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L’Arancia Staccia di Tursi, una varietà di frutta antica

30 Dicembre 2020
L’Arancia Staccia di Tursi, una varietà di frutta antica
Nel 2007 è stato creato il Consorzio per la Tutela e Valorizzazione dell’Arancia Staccia di Tursi e Montalbano Jonico per richiedere la tutela di questo gustoso frutto. di Sylvie Freddi

Nei secoli uomini e donne con la vanga e la zappa si sono presi cura dei loro alberi da frutta. Li hanno concimati nei periodi giusti dando le necessarie sostanze per portare avanti la loro crescita e la crescita dei loro frutti. Li hanno potati facendo attenzione a quali rami tagliare e quali lasciare. Li hanno annaffiati, portando giorno dopo giorno l’acqua agli alberi, facendoli sopravvivere alle estati aride.
Così il duro e costante lavoro di intere generazioni ha fatto arrivare fino a noi numerose varietà antiche di alberi da frutto. Un’incredibile ricchezza che si può trovare in tutto il territorio italiano, rara a livello mondiale. Una ricchezza che va a tutti costi protetta e incoraggiata per evitare che molte varietà arrivino all’estinzione.

In un territorio bellissimo compreso tra i comuni di Tursi, Montalbano Jonico, Colobraro, Valsinni, San Giorgio Lucano viene coltivata una varietà di arancia particolare, l’Arancia Staccia di Tursi. La torre raffigurata nel logo dell'Arancia Staccia rappresenta il Comune di Tursi; il cavallo rappresenta il Comune di Montalbano.

Il nome di questa arancia deriva dalla sua particolare forma schiacciata simile alle “stacce”, bocce di pietra di un antico gioco.
Questo frutto matura nel mese di marzo ma può rimanere sugli alberi fino ad agosto. La sua buccia è spessa e soffice, la polpa è senza semi e il sapore è squisito. Ma le dimensioni dell’arancia staccia, arrivando a pesare fino a un chilo, ne rendono complessa la commercializzazione.

Nel 2007 è stato creato il Consorzio per la Tutela e Valorizzazione dell’Arancia Staccia di Tursi e Montalbano Jonico per richiedere la tutela ed il riconoscimento comunitario della D.O.P. dell’Arancia Staccia.

L’arancia è giunta in questo territorio dalla Tunisia attraversando il mar Mