Tra il lungomare di San Terenzo e le alture di Lerici, nasce il nuovo Parco Letterario dedicato a Percy B. Shelley, tra i più sublimi poeti inglesi e lirici romantici, che come tanti altri grandi intellettuali, scrittori e artisti di tutti i tempi rimase affascinato dalle bellezze del Golfo dei Poeti.
“Abito in questo Golfo divino, leggo drammi spagnoli, vado in barca e ascolto la musica più incantevole. Abbiamo in visita alcuni amici, e il mio unico rimpianto è che l’estate passerà, e che Mary non ha la mia stessa predilezione per questo posto, che, se fosse per me, non lascerei mai”.
Era il 29 giugno 1822 e Percy Bysshe Shelley, neppure trentenne, scriveva così all’amico Horace Smith, riferendosi al suo soggiorno a San Terenzo, dove trascorse gli ultimi mesi di vita.
Ed è proprio in memoria di questo rapporto intenso tra il poeta inglese e il paesaggio lericino che è nato il Parco Letterario Percy B. Shelley – San Terenzo e il Golfo dei Poeti, ideato due anni fa, in occasione del bicentenario dalla morte del poeta e inaugurato ufficialmente il 24 luglio 2024, alla presenza di Leonardo Paoletti, Sindaco di Lerici, Eleonora Landini, Presidente del Parco Montemarcello Magra Vara, Stanislao de Marsanich, Presidente dei Parchi Letterari, Marco Nereo Rotelli, artista e curatore del progetto, Elisa Tozzi, architetto responsabile dello sviluppo progettistico e logistico, Carla Sanguineti, presidente dell’associazione “Amiche e amici di Mary Shelley” e curatrice dei contenuti letterari, Claudia Cabano, con Linda Secoli, Daria Beverini e Rachele Del Prete, del Servizio Cultura ed Eventi del Comune di Lerici e di moltissime altre autorità e intellettuali del territorio e non solo tra cui Antonetta Carrabs, Presidente della Casa della Poesia di Monza e del Parco Letterario Regina Margherita e Parco Valle Lambro, e Stefano Mangoni, Segretario Generale dei Parchi Letterari e ideatore del Parco Letterario Virgilio di Borgo Virgilio (Mn).
Un lavoro dalla gestazione lunga, una squadra articolata e multidisciplinare che ha dato vita a un bellissimo parco diffuso in cui poesia, arte, storia, natura e paesaggio s’incontrano e s’intrecciano spontaneamente, fondendosi in un’unica entità entrata a buon diritto a far parte della ormai vasta e prestigiosa rete dei Parchi Letterari - Paesaggio Culturale Italiano (36 ormai sono i Parchi in Italia e 6 sparsi per il mondo) coinvolgendo anche il Parco Naturale Regionale di Montemarcello – Magra Vara, area protetta che si estende dalla collina alla costa, regalando panorami di rara bellezza.
Per raccontare il rapporto tra Lerici e Shelley - poeta anticonformista, errante, dalla vita avventurosa e tormentata - il progetto ha messo in sinergia due luoghi simbolo del territorio: da un lato il Parco Shelley, sulla passeggiata del lungomare di San Terenzo e dall’altro la “Pietraia”, situata nell’entroterra, ai piedi del Forte della Rocchetta. Si tratta in entrambe i casi di realtà già esistenti ma che oggi sono state arricchite da un percorso letterario e da una nuova veste, caratterizzata dall’idea di un’arte da vivere. A tenere saldo il filo della narrazione sono le sculture in marmo dell’artista Marco Nereo Rotelli: una decina di libri aperti con sopra incisi alcuni versi del poeta inglese, autore di opere piene di poesia ma anche di impegno civile e sociale come il “Prometeo liberato”, “Adonais”, “Ozymandias”, “Ode al vento occidentale”, “A un’allodola”, “La maschera dell’anarchia” e “Il trionfo della vita”.
San Terenzo, dove Shelley trascorse gli ultimi mesi di vita
Facilmente raggiungibile da tutti, sul lungomare di San Terenzo - dove lo sguardo si apre di fronte al golfo e al profilo delle tre isole Tino, Tinetto e Palmaria - si incontra dunque il Parco Shelley, prima tappa del Parco Letterario. Qui si trovano due sculture: un libro con il verso “Mentre il vento respira leggero” (tratto dalla poesia di Shelley scritta a San Terenzo un mese prima della sua morte) e un altro con inciso un altro verso - “Essere vasto e diverso e insieme fisso” – estrapolato questa volta dal poemetto Mediterraneo di Eugenio Montale, poeta a cui è dedicato dal Parco Nazionale delle Cinque Terre l’altro Parco Letterario ligure, nella non lontana Monterosso. Un modo per unire simbolicamente i due parchi, entrambe abbracciati dal mare, dal golfo, dai molti poeti, artisti e letterati che, in diversi secoli, li hanno frequentati per trarre ispirazione dal paesaggio.
