di Domenica Santomaggio Diraviam
Durante il mio lavoro di insegnante e facilitatrice per l’apprendimento della lingua italiana, accade sempre più spesso di constatare con soddisfazione il legame degli studenti con la lingua e la cultura attraverso la cucina e lo sport. Nel contesto demografico del nostro istituto (circa il 33,5% degli studenti del Broward College si definivano ispanico/latini nel 2021), chi si iscrive ai corsi di lingua italiana spesso non lo fa soltanto per acquisire i crediti di conoscenza delle lingue straniere richiesti per la laurea, ma anche per rendere omaggio ai propri atavici legami con l'Italia. Questi studenti fanno risalire le loro radici italiane al Venezuela, alla Colombia, all'Argentina e agli altri Paesi dell'America centrale o del Sud che accolsero gli emigranti italiani tra il periodo della Grande Migrazione e il dopoguerra. Più di recente, a essi si sono aggiunti gli studenti che celebrano il proprio legame la diaspora afro-italiana, allo scopo di conoscere la lingua e la cultura assimilate dalle loro famiglie nel corso delle ultime generazioni. Una volta individuate e analizzate le analogie esistenti nell’adattamento dei rispettivi piatti regionali nel corso delle prime lezioni (di solito attraverso risposte prevedibili alle domande "Mi piace..." e "Ti piace...?"), emerge un quadro della propria identità etnica più ricco di sfumature. Questi tratti meno tangibili risvegliano tutti e cinque i sensi e spesso sono legati a lontani ricordi dell’ambiente naturale.
Mentre la pandemia di Covid spostava l'attenzione accademica dalla pagina allo schermo, ai miei studenti di italiano hanno beneficiato di opportunità uniche, potendosi confrontare con relatori virtuali che condividevano la vista del Colosseo dal proprio balcone posto al secondo piano. Dal loro spazio di classe virtuale, gli studenti hanno assistito agli effetti causati dall'industria crocieristica sull'ecosistema di Venezia attraverso una serie basata sulla realtà aumentata che li ha condotti all’interno della stessa laguna; hanno confrontato l’urbanistica della loro comunità locale con quella degli studenti di Legnano grazie a uno scambio virtuale di un semestre con studenti di arte e architettura. Infine, più di recente, gli studenti di italiano del primo e del secondo corso hanno scoperto il concetto dei Parchi Letterari Italiani. Accompagnati da uno studente di un liceo lombardo in visita di scambio, hanno viaggiato attraverso gli ambienti e i paesaggi descritti in alcuni passi dei Promessi Sposi letti ad alta voce in lingua originale; hanno confrontato i suoni della pioggia che cade nei boschi nella lirica dannunziana La pioggia nel pineto con i suoni familiari di un torrenziale temporale pomeridiano nelle vicine Everglades o nelle zone costiere della Florida meridionale.
Gli esercizi virtuali condotti in classe hanno stimolato la mente degli studenti, incoraggiandoli a creare letteratura ispirandosi al proprio ambiente, cercando nella natura circostante le metafore per rappresentare la consapevolezza del proprio spazio all'interno del loro ambiente. Un aspetto interessante, in specie nel caso degli studenti di etnia mista, è che essi tendevano a fondere la narrazione e la natura degli spazi che si erano lasciati alle spalle con quella della loro realtà presente. In alcuni casi, gli studenti hanno persino incluso ispirazioni future. Una studentessa venezuelana di origine italiana, per esempio, che non ha ancora mai visitato l’Italia, è stata talmente ispirata dal Duomo di Milano da intrecciarne le guglie monolitiche con il suo amore per la spiaggia. Sebbene le sia del tutto estraneo, ella è riuscita a trasmettere una tale familiarità con il Duomo milanese da dare l’impressione di conoscerlo altrettanto intimamente delle acque su cui veleggia ogni fine settimana e della vita marina circostante, mescolando il marmo con l'acqua, l'altezza con la profondità, la conoscenza dell’architettura con la sua passione per le attività svolte all'aperto. Un'altra studentessa, aspirante scrittrice di origini italiane attraverso l’Argentina, ha composto una poesia su uno specifico litorale a lei molto familiare. Parte della bellezza del suo lavoro nasce dall’inconsapevole alternanza di codice tra italiano e spagnolo, e di nuovo tra inglese e spagnolo (in questo caso intenzionale), rappresentazione metaforica del suo ambiente naturale e della sua personalità.
Gli studenti la cui creatività nel comporre poesia o prosa si è ispirata all’ambiente naturale hanno approfondito le proprie competenze linguistiche. Pur cercando di esprimere le loro idee in modo autentico, servendosi di concetti grammaticali appresi nel programma di studi, essi si sono avventurati nella ricerca di nuovi termini, approfondendo la loro conoscenza delle somiglianze e delle differenze tra il lessico e la pronuncia dell’italiano e dello spagnolo. In tal modo essi sono riusciti ad apprezzare la musicalità dei loro lavori letti in inglese e in italiano. Per loro, è stata un'arricchente rivelazione metacognitiva scoprire le parti di sé stessi legate alle diverse componenti del proprio tessuto etnico e il valore attribuito agli ambienti del loro passato, al passato dei loro antenati, al loro ambiente presente, unitamente alle loro aspirazioni per il futuro.
Domenica Santomaggio Dirivian, Broward College
L’oceano
Quegli occhi profondi come l’oceano,
Un blu pericoloso che annega il mio buonsenso
e risveglia l’illusione di ciò che potrebbe essere.
Tu, luna piena, che spingendo le maree
guidi anime indifese al loro posto.
Non lasciarmi nell’abisso.
Corazon, te tengo en el mio.
Mientras tanto en las estrellas te deseo.
The Ocean
Those eyes profound like the ocean,
a dangerous blue that drowns my sanity
and awakens my illusion of what could be.
You, the full moon, bringing in the tides,
but guiding the vulnerable to where they belong.
Don’t leave me in the abyss.
Corazon, te tengo en el mio.
Mientras tanto en las estrellas te deseo.