Volando all’interno dei suggestivi
Parchi letterari Italiani ed accostandosi in punta di piedi alle microscopiche
realtà urbane della nostra penisola, non risulta difficile ripercorrere i riti,
le usanze, le antiche tradizioni di una vita difficile ed ingenua trascorsa tra
le mura domestiche e la campagna, consumatasi in sordina fino a pochi anni
orsono.
Sedetevi sulle panchine scrostate del Corso. Vi sentirete osservati da mille occhi indiscreti. Quei cinquecento abitanti vorrebbero sapere tutto di voi forestieri. Da dove venite, chi siete, cosa ci fate lì su quella panchina.
E’ facile entrare in sintonia e, con
sapiente umiltà, porsi all’ascolto.
Prendete il vostro tempo, dimenticate
la fretta. L’ora non si guarda sull’orologio, ma sul campanile della Chiesa
madre.
Ecco sorgere nuovi interessi,
assolutamente imprevedibili, che non vi faranno pentire delle vostre scelte.
E’ una ricetta segreta che non costa
nulla ma che riempie il vostro cuore più di ogni esuberante programma di
agenzia.
Dalle interviste agli uomini e alle donne emerge un quadro di assoluto interesse antropologico all’interno del quale si nota come ogni azione, ogni programma, ogni aspettativa fosse legata ai ritmi delle stagioni e ancor di più alle frequenti ricorrenze religiose.
Il tempo non appariva scandito
dall’orologio, ma dalle consuetudini tramandate dai padri e dagli insegnamenti
sussurrati dalle madri.
La nascita di un figlio maschio
portava braccia di lavoro nei campi; quella di una figlia femmina stravolgeva i
progetti della famiglia e costringeva le madri ad organizzare da subito i
lunghi e costosi preparativi per il corredo.
Nelle viscere più remote di un meridione sconosciuto, emergono testimonianze disarmanti sui rapporti quasi sacri che univano Compari e Comari, sull’organizzazione di una famiglia numerosa all’interno di una piccola casa, sui pudori e le promiscuità che da tali convivenze necessariamente scaturivano.
La semplicità con la quale si
consacravano alla Madonna i piccoli nati, abbigliandoli con vesti sacre e fiori
di campo; le incredibili certezze con le quali i genitori portavano dal
guaritore i figli colpiti dal “male dell’arco” che i medici di oggi chiamano
“itterizia”, ed infine la paura delle ombre notturne che evocavano creature
fantasmiche e lupi mannari, possono
coinvolgere il viaggiatore distratto ed immergerlo nell’autenticità di una realtà
non artefatta né mistificata.
Il viaggio consapevole e partecipato si allontana dagli stereotipi artificiali e porta alla conoscenza del visitatore, del curioso, dello studioso, una vastissima raccolta di testimonianze autentiche catturabili dagli incontri, dai dialoghi, dai ricordi e dai racconti di eventi svoltisi appena ieri, in epoca contemporanea, che serbano ancora intatto il fascino della sorpresa, della magia e soprattutto di una sana e disarmante ingenuità.
Viaggiare
allora può significare lasciarsi cullare dai racconti autentici di streghe e
fattucchiere testimoniati da ricordi di infanzia; contatti ed esperienze
vissute tra i briganti, custodi severi di oscure grotte allineate lungo le
sponde di fiumi mitologici.
All’interno dei piccoli borghi che vi accoglieranno con sorprendente ospitalità, ecco i brevi squarci di una esistenza che si svolgeva in incognita, in terre sconosciute al resto dell’Italia ed ecco la riscoperta, quasi d’incanto, dei temi della Medicina Popolare che guariva tutto con le piante, gli incantesimi e gli esorcismi.
Ascoltate le testimonianze autentiche di coloro che trascorrevano le notti nella costante paura dei “Bumbonari”, dei fantasmi, dei lupi mannari. Lasciatevi trasportare dalla genuinità dei racconti delle donne sui temi della Cultura Domestica. Lasciatevi commuovere dagli occhi lucidi degli uomini e delle donne che, nonostante gli stenti e le fatiche cui furono sottoposti, amano ricordare con orgoglio la scansione della loro vita accettata con serena rassegnazione.
Non fa male commuoversi nell’ascolto del
racconto della comare che ricorda come tutta la famiglia alle quattro del
mattino si recava nei campi a lavorare, creature comprese.
E quando, con molta discrezione, chiederete
notizie più precise circa le creature (i
piccinelli), la risposta che riceverete sarà quasi ovvia per esse; le
creature si portavano nei cestini e, una volta raggiunti i campi, si
appendevano ai rami degli alberi. Il vento le avrebbe cullate per l’intera
giornata.
Il viaggiatore originale approfondisce i temi affascinanti legati alla Religiosità popolare e, senza alcuna difficoltà, scopre la immensa ed onnipresente devozione alla Madonna ed al Santo Patrono per onore dei quali si osava anche rubare le rose al cimitero per adornarne le statue. Sempre con il consenso del prete.
Non sarà difficile ottenere un’invasione di capre e di pecore in libertà nei vicoli dei centri storici, impaurite da orride e rumorose scorribande di giullari improvvisati e mascherati accompagnati da balli e tamburi tratti dai repertori delle musiche popolari. Sarà sufficiente chiederlo e i Sindaci rilasceranno le autorizzazioni.
Accostatevi con devozione ai banchi chiassosi dei prodotti tipici preparati e cucinati secondo tradizioni intramontabili. Sulle confezioni non troverete l’etichetta con l’elenco stampato delle caratteristiche organolettiche, ma il vostro gusto non avvertirà l’esigenza di essere pianificato.
Il viaggiatore attento potrà così sollevare per una volta, almeno per una sola volta, il sudario tecnologico che riveste il paese e che forse lo ha proiettato all’avanguardia inserendolo nei grandi circuiti turistici e culturali. Un velo, però, al di sotto del quale si conservano intatti i profumi, i colori, i racconti di quanti furono protagonisti del nostro territorio. Apparirà così un’imprevedibile ricchezza antropologica degna di essere riscoperta, ascoltata e ancora interpretata.
La ricetta segreta consiste nella
disponibilità del viaggiatore ad abbandonarsi ad una sana curiosità. Potrà
scoprire quadri nascosti di storia recente che il tempo troppo velocemente ha
cancellato e che meritano di essere ancora esplorati per arricchire il
patrimonio delle nostre conoscenze.
Riproduzione riservata © Copyright I Parchi Letterari
Fotografie di Lodovico Alessandri: http://www.lodovicoalessandri.it/
Leggi anche: Lodovico Alessandri, Ti amo da vivere , Edizioni Giuseppe Laterza, 2021
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