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I morti viaggiano veloci: Doruntina, Lenore e Amabile

19 Febbraio 2025
I morti viaggiano veloci: Doruntina, Lenore e Amabile
La cavalcata notturna di Amabile nella novella La fidanzata dello scheletro di Emma Perodi ha origini lontane che si perdono tra tradizioni leggendarie e letteratura

Amabile, la protagonista femminile della novella La fidanzata dello scheletro, è figura tratteggiata da Emma Perodi con ricchezza di particolari: ”una ragazza che era reputata in paese la bella delle belle. Il padre di lei faceva il tessitore di panni, dunque Amabile non era punto, ma punto ricca. Però le piaceva di comparire, e avrebbe fatto a meno di desinare pur di mettersi un fronzolo nuovo.” Una ragazza del popolo che incontra un nobile, Desiderio Dovizi che s’innamora perdutamente di lei e le promette di sposarla al suo rientro da Pisa, dopo gli studi: “Desiderio prima di partire, pose in dito ad Amabile un ricco anello e si fece promettere di restargli fedele. In capo a tre mesi egli sarebbe tornato e allora avrebbero pensato a celebrare le nozze…”.

La novella narrata da nonna Regina la sera della domenica nella quale si festeggiava il fidanzamento tra Cecco e Vezzosa, anch’essa giovane priva di dote, turba gli ascoltatori; finita la narrazione, Cecco, futuro sposo, chiede a sua madre Regina: "Non so perché stasera ci abbiate raccontato questa novella che mette i brividi. Pare che l’abbiate detta per Vezzosa….se ha scelto questa novella – rispose Vezzosa – è perché si suol raccontare alle future spose. La mamma ha fatto bene a seguir l’usanza; è tanto bello di fare ciò che hanno fatto quelli che vissero prima di noi. Ma quell’Amabile, è vero che fu cattiva, ma ebbe una punizione che più tremenda, credo, non avrebbe inventarla neppur Dante, che ha scritto l’Inferno!"

Amabile, la spergiura condannata dalla scrittrice sulla base dei principi della società ottocentesca è un personaggio che rimanda a contesti culturali europei ben noti alla Perodi. E’ infatti facilmente riconducibile alla figura di Lenore; la citazione letteraria rimanda alla Ballata di Lenore di Gottfried August Bürger (Molmerswende, Harz,1747 – Gottinga 1794) il primo poeta tedesco moderno a scrivere per il popolo in senso programmatico, affermando la necessità di una poesia espressiva dell'anima nazionale popolare germanica. A lui si devono le prime ballate artistiche della letteratura tedesca, tra le quali "Lenore", scritta nel 1773 e pubblicata l’anno successivo, nella quale sviluppò un tema prediletto dall’immaginario letterario nordico, spesso ripreso sia nella letteratura che nell’arte: la morte che si vendica sulla vita, la morte che rend à chacun sa justice o ce qul’il mèrite, come ben esposto da Hèlinand de Froidmont (1160-1227 o 1237), cronista e poeta che, ritiratosi in un monastero cistercense, dedicò alla Morte personificata una cinquantina di strofe nei suoi “Vers de la Mort” (1194 -1197). La ballata di Bürger è ambientata alla fine della guerra dei Sette anni (1756 - 1763). I soldati ritornano dalla guerra, ma Lenore non vede arrivare il suo fidanzato, Wilhelm. Il tempo scorre e il suo amato non ricompare. Dovrà rassegnarsi, pensare che abbia trovato un’altra donna oppure che sia coraggiosamente morto per difendere la patria. 

 Balzò dal sonno, all'alba, Leonora,
desta da sogni di affanno e di pianto:
"Morto, o infedele sei, Guglielmo? Ancora
quanto dovrò desiderarti? Quanto?"

Ma Lenore non ascolta i consigli di sua madre che le dice : “Perdona il peccato! … Quel che Dio fa è sempre ben fatto!" Il dolore della perdita è troppo grande e Lenore sacrilegamente rinnega e dice: "In Dio non c’è pietà. Per me mai più felicità!"

Ma una notte compare l’amato rivestito di un’armatura e invita la fidanzata a seguirlo sul suo cavallo nero, promettendole che all’alba si sposeranno. Lenore, inizialmente si mostra riluttante a partire, vista anche l’ora tarda, ma di fronte alla promessa di matrimonio, si lascia convincere dall’amato e balza a cavallo. Insieme galoppano e dopo la sfrenata cavalcata notturna giungono in un luogo dove i corvi svolazzano, nello stagno gracidano le rane e una ciurmaglia ulula (sono i morti usciti dalle tombe); il suo cavaliere, si tramuta in uno scheletro. La cavalcata rappresenta il viaggio verso gli Inferi; il cavallo è destriero della Morte. La narrazione è cadenzata da un insistente refrain (ritornello) che accompagna Lenore – e il lettore – fino alla scoperta dell’orrore finale: i morti cavalcano veloci (Die Toten reiten schnell). Come in ogni storia gotica ogni presagio ha una realizzazione, ogni simbolo un compimento: il cavallo giunge a destinazione in un cimitero, lapidi incise tutto intorno occhieggiano e sotto il chiaro di luna biancheggiano. L’amato di Lenore si mostra, infine, per ciò che era realmente: un morto.

Il suo farsetto, sbriciolato e infranto,
come fradicia miccia a pezzi cade.
Teschio, senza codino o ciuffo o cresta,
nudo teschio diviene la sua testa,
e scheletro il suo corpo maledetto,
scheletro con clessidra e con falcetto.

Il cuore di Lenore, circondata da fantasmi danzanti e ululanti alla luce della luna, non regge e lei muore: nell’eterna tensione tra Eros e Thanatos, la morte ha avuto la meglio.