Parco Shelley, in particolare, è interessante perché fu il giardino dell’ultima dimora del poeta romantico: Villa Magni. Impossibile non notare l’edificio, passeggiando sul lungomare: la forma, la facciata bianca a cinque arcate e l’ampia terrazza, lo rendono unico nel contesto di case alte e color pastello tipiche della Liguria. Dopo anni di pellegrinaggi per l’Italia, Percy B. Shelley affittò Villa Magni e vi approdò a fine aprile1822, insieme a un gruppo di giovani amici tra cui la grandissima Mary Godwin Wollstonecraft (1797-1851), autrice del primo grande romanzo gotico Frankenstein, figlia della pioniera del movimento femminista e seconda moglie del poeta, il loro figlio Percy Florence di due anni e mezzo (l’unico dei tre della coppia che superò l’infanzia), Claire Clairmont (la sorellastra di Mary) e una coppia composta da Edward e Jane Williams con i figli a seguito. Un’allegra e tempestosa compagnia di scapigliati che dovette apparire estremamente eccentrica agli abitanti del piccolo villaggio di pescatori di San Terenzo...
Villa Magni a quei tempi era isolata dal mondo; la strada carrabile che oggi la divide dalla spiaggia allora non esisteva, la facciata era a picco sul mare e - dietro la villa - si estendeva solo un fitto bosco lungo una scoscesa collina. “Il mare ai nostri piedi, il suo incessante mormorio e il suo mugghio nelle nostre orecchie”, scriveva a tal proposito Mary che nei suoi scritti descrisse il paesaggio definendolo talmente bello da non sembrare di questa terra.
In bilico tra bellezza e dolore, gli Shelley stettero a San Terenzo pochi mesi, segnati in realtà anche da eventi traumatici, come l’aborto spontaneo di Mary la quale, per poco, non perse la vita. A luglio, nonostante la riluttanza di Mary, Shelley partì da San Terenzo per Livorno a bordo dell’imbarcazione Ariel; voleva raggiungere l’amico poeta Leigh Hunt a Pisa e lavorare anche con George Byron alla rivista “The Liberal”. Nel viaggio di ritorno da Pisa e Livorno a San Terenzo, “sul fragil legno veleggiando”, come scrisse Ceccardo Roccatagliata Ceccardi nel 1907, Shelley fu però colto da tempesta e una decina di giorni dopo il suo corpo venne ritrovato sulla spiaggia di Viareggio, dove poi fu cremato.
Un percorso a doppio anello in omaggio a Mary e Percy Shelley
Ed è proprio la vista sull’azzurro del mare che ispirò Shelley e allo stesso tempo se lo portò via a rendere memorabile la seconda tappa del Parco Letterario, da visitare con lentezza sulle alture di Lerici: un tragitto escursionistico livello E che parte dal parcheggio della chiesa della Rocchetta e, in totale, misura circa 5 km, da percorrere a piedi e rigorosamente con scarpe chiuse. Si tratta di un trekking a doppio anello: uno dedicato a Mary Shelley e l’altro a Percy Shelley. Un itinerario che visto dall’alto della mappa sembra quasi ricostruire il simbolo dell’infinito, ricreando idealmente una danza del rapporto tormentato tra i due intellettuali. L’inaugurazione – estremamente suggestiva - si è svolta il 25 luglio all’alba, con un centinaio di persone che si sono messe in cammino e hanno assistito a un reading poetico a cura del poeta, critico letterario e giornalista Emilio Zucchi e del poeta e saggista Loretto Rafanelli, oltre a un concerto en plein air dei musicisti del Conservatorio Puccini della Spezia.
Arrivati alla Pietraia della Rocchetta, punto panoramico da cui la vista può godere dell’intero Golfo, spaziando su quel mare che fu fatale al giovane Percy Shelley, otto opere d’arte di Marco Nereo Rotelli diventano parte del paesaggio e accompagnano il visitatore lungo il cammino, ricreando un piccolo museo a cielo aperto e site specific. Le opere disseminate lungo il tragitto diventano così aree di sosta, stazioni letterarie, piccole zone di approdo in cui fermarsi per contemplare e fondere in un unico momento poesia, arte e bellezza del paesaggio circostante. Anche in questo caso, come per il Parco Shelley di San Terenzo, le sculture sono libri marmorei le cui pagine e la cui scrittura corsiva evocano la fluidità delle onde del mare. Tra i versi scelti dall’artista: “Oh sollevami come un’onda” tratto dalla poesia Ode al vento di Ponente, scritta alla fine di ottobre del 1819 a Firenze; “Poetry is a mirror” frase estrapolata dal saggio Difesa della poesia o ancora “Lines written in the bay of Lerici”, presente nei Versi scritti nel Golfo di Lerici, composti negli ultimi mesi della vita di Shelley.
Nel percorso d’incontro tra i due anelli - tra lecci, corbezzoli, piante profumate di elicriso e arbusti mediterranei – molti sono gli scorci da scoprire e ammirare. Oltre al suggestivo belvedere della Pietraia da segnalare è anche un altro punto d’interesse storico: la seicentesca Villa Volpara, detta “il Fodo”, un’antica tipografia utilizzata dai partigiani durante la seconda guerra mondiale come stamperia clandestina. Un altro scrigno prezioso capace di farsi portavoce di storie nate sul territorio.
Info:
Per tutte le informazioni sui sentieri e sul parco: https://lericicoast.it/parcoletterario/
Alice Barontini
Percy B. Shelley – San Terenzo e il Golfo dei Poeti