"Alt ai demolitori!"
"Ci sono due cose in un edificio: la destinazione e la bellezza. La destinazione spetta al proprietario, la bellezza appartiene a tutti, a voi, a me, a noi tutti. Dunque distruggerlo vuol dire oltrepassare il proprio diritto " Victor Hugo. Revue des deux mondes, 1832.
Agli inizi del XIX secolo, la distruzione imponente di monumenti, trasformati in depositi o fonte di materiali, determinò vari movimenti di protesta in favore della tutela del Patrimonio da parte di scrittori come Châteaubriand, Mérimée e Victor Hugo, che per primi si espressero pubblicamente. Nel 1832, l'autore di Notre Dame di Paris manifesta la sua indignazione contro la demolizione di monumenti, pubblicando un opuscolo, Guerra ai demolitori. "Ogni giorno qualche vecchio ricordo di Francia scompare con la pietra su cui era scritto". Lo scrittore attacca il potere, per metterlo di fronte alle proprie responsabilità, punta il dito contro i gravi errori amministrativi in materia di monumenti e le responsabilità "dal sindaco al prefetto, al ministro, la tolleranza dell'autorità locale". Egli deplora l'ignoranza della scienza, dell'arte, del gusto. "Non c'è luogo in Francia in cui non accada qualcosa del genere. E' più o meno, è più o molto, è piccolo o grande, ma è sempre ed ovunque vandalismo" . Elencando gli esempi, Victor Hugo cita i progetti di sistemazione dei giardini del Louvre "Tutta l'armonia di un opera è sconvolta... Speriamo che questo progetto ridicolo non si realizzi. Se si cercasse di realizzarlo, speriamo che ci sia una rivolta da parte degli artisti. Noi spingeremo in tal senso, al nostro meglio". Lo scrittore infuriato drammatizza "Vorremmo cancellare il tutto dalla nostra Storia. Devastiamo, polverizziamo, distruggiamo, demoliamo..." Poi, più moderatamente "Abbandoniamo questo punto di vista arido e ragioniamo meglio. Da quando osiamo, nel bel mezzo della nostra civiltà, interrogare l'Arte sulla sua utilità ? Guai a voi se non sapete a cosa serve l'Arte. Suvvia! Demolite! Utilizzate! Riducete in pietre Notre Dame de Paris!"
Victor Hugo assicura che la preservazione del patrimonio monumentale è stata difesa e "vincerà come pure la causa generale, conquistata da tutte le ragioni della Scienza, conquistata da tutte le ragioni della Storia, conquistata da tutte le ragioni dell'Arte, conquistata dall'intelligenza, dall'immaginazione, dal cuore...Noi dobbiamo tener conto del passato nell'avvenire".
Quasi due secoli dopo la sua pubblicazione, l'opuscolo dello scrittore romantico è stato recentemente ripubblicato. In effetti il suo intento è di un'attualità stupefacente. Basterebbe modificare qualche nome e allargare la nozione di patrimonio, il cui campo di applicazione si è notevolmente evoluto.
Nel XIX secolo si denunciavano i demolitori del patrimonio edile. Nel XXI costoro agiscono su più vasta scala, attaccano ora paesaggi naturali, edificati e coltivati. Certo, la protezione dei monumenti storici è notevolmente rafforzata da duecento anni. Per contro, come lo mostra questo progetto assurdo, la preservazione dei paesaggi è ancora trascurata anche se la crisi ambientale accelera la presa di coscienza della fragilità dei nostri ecosistemi, essa è insufficiente. Patrimonio culturale e naturale sono indissociabili.
Non è più semplicemente demolendo ma costruendo che si altera l'aspetto delle nostre città, dei nostri villaggi e paesaggi. La disposizione urbana e rurale, i grandi centri commerciali e industriali imbruttiscono e alterano l'ambiente in cui viviamo e distruggono i rapporti sociali.
