alcuni spunti sul futuro di un tema
  • Bibliografia

QUI la locandina dell’incontro in formato PDF.

Immagine: Eugène Delacroix. Le 28 Juillet.  La Liberté guidant le peuple (1830). Musée du Louvre, Paris (wikimedia)

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