Dal versante sud della seconda cima più alta della Sardegna, monte Linas, si distende l'ampio e articolato territorio del Fluminese, che nel Parco Letterario Giuseppe Dessì ingloba anche il territorio di Buggerru.
La cima più elevata in questa nostra interessante area è il monte Lisone che raggiunge i 1094 m.s.l.m. Parte integrante del massiccio del Linas, fa da spartiacque fra i territori di Gonnosfanadiga, Domusnovas e Fluminimaggiore e sovrasta tutta la parte sud del Parco Letterario, per articolarsi in un'area di grande pregio naturalistico sino alle dune di Portisceddu e il territorio di Buggerru, che annovera i tratti più antichi dell'isola di Sardegna. Il territorio del Fluminese si caratterizza per la sua vastità carsica, con interessanti formazioni alcune fruibili altre meno ma con peculiarità uniche. In particolare merita una menzione la Grotta Paradiso in regione S'oreri di formazione Cambriano medio superiore tra i 513 e 501 Ma (*), poco nota e di difficile accesso, la sua caratteristica è data da singolari concrezioni a forma di fungo o discoidi. Altra formazione che merita una menzione per le sue particolarità, anche se riservata a pochi escursionisti che non siano speleologi, è la grotta S'Oghittu presso Antas. Anche questa bellezza si colloca nella stessa fase formativa di Grotta Paradiso, ma si discosta sia per i suoi caratteri geomorfologici, formatasi in una zona di fratture e di fessure delle masse rocciose che hanno creato delle concrezioni in colata multistrati di particolare fascino.
Ma la grotta per eccellenza, che è visitabile e di grande attrattiva e suggestione, è quella di Su Mannau (L'orco che piange) che si sviluppa anch'essa nelle rocce carbonifere del Cambriano, in un sistema complesso che raggiunge la lunghezza di 7 km. Naturalmente non tutto è fruibile dai visitatori ma tanto basta per restare incantati dalla sua bellezza e articolazione. In corrispondenza dell'uscita si trova la congiunzione dei due corsi d'acqua che l'attraversano, il fiume Placido e il Rapido che originano una sorgente, Scioppadroxiu, con una portata di 80 litri d'acqua al secondo. Il suo sviluppo è prettamente orizzontale ma non mancano i tratti verticali, le sue numerose ramificazioni offrono al visitatore sale ricche con uno straordinario campionario di concrezioni e fenomeni geologici. Caratterizzata da splendide aragoniti, l'ambiente carsico di Su Mannau offre suggestive visioni come il Pilastro, costituito da una stalattite e stalagmite che si uniscono a formare, entro un profondo pozzo, una colonna di 23 metri. Il sito si articola in sale e laghetti con nomi che richiamano gli scenari che le caratterizzano, come la sala Bianca con candide stalagmiti ed aragoniti uniche; la sala Vergine con le aragoniti coralloidi ed eccentriche; la sala Bizzarra, con strane concrezioni a fungo o la sala degli Abeti, che raggiunge l'altezza di 40 metri adorno di “abeti” di cristallo.
La prima parte del prestigioso scrigno geologico ha restituito interessanti reperti archeologici, in particolare lucerne ad olio che propendono a considerare la prima sala un grande tempio ipogeo frequentato sin dall'epoca Prenuragica (VI-III millennio a.C.), dedicato al culto delle acque.
La vasta presenza carsica nel Fluminese, oltre le splendide grotte, ci propone il fascino del grande canyon di Gutturu Pala, un possente affioramento di rocce prevalentemente carbonatiche databili fra i 542 ed i 509 Ma, che si sviluppa secondo l'asse NO-SE per una lunghezza di circa 500 metri. Costituto da strapiombi che raggiungono i 150 metri di altezza, con un dislivello di 50 metri tra l'ingresso a monte e lo sbocco a valle, il canyon è costellato di aperture fusiformi, potenziali accessi a nuove ed inesplorate cavità carsiche. Di grande valore paesaggistico, lo scenario geologico è solcato dal rio Gutturu Pala che si immette nel rio Pubusinu artefici nei millenni della splendida opera naturalistica che oggi è possibile ammirare. La maestosità carsica del territorio si spegne a valle, con il sistema dunare di Arena di Portixeddu che si tuffa nel mare di Sardegna. Gli estesi cumuli di sabbie eoliche si sarebbero formate in tre importanti periodi dell'era quaternaria, comprese tra il Pleistocene medio e l'Olocene (epoca in cui viviamo) 1,8 e 0,0117 Ma. Le dune si estendono per 4 kmq e in buona parte oggi sono ricoperte da un rimboschimento di pini impiantato negli anni 50, a protezione dell' insabbiamento della strada litoranea Portixeddu – Buggerru.