Ad ovest di Avignone, il territorio del Pont du Gard è probabilmente uno dei più protetti di Francia, con tre siti iscritti al Patrimonio mondiale Unesco. Il ponte romano è classificato come opera del "genio dell'umanità". Esso è anche classificato Grand site de France e Monumento Storico. La riserva di biosfera delle gole del Gardon ed il patrimonio immateriale della costruzione dei muri a secco sono anche riconosciuti dall'Unesco, come pure il patrimonio di Avignone, di Orange, di Arles e di Nimes, situati a una trentina di minuti. E' in corso di istruzione un progetto di Parco Naturale Regionale. Un progetto di sviluppo sostenibile è stato votato dal dipartimento del Gard, la regione Occitania, lo Stato. E' una totale contraddizione con questo progetto di deposito di e-commerce.
Come spiegare allora che un gigantesco progetto di deposito Amazon abbia ottenuto un permesso di costruire, convalidato dal sindaco e dal prefetto e ignorato dai ministri competenti? Victor Hugo non si irriterebbe di nuovo? E' difficile immaginare un enorme edificio di 40 000 m2 in un blocco cieco, lungo la strada turistica del vigneto Côtes du Rhône. Il sito di questo progetto Amazon, vicino all'uscita "Pont du Gard" dell'autostrada, sembra esser stato l'unico criterio di decisione con una promessa aleatoria di lavori precari, faticosi e destinati ad essere sostituiti da una prossima robotizzazione. Il sito scelto è la porta d'ingresso di milioni di visitatori dell'Uzège Pont du Gard. La prima e l'ultima cosa che essi vedranno dovrebbe essere questo enorme deposito industriale. Dai villaggi vicini di Castillon du Gard, di Saint Hilaire d'Ozilhan o di Semhac, si vedrebbe simultaneamente l'acquedotto del Pont du Garde e il deposito Amazon... Oltre allo choc visivo generato da questa scorretta associazione, ci poniamo una domanda etica: come trattiamo la nostra Storia comune? Quale insegnamento traiamo dal nostro patrimonio paesaggistico e monumentale?
Il Pont du Gard è stato costruito alcuni anni dopo la pubblicazione del trattato fondamentale di Vitruvio "De Achitectura". L'architetto raccomandava di costruire in armonia con la natura e il corpo umano e prescriveva tre principi "Solidità, Utilità, Bellezza".
Il Pont du Gard testimonia magistralmente questo pensiero di Vitruvio. Lezione di architettura universale la cui pertinenza non ha smesso di ispirare gli architetti, Alberti, Leonardo da Vinci, Louis Kakhn, Le Courbusier, Tadao Ando ed altri ancora...
Il progetto Amazon insulta la memoria di Vitruvio, e quella di tutti i visitatori del Pont du Gard. Il suo gigantismo è sproporzionato rispetto alla Natura e all'Uomo. La sua durata sarà limitata all'obsolescenza dei suoi materiali di costruzione. Il carattere della sua utilità, che favorirà un' iperconsumazione, non è sostenibile. L'efficacia ed il profitto escludono l'estetica e l'integrazione con il paesaggio.
Da secoli la letteratura rivela i tesori del mondo. L'elenco degli illustri viaggiatori, che hanno fatto lunghi viaggi per ammirare il Pont du Gard, è lungo: François Rabelais, Jean Racine, Michel de Montaigne, Jean JacquesRousseau, François de Chateaubriand, Marcel Pagnol, André Gide, e tanti altri. Nei loro scritti, ci hanno invitato a meravigliarci davanti a questo monumento in armonia con la natura.
Senza dubbio Victor Hugo prenderebbe di nuovo la penna per esprimere la propria collera e indignazione. I discendenti di Victor Hugo, Jean Baptiste Hugo, fotografo e Marie Hugo, pittrice, si sono uniti a più di centomila firme in una petizione contro questo progetto assurdo e per un nuovo progetto, Duraturo, Utile e Bello. Scrittori e artisti ci sensibilizzano all'infinita ricchezza dei paesaggi naturali e edificati. L'acutezza e la sensibilità dei loro sguardi ci aiuta a veder meglio il mondo che ci circonda, a prendercene cura, e a co-costruire un paesaggio comune. La nostra responsabilità è continuare la Storia e creare il Patrimonio di domani.
Didier Riesen
Traduzione a cura della prof.ssa Mirella Cassio
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Attaché Le texte originale française de l'article
In allegato la versione in francese dell'articolo di Didier Riesen