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Yōkai. Le antiche stampe dei mostri giapponesi a Villa Reale di Monza

30 Maggio 2022
Yōkai. Le antiche stampe dei mostri giapponesi a Villa Reale di Monza
Fino al 9 ottobre la Reggia di Monza ospita la mostra "Yōkai. Le antiche stampe dei mostri giapponesi" a cura di Paolo Linetti. Con il patrocinio del Consolato Generale del Giappone, I Parchi Letterari, Fondazione Italia Giappone e Comune di Monza.

Dal 30 aprile al 9 ottobre nel Belvedere di Villa Reale a Monza si espone la mostra Yōkai. Le antiche stampe dei mostri giapponesi, a cura di Paolo Linetti.

L'evento, patrocinato dal Consolato Generale del Giappone, I Parchi Letterari - Parco Letterario Regina Margherita e il Parco Valle Lambro, Fondazione Italia Giappone, Comune di Monza, si presenta come un viaggio fantastico con storie che miscelano leggende, brivido e mistero attraverso duecento opere dei più “spaventosi” artisti giapponesi del XVIII e XIX secolo.

 Xilografie, rari libri antichi, e poi ancora abiti storici, armi tradizionali, un’armatura samurai, opere di Hokusai e Hiroshige, la preziosa collezione Bertocchi: 77 netsuke, piccole sculture in avorio, un rotolo a scorrimento lungo 11 metri, proveniente dalla collezione Luigi e Luciana Bartolini, che racconta la vicenda di Shutendoji, una creatura mitologica (Oni) a capo di un esercito di mostri che infestava il monte Oe nei pressi di Kyoto, mai esposto prima. 

 Sul sangue di quarantamila teste di nemici mozzate si fondò la lunga e prospera pax Tokugawa.
Il 1600 segnò il termine del grande periodo di guerre che vide la disfatta delle truppe avverse al generale Ieyasu Tokugawa.

L'assenza di guerre favorì lo sviluppo di racconti epici che davano vita ad atmosfere cupe e terrificanti: racconti di paura che mettevano alla prova gli animi più arditi con un rituale “il gioco delle 100 candele”.
Il gioco iniziava dopo l’ora del tramonto: i samurai si ritrovavano in una stanza illuminata dalla luce di cento candele. Ogni samurai raccontava una storia agli altri compagni con l’obiettivo di spaventarli con racconti popolati di mostri appartenenti alla tradizione giapponese.
Al termine della storia di paura, chi l’aveva narrata doveva alzarsi, spegnere la candela di una lanterna, prendere uno specchio e specchiarvisi nell’angolo più lontano: l’oscurarsi progressivo della stanza accompagnava la narrazione di racconti sempre più spaventosi e carichi di suspense.

La mostra si apre con una sala immersiva che farà rivivere al visitatore l’esperienza di questa leggendaria prova di coraggio dei samurai.

Protagonisti di queste storie sono gli Yōkai, il cui termine indica letteralmente i mostri. S’incontrano i Kodama, spiriti delle piante, gli Omukade (centopiedi giganti e velenosi), gli immensi Kaiju (bestie solitamente provenienti dal mare), gli Oogumo (ragni delle caverne dalle dimensioni di vitelli che prosciugano i dormienti), i Bakeneko (gatti mannari-mammoni a due code), i Gama (rospi trasformistevampiri); o ancora i Bakemono, mostri mutaforma per nascita come le Jorogumo (donne ragno), i Tanuki (simpatici tassi trasformisti) e le Kitsune (volpi traformiste).

Rappresentati nelle magnifiche opere dei più famosi artisti giapponesi del XVIII e XIX secolo, essi impreziosiscono il percorso che condurrà il visitatore in un emozionante viaggio tra gli spiriti, le creature e i mostri del folklore nipponico: creature a volte grottesche, altre dispettose, spesso e volentieri spaventose, che abitano da sempre l’immaginario collettivo e il quotidiano degli uomini e delle donne giapponesi, tutti ben consapevoli di coesistere e di venire in contatto con questi esseri inquietanti. 

 Yōkai (mostri), Bakemono (mostri mutaforma), Yurei (spettri e ritornanti) popolano le xilografie in mostra, insieme a draghi, orchi, fatali mici mannari, spettri, rospi vampiri, le Jorogumo, avvenenti donne che rivelano alle vittime la loro reale natura di enormi ragni;i Kappa, esseri acquatici, che importunano le natanti; le Ningyo le sirene giapponesi la cu i carne profumatissima può donare agli uomini giovinezza o morte atroce; Okiku, il fantasma inconsolabile che cerca il decimo piatto a lei rubato…

 Stiamo assistendo negli ultimi anni a una vera e propria riscoperta dei mostri giapponesi che stanno diventando una moda da parte degli occidentali.

Tuttavia, troppo spesso, l'approccio è relativizzato da lacune verso l'altra cultura o verso la propria, creando erronee linee interpretative; oppure i mostri vengono visti da un occhio troppo tecnico che non si pone dal punto di vista del lettore generico, dando per scontate troppe cose.

In Occidente si utilizzano spesso in maniera sbagliata termini e concetti quali: soprannaturale, mitologia e paranormale, demoni.

Nell'Europa dell'ovest il Soprannaturale è il mondo dei mostri ben delineato e separato da quello degli umani, in Giappone esso è molto più sfumato o sovrapponibile.

