Residenza letteraria. La Scuola Holden di Torino nel Parco Letterario Gesualdo Bufalino. Comiso, 25-27 ottobre 2024
Tre giorni di sole e di cieli azzurri: un amabile autunno - o forse l’ultima coda d’estate siciliana- ha accolto a Comiso, tra libri, dischi, illustrazioni, disegni custoditi nella biblioteca della Fondazione Bufalino (Istituzione scientifica che promuove e produce studi ed approfondimenti critici, festival di linguaggi altri, nuove edizioni delle opere di uno degli autori più prolifici e suggestivi dell’ultimo scorcio del trascorso secolo) quattro studenti.
Andrea Tarabbia, docente della Scuola Holden di Torino, è lo scrittore che li ha accompagnati ad immergersi nella città natale di Gesualdo Bufalino, nella quale quest’ultimo ha trascorso l’intera esistenza e che, nel motto del Parco Letterario inaugurato nel novembre del 2022, è stata a buon diritto definita sua “Musa”.
Ad attenderli il Presidente della Fondazione, Pippo Digiacomo; il Direttore scientifico, Nunzio Zago; il segretario-custode, Giovanni Iemulo. A condurli per le vie del centro, il cuore del cuore di Comiso, il sindaco; pronubo di questo eccezionale progetto Stanislao de Marsanich in persona, che non ha voluto negarsi il piacere di esserci, almeno per la prima giornata, quella in cui i quattro prodi e il loro prof hanno incontrato un gruppo di studenti ed insegnanti del Liceo Classico, Scientifico, Artistico “G. Carducci”, incantandoli con i racconti delle proprie vite, mentre Andrea Tarabbia li ha letteralmente avvinti con le sue riflessioni sul senso e sul valore del narrare nel mondo contemporaneo.
Dal pomeriggio del 25 a tutta la giornata successiva i quattro apprendisti ed il loro “mastro” si sono rinchiusi nella fucina della Fondazione: carichi di nuove sensazioni ed ispirati dalla gente e dai luoghi, hanno scritto.
La sera del 26 ottobre, nella sala grande del Circolo di Conversazione (oggi intitolato a Bufalino), per la festa degli ottant’anni dalla sua creazione, dinanzi ad un pubblico numeroso ed attento - dopo le nostalgiche rievocazioni di alcuni presenti intorno a figure del passato ed aneddoti legati al “Professore” ed ai suoi amici, colleghi di chiacchiera tra una scala quaranta e un bridge - i nostri quattro eroi, sotto lo sguardo attento e premuroso del loro mentore, hanno letto i racconti appena composti.
Vittoria ha intrecciato una storia intorno al valore semantico della gestualità dei Siciliani, che dicono molto di più con i segni, che sanno poi leggere a propria volta, di quanto non facciano con le parole ed ambientando il suo racconto su una delle isole minori, isola dell’isola, in una sorta di mondo rimpicciolito fino al minimo, senza con questo riuscire a rendere meno grandi, e gravi, i drammi umani.
Edoardo ha commosso con la nostalgia di chi vive la Sicilia in estate, in vacanza, nella casa dei nonni, (e presenti in quella sala ce n’erano tanti di nonni col cuore gonfio a pensare lontana la propria famiglia!), dando al suo racconto un ritmo moderno, a un tempo, ed antico, come la musica delle lingue modulate per quantità di suono.
Luce, all’apparenza di poche parole, ha tramato il suo racconto di scampanii e di voci di bambini per strada, di profumi di ricotta e cannella, di colori accesi e mai sfumati di una terra in cui la morte è uno scandalo perché contrasta con il barbaglio del sole.
Federico, infine, ha scelto la via del fantasy, rifacendosi ad un’antica leggenda di un rettile che, così come riportato da Bufalino, si nascondeva nel greto del vecchio Ippari: nel “fiume dal nome sdrucciolo”, alla scoperta del mostro, si arma un manipolo di indomiti ragazzi, a superare una delle tante prove o riti di passaggio tra fanciullezza ed età adulta.
Quattro stili, quattro diverse e profonde sensibilità, che hanno declinato in modo nuovo spunti bufaliniani, tramandoli del proprio vissuto, arricchendoli di ciò che durante la residenza a Comiso li ha colpiti e donando a tutti noi la magnifica consapevolezza che il fascino di un bel racconto, l’affabulazione esercitata da chi narra con arte, da Omero in poi, continuano a distinguere il genere umano.
A me, come sindaco, il dovere di ringraziare Stanislao de Marsanich per la straordinaria opportunità, e l’impegno di stampare con il marchio del Parco letterario Gesualdo Bufalino i quattro racconti, frutto di questa residenza letteraria.
Maria Rita A. Schembari
Sindaco di Comiso
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