In Italia la Ballata Lenore fu conosciuta grazie alla promozione di Giovanni Berchet, l'autore del più importante manifesto del Romanticismo europeo che nel 1786 la tradusse nella sua “Lettera semiseria”. Considerata un testo sacro dello “Sturm und Drang” in sospensione tra fiaba e storia macabra, contrapponendo il mondo dei vivi con quello dei morti, la ballata fu molto amata dagli artisti del Romanticismo e dai simbolisti, attratti dai caratteri fantastici e inquietanti del tema.

Nell’arte ottocentesca furono gli artisti che trasposero in immagini soprattutto la spettrale cavalcata; a tal proposito ricordiamo l’opera di William Blake, artista dal potente talento visionario, che illustrò l’edizione inglese di “Lenore” di J.T.Stanley. Alla Ballata di Lenore, s’ispirò anche Ary Scheffer che tra il 1820 e il 1825 raffigurò Les morts vont vite rifacendosi per il titolo alle parole minacciose pronunciate da William durante la cavalcata notturna “I morti cavalcano veloci”. Di stile romantico per l'accensione dei sentimenti, per il ritmo esaltato dei versi e il gusto nordico del notturno, la Ballata di Lenore ebbe grande influenza non solo in Germania, ma anche nella poesia italiana, rappresentando il tentativo di coniugare la primordialità delle narrazioni popolari con l’ingegno e l’ispirazione della poesia aulica. Va inoltre considerato che Gottfried August Bürger si era ispirato all’antologia di Thomas Percy, evocando uno dei topoi letterari più celebri della letteratura europea che traeva origine da una leggenda balcanica tramandata oralmente, quella del “fratello morto”.

Alla leggenda albanese di Costantino e Doruntina fa riferimento August Bürger che ne venne a conoscenza tramite l’opera del poeta inglese Thomas Percy (Sweet William’s Ghost) che alla ballata albanese aveva apportato alcune varianti: William non sarà più il fratello ma il fidanzato della protagonista femminile. Il mito di Doruntina e Costantino racconta una storia, che ogni albanese e ogni arbereshe (italo/albanesi) conosce: l’unica figlia di una vedova, viene sposata lontanissimo dal fratello, il quale promette all’anziana madre, oramai costernata dalla guerra e dalla povertà, di riportarle l’amata figlia ogni qualvolta ne avesse bisogno. Quando l’anziana madre perde nove figli sul campo di battaglia, tra cui Costantino, si reca tomba del figlio e lo rimprovera d’essersene andato senza aver tenuto fede alla promessa (Besa / Promessa all’impegno preso) di riportarle Doruntina ogni volta che ne avesse avuto bisogno. Accade allora che la notte successiva alla visita della madre, Costantino torna alla vita, esce dalla sua sepoltura e, dopo un viaggio al chiarore della luna in groppa a uno spettrale cavallo, riporta la sorella Doruntina presso la vecchia e sofferente madre, mantenendo così la parola data da vivo e per poter riposare sereno nella sua tomba di guerriero.

Lo scrittore Ismail Kadare, nel suo libro “Chi ha riportato Doruntina?” attingendo al grande patrimonio leggendario del suo Paese, ripropone il mito di Costantino come un thriller fuori dal tempo. La versione di Burger che è la più nota, è stata ripresa negli anni ’30 anche dal poeta Garcia Lorca: 

 Le stelle
non hanno fidanzato.
Tanto belline,
le stelle!
Aspettano un rubacuori
che le porti
ad una sua ideale Venezia.
Tutte le notti s’affacciano
alle grate
– oh cielo di mille piani! – 
e fanno segnali lirici
ai mari d’ombra
che le circondano.
Ma attente, ragazze,
perché quando morirò
vi rapirò una dietro l’altra
sul mio cavallo di nebbia.

Ritornando ad Emma Perodi e alla sua novella La fidanzata dello scheletro, è chiaro come la cavalcata notturna di Amabile, abbia dunque origini lontane che si perdono tra tradizioni leggendarie e letteratura. Il personaggio della giovane, ambiziosa e spergiura Amabile, la bella delle belle, ci viene presentata da Emma Perodi come attratta dal cavaliere che le appare sopra un bellissimo cavallo morello, l’avvicina e le parla di doni preziosi - abiti più ricchi di quelli di una regina e un palazzo degno di un re di corona - ai quali Amabile non potè resistere.

Di fronte a siffatte tentazioni: “Ella si tolse di dito l’anello da sposa e l’offrì al cavaliere e invece di tornare a casa si lasciò condurre lontano … ma più che camminavano più il cielo si faceva scuro e a una a una sparivan le stelle…. Appena ebbero toccato il fondo della cava …Amabile si vide dinanzi, invece del bel cavaliere, uno scheletro avvolto in un lenzuolo sbrandellato.

La novella La fidanzata dello scheletro propone pertanto un retroscena culturale di grande interesse ma soprattutto è alla base dell’invenzione del Carnevale di Bibbiena che narra dell’amore di Bartolomea (detta Mea) e Cecco il tessitore, amore che viene turbato dal tradimento della bella ragazza. Come Lenore e Doruntina, Amabile si dovrà confrontare con il cavaliere della morte.
Nessuna edizione del capolavoro della Perodi, ha visto gli illustratori raffigurare la scena della cavalcata notturna di Amabile, forse perché la scena era ritenuta troppo macabra per un testo destinato ai bambini. 

 Alberta Piroci Branciaroli


Immagini

Ary Scheffer, The Dead go quickly, 1830, Musee des Beaux-Arts, Lille
William Blake per Lenore di Bürger, 1796
Leonida Edel, Amabile portata dal Corvo dal padre,  La fidanzata dello scheletro, Le novelle della nonna, 1892

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