L'amore, la difesa, la conoscenza e la valorizzazione di un territorio, sono valori e ricchezze inestimabili, che ognuno di buon senso sceglie di tutelare e divulgare secondo le proprie attitudini e convinzioni. Con l'ultima mia opera “Arbus Monte di Soccorso”, ho voluto aggiunge un tassello alla conoscenza del Parco Letterario Giuseppe Dessi, già oggetto di attenzione e passione dallo stesso scrittore villacidrese, che nelle sue opere da Villacidro raggiunse Buggerru, passando per Gonnosfanadiga, San Gavino, Guspini, Arbus e Fluminimaggiore, chiamandolo Parte d'Ispi.
Le comunità isolane comprese quelle del Parco hanno da sempre avuto comportamenti sociali improntati alla solidarietà, sostegno morale e quando necessario anche finanziario.
La solidarietà e la giustizia sociale, nel nostro mondo, sono state spesso esclusive della realtà mineraria, ma l'analisi degli oggetti documentali salvati da attenti cittadini arburesi, mi hanno fatto ricredere. Il mio primo pensiero è corso alla visita che fece il giovane studente Antonio Gramsci, il 26 febbraio 1910 a Montevecchio; in tale circostanza gli fu chiesto quale fosse, secondo la sua visione, la differenza tra un operaio ed un minatore, e lui rispose semplicemente: “L'operaio è operaio, mentre il minatore è agricoltore”.
E questo è certamente vero: il mondo agricolo ha da sempre fornito braccia al mondo minerario, ed ha prestato alla miniera termini come “Coltivazione”, intesa come sfruttamento non della superficie terriera ma del sottosuolo, “Mena”, che deriva dal latino mĩnare: spingere un animale minacciandolo, così come avveniva nell'antica trebbiatura; quando il giogo dei buoi era costretto a calpestare in circolo i covoni, per ricavarne il grano dalla spiga. Allo stesso modo i condannati ad metellam, nel periodo romano, “menavano” con le loro piccozze sul filone per estrarne il minerale. Attraverso questo modesto lavoro, emerge chiaro che la solidarietà e la giustizia sono da sempre proprie dell'ambito contadino, nonostante non emergessero in modo evidente, per via della sua naturale frammentarietà.
La nascita dei Monti di Soccorso, ha consentito l'incontro degli operatori agricoli ed ha fatto affiorare un profondo spirito solidale tra gli stessi, che nella loro povertà cercavano conforto. Quando ad Arbus la gestione del Monte granatico o frumentario nel 1784 fu affidata alla comunità, dopo una prima gestione ecclesiale, quest'ultima si trovò unita attorno a questo istituto, grazie al quale gli agricoltori potevano disporre del grano necessario per le loro semine e l'intera popolazione si giovava dei proventi dell'esercizio.
Questa situazione preoccupò il direttore della miniera di Ingurtosu Lord Brassey poiché molti operai, specie nei momenti di crisi industriale, vedendo quanto stava accadendo nel mondo agricolo arburese lasciarono il loro lavoro, più duro e rischioso, per tornare a lavorare nei campi. Fu presumibilmente questa la ragione che spinse il lord inglese nel 1902, ad avviare la costruzione di case operaie e la grande fattoria a Gragonti in Bidderdi.
Il Monte granatico di Arbus, portava avanti, inoltre, importanti iniziative civiche, quali il completamento del monumento al professor Pietro Antonio Leo e al giurista Raimondo Garau, la costituzione di associazioni benefiche e il sostegno al Comune. Con i propri proventi intervenne per gli espropri della nascente strada statale che attraversava l'abitato, poi resi obbligatori dallo Stato, cosi come erogava prestiti finalizzati al pagamento delle spettanze agli agricoltori durante la campagna contro le cavallette in attesa dei rimborsi statali, nonché, in alcune circostanze, pagava gli stipendi ai dipendenti comunali, in momenti di difficoltà economica dell'ente.
L'Istituto frumentario si affermò come un moderno ente solidaristico “non profit” ante litteram, molto gradito alla popolazione che lo amministrava. Fu quello un grande periodo di consapevolezza sociale e culturale, interrotto nel suo sviluppo dalle bramosie dello Stato, sempre più presente e controllore attraverso gli organismi prefettizi e successivamente con le Casse Ademprivili, sino a determinare la trasformazione dei Monti granatici prima in Casse Comunali, poi Banco di Sardegna, nel 1953.
Cosa sarebbe stato se la comunità arburese avesse potuto proseguire l'esperienza di autogoverno solidale, sociale e produttiva di inizio 800?
Tarciso Agus
Su iniziativa del Parco geominerario storico e ambientale della Sardegna , la Fondazione Giuseppe Dessì, i comuni di Villacidro, Arbus, Buggerru, Fluminimaggiore, Guspini, San Gavino, Gonnosfanadiga