Il fluminese, come detto, si estende sull'area più a sud del Parco Letterario Dessi che comprende l'articolato e suggestivo territorio di Buggerru, menzionato dal Dessì per il tragico epilogo dello sciopero minerario del 1904 (**) .
La zona di Buggerru come quello di Fluminimaggiore si caratterizza per i giacimenti minerari e l'aspetto paesaggistico, dove i candidi carbonati illuminano i luoghi a contatto con l'azzurro del profondo mare. Nella parte sud le antiche cavità carsiche si riempio di minerali ed in particolare di barite ed ossido di ferro che affrescano le splendide falesie sul mare, come quella di San Nicolò, costituita prevalentemente da rocce calcareo dolomitiche formatesi nel Cambriano (541 – 485 Ma). Trattasi del periodo geologico più rappresentativo in questa parte del Parco Letterario, con formazioni rocciose dotate di spessori che raggiungono alcune centinaia di metri e si caratterizzano per la presenza di un gran numero di antiche cavità ricolme di mineralizzazioni. La falesia di San Nicolò si erge sulla costa con altezze variabili che vanno dai 15 ai 50 metri s.l.m. Per gli amanti delle escursioni sotto costa, percorrendo la falesia non sarà difficile scorgere le numerose cavità con accesso diretto e in prossimità della località Nido d'Aquila è possibile ammirare il candido faraglione che raggiunte i 25 metri di altezza. Durante la bassa marea il monumento naturale è unito alla terra ferma con una striscia di roccia. La falesia si raccorda con retrostanti superfici di spianamento e sicuramente quello più importante e significativo è l'altopiano di Pranu Sartu (pianoro alto), con la sua colorazione biancastra data dai calcari ceroidi frammezzati come un po in tutta l'area di Buggerru dalle venature di ossido rosso. Planu Sartu, come accennato, ha l'aspetto di un tavolato con una leggera inclinazione verso il mare. La zona è interessante sia per la sua morfologia ma anche per l'importante presenza mineraria. Anche in quest'area il pianoro termina con una splendida falesia che offre al visitatore numerose grotte, la più importante è senz'altro la Grotta Azzurra che si apre sul mare con un ingresso di circa 4-5 metri di diametro. In questo ameno pianoro l'attività mineraria è stata imponente con i suoi grandi scavi a cielo aperto che raggiungono la profondità di 54 metri. Lo scenario si sviluppa a cento metri dalla falesia e copre una superficie di 30.000 mq. Al suo interno sono visibili numerosi ingressi di gallerie su piani diversi, utilizzate per raggiungere e sfruttare le mineralizzazioni. L'affascinante tavolato modificato profondamente dal lavoro dell'uomo che in prossimità degli scavi vi abitava, tanto che ancora oggi sono presenti le modeste costruzione dei minatori che la natura pian piano sta inglobando. Questo scenario è raggiungibile attraverso l'ardita galleria Henry a strapiombo sulla falesia.
Concludiamo il nostro viaggio sull'immenso panorama geologico del Parco Letterario Giuseppe Dessì con Cala Domestica, una profonda ed ampia insenatura apertasi tra le tante falesie di cui abbiamo parlato. La formazione geologica è pertinente al resto del paesaggio Cambriano che abbiamo già incontrato, ma si caratterizza per la massiccia presenza dalla Dolomia, una roccia sedimentaria costituita da venature chiare e scure di qualche centimetro o millimetro, dette anche lamine biologiche per la presenza di alghe, formatesi ed evolutesi in un ambiente caldo arido.
Antiche fratture hanno creato sul versante nord-est ripide pareti che si elevano per circa 50 metri sul mare, mentre sul versante opposto degrada dolcemente. La baia è caratterizzata dalla splendida spiaggia con dune eoliche retrostanti. Nell'amena località sono ancora presenti i resti di banchine e piattaforme in pietra per l'approdo delle bilancelle, imbarcazioni a vela latina utilizzate nell'800 per trasporto dei minerali estratti dalla vicina miniera e collegata con un vecchio tracciato ferroviario di cui restano importanti tracce.
Tarcisio Agus
Parco Letterario Giuseppe Dessì (Parco Geominerario, Storico e Ambientale della Sardegna)
*Milioni di anni
** leggi Il luogo e l'eccidio di Buggerru
Su iniziativa del Parco geominerario storico e ambientale della Sardegna , la Fondazione Giuseppe Dessì, i comuni di Villacidro, Arbus, Buggerru, Fluminimaggiore, Guspini, San Gavino, Gonnosfanadiga