Nella visione occidentale dei démoni o meglio demòni (esseri infernali preesistenti all'uomo) è un mondo a sé, separato. La interazione nella sfera umana è un atto soverchiante le leggi naturali, le sovrasta con atti di manifestazione e possessione.

L'Europa orientale, contempla una linea più sfumata, quella del preternaturale, ossia oltre al mondo soprannaturale divino e infernale esiste una natura prodigiosa. Nelle chiese riformate si crede che santi e angeli, esistano, ma dopo la resurrezione di Cristo, non è più necessario dimostrare l'esistenza di Dio con miracoli e grazie. Ne consegue che se qualcosa di straordinario può accadere sia quindi prodotta da un diavolo oppure se straordinaria, ma non negativa sia frutto di una natura prodigiosa.

Inoltre se per i cattolici con l'introduzione del Purgatorio, si dà un luogo a qualunque anima errante, per ortodossi e protestanti alcune anime irrisolte rimangano sulla terra, originando fantasmi, licantropi e vampiri.

In Giappone si assiste a una sfumatura ancora più lieve vi è natura preternaturale fatta di fantasmi, creature non morte e famigli, e una cripto-naturale costituita da mostri che al pari del nostro mostro di Lockness esistono in luoghi specifici, ma le loro caratteristiche fisiche sono più o meno vaghe e i loro avvistamenti sono molto sporadici.

La mitologia ha caratteristiche ben distinte. Possiamo parlare di mito solamente quando un racconto ha un valore sacrale, allegorico e universale per la cultura sociale politica che determina un impero, un regno o una nazione.

Esso deve contenere risposte cosmogoniche, etiche, rispondere alle grandi domande quali “chi siamo?”, “Chi ci ha creato?”, “da dove veniamo?”, “perché esistiamo?”, “che succederà dopo la nostra morte?

Le leggende invece sono racconti con una dimensione più locale, spesso ispirati a fatti realmente esistiti, ma poi resi spettacolari o epici.

Nella mostra e nel libro omonimo edito da Skira, si fa chiarezza su molti aspetti degli Yokai, dando risposta a diverse domande: come mai non si può parlare di soprannaturale, demoni e mitologia giapponesi e perché.

In occasione dell'esposizione il lungo corridoio del Belvedere, idealmente è stato trasformato nel Tokaido, la lunga via che collegava Tokyo a Kyoto con le sue 53 stazioni di sosta.

I visitatori divengono pellegrini che camminando su questo corridoio incontreranno le opere più note delle Stazioni Parallele del Tokaido di Hiroshige, Kuniyoshi e Kunisada e le leggende ad esse collegate.

Una straordinaria opera in cui l'editore collegò ad ognuna delle 53 stazioni una leggenda locale, affidando ai tre grandi maestri i soggetti che più erano in linea con la resa pittorica fra i tre.

Le 11 sezioni della mostra si affacciano lungo la via con le tipiche tende delle locande giapponesi su cui ideogrammi e emblemi preannunciano la tematica.

Il Notturno giapponese ci introduce sulla differente sensibilità ai racconti di paura e sulla sapiente gestione della suspence; L'editoria giapponese immerge il visitatore nel mondo della letteratura, delle scelte editoriali e la loro promozione e le varie tematiche; la Vendetta oltre la morte ci presenta storie di donne ingannante e tradite che si vendicheranno come fantasmi persecutori; le sezioni dei mostri acquatici, delle foreste e delle case infestate ci presentano tipologie di Yokai, rendendo evidente come questi più sono lontani dei centri abitativi e più hanno forme aberranti e informi, in confronto a quelli delle foreste, più collegati al rispetto della natura o a quelli che infestano le case muovendosi frequentemente con molta discrezione.

La sezione Yokai va a meglio delineare i mostri generici, presentando nella successiva i Bakemono, ossia i mostri trasformisti che prendono aspetto di cose e persone.

Sezioni speciali della mostra sono la collezione di netsuke in avorio, statuette note in Italia nei primi anni del '900 come bottoni giapponesi; il raro libro di Hokusai, storie di combattenti cinesi e giapponesi, dove le immagini del genio dell'Oriente trovano la piena eccellenza del tratto.

Una sala dedicata alla stampa più iconica di Kuniyoshi: la principessa strega Takiyasha evoca lo spirito del padre nella forme di un enorme scheletro per vendicarne l'ingiusta esecuzione; Un'armatura antica ci presenta nella sua bellezza il commiato dall'epoca eroica dei samurai.

A cura di Polo Linetti

Riproduzione riservata © Copyright I Parchi Letterari

INFORMAZIONI
YŌKAI. Le antiche stampe dei mostri giapponesi
Monza, Belvedere della Villa Reale (viale Brianza 1) www.reggiadimonza.it/
30 aprile - 21 agosto 2022 Prorogata al 9 ottobre 
Orari
Venerdì 15,00 – 20,00 Sabato e domenica 10.30 – 20.00
Biglietti
Intero € 10,00 | Ridotto € 8,00
Biglietto cumulativo Mostra Yokai + Villa Reale € 15,00 Ridotto Scuole € 5,00
Sito internet MOSTRA YOKAI www.mostrigiapponesi.it
Catalogo mostra: Skira (skira.net)
Catalogo sezione speciale Loputyn: Hop! (stay-hop.com)
Vertigo Synndrome
Tel. + 39 351 656-0343
info@vertigosyndrome.it | www.vertigosyndrome.it
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