All’interno della Valle del Lambro (Parco Regionale della Valle del Lambro), lungo il suo percorso, il fiume incontra il lago di Pusiano, di cui è immissario ed emissario. Pusiano, l’antico Eupili, è il più grande e profondo lago brianteo, è di origine glaciale ed è sito in una zona abitata fin dall’epoca neolitica. Ai pregi storici e geologici, si accompagnano le suggestioni artistiche: è citato da Plinio il Vecchio, amato e frequentato da poeti e scrittori come Monti, Porta, Stendhal, dipinto da Giovanni Segantini in Ave Maria a Trasbordo.
Il suo nome, però, è indissolubilmente legato al suo figlio più illustre, Giuseppe Parini, che vide la luce proprio sulle sponde del lago, a Bosisio, uno dei pittoreschi borghi che si specchiano nelle sue acque cristalline. Il poeta amava a tal punto Eupili da intitolargli la sua prima opera Alcune poesie di Ripano Eupilino. Spesso relegato a frettolosi e superficiali studi scolastici, Parini può apparire ormai sorpassato, i suoi temi scarsamente attinenti e poco in linea con la sensibilità e le esigenze della società odierna. Una sua attenta rilettura, invece, ci rivelerebbe, un’opera pervasa di valori e ideali ancora oggi validi e condivisibili: la rilevanza di una riforma legislativa volta a prevenire, più che a punire, il crimine, il valore della vaccinazione antivaiolosa o ancora l’importanza del benessere psicofisico del popolo, messo a dura prova dalla cattiva qualità dell’ambiente.
Un territorio
contaminato e malsano, una pessima gestione da parte della classe dirigente,
preoccupata solo del proprio utile, uno sfruttamento intensivo delle risorse che
impoverisce i lavoratori economicamente e moralmente potrebbero apparire come
“privilegi” del periodo che stiamo vivendo, del mondo contemporaneo, problemi
sconosciuti in tempi passati. Sono, al contrario, temi trattati da Parini nell’ode “La
salubrità dell’aria”, composta nel 1759. Solo la forma forbita e aulica del
componimento ne tradisce la vetustà, la sostanza risuona preoccupantemente attuale.
Il componimento celebra la bellezza del beato terreno/Del vago Eupili mio, l’amata
terra natia di cui si esaltano l’aria pura e incontaminata, in grado di rinvigorire le
forze e guarire gli spiriti malati, la vita sana e felice dei contadini, che hanno saputo
accogliere, apprezzare e mantenere la prodigalità della natura (ruscelli gorgoglianti
di acque limpide, aria tersa, profumi densi di piante aromatiche -il timo e il croco e
la menta selvaggia-).
Il brusco contraltare a questo clima di amenità idilliaca è la
Milano fetida e malsana, che ha sacrificato la salute comune in nome di
un’agricoltura intensiva, che sfrutta un popolo malconcio e defraudato, che tiene in
considerazione solo le esigenze dei ricchi.
Segue un’accorata invettiva contro colui
che per primo, in nome del guadagno, ebbe disprezzo della salute dei cittadini,
esponendo Milano a mefitiche esalazioni: carri colmi di rifiuti attraversano la
pubblica via e inondano la città di lezzo nauseabondo, sotto lo sguardo indifferente
dei cittadini. L’invito a prender coscienza della comunanza del male (Stolto! E mirar
non vuoi/ne’ comun danni i tuoi?) e la gioia dell’essere riuscito a onorare il precetto
oraziano del miscere utile dulci segnano la fine del componimento.
Sono trascorsi più di 250 anni dalla stesura dell’ode e verrebbe da chiedersi se il lago di Pusiano sia riuscito a mantenere quella vaghezza e quella salubrità che tanto inorgoglivano Parini. Sul finire del secolo scorso (tra gli anni ‘50 e ‘80) le acque del lago hanno subito un deterioramento, a causa dell’incremento delle sostanze inquinanti sia di natura civile sia industriale: diretta conseguenza è stato il proliferare del fenomeno dell’eutrofizzazione, vale a dire una crescita abnorme di alghe e piante acquatiche a causa di sostanze come azoto, fosforo, zolfo, a discapito della fauna ittica.
Fortunatamente non si è rimasti, fatalisticamente, ad attendere che il degrado
fosse irreversibile, ma si è intervenuti con la realizzazione di un attento e capillare
programma di risanamento. Dopo qualche decennio di studi e raccolta di dati, circa
una decina di anni fa è stato realizzato il “Progetto PIRoGA”, una collaborazione
fra Regione Lombardia, Irsa, Cnr con il cofinanziamento della Fondazione Cariplo.
Sono state messe a punto una serie di strategie come: l’attivazione di una zona di
fito-depurazione dello scarico del Segrino nel Lago di Pusiano, l’attivazione di
appositi filtri finalizzati all’abbattimento degli scarichi dei canali scolmatori a lago,
l’uso di una tecnologia capace di fissare il fosforo residuo ancora presente nelle
acque, facendolo precipitare sul fondo allo scopo di ridurre l’eutrofizzazione.
Nel
2019 il lago ha ricevuto la bandiera blu: le sue acque sono totalmente balneabili. Si
può navigare con un catamarano alimentato a energia solare. Una ricca ittiofauna
(lucci, carpe, persici, alborelle, trote) E habitat diversificati, che accolgono
un’importante e variegata ornitofauna (picchio, astore, nibbio bruno, assiolo, airone),
ne fanno un autentico paradiso naturale, a dimostrazione che anche il patrimonio più
cospicuo necessita sempre di un’oculata gestione affinché possa mantenersi nel
tempo e, magari, accrescersi.
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Giovanna Musolino
Sono una calabrese nata a Torino. Da più di dieci anni vivo e lavoro a Milano, città che ho imparato ad apprezzare e amare. Sono laureata in Lettere Classiche e svolgo la professione che per anni ho cercato di evitare con sforzi titanici: l’insegnante. Ho scoperto, mio malgrado, quanto possa essere gratificante e appassionante accompagnare i ragazzi “alla soglia delle loro menti”, instillare nei loro animi l’amore per la cultura, il desiderio di libertà, il rispetto reciproco.
Collaboro con il magazine di Cultura Musicale, Arti e spettacolo, SOund36.
Amo la musica, il teatro, la cucina, il giardinaggio, la letteratura, il cinema. James Joyce è il mio scrittore preferito e Stephen Dedalus il mio eroe fin da quando possiedo l’età della ragione: “Ti dirò cosa farò e cosa non farò. Non servirò ciò in cui non credo più, si chiami casa, patria, o chiesa: e cercherò di esprimere me stesso in qualche modo di vita o di arte il più liberamente e il più compiutamente possibile, usando a mia difesa le sole armi che mi concedo: il silenzio, l'esilio e l'astuzia.” Amen.
"La prima regina d'Italia, nella vita privata, nella vita del paese, nelle lettere e nelle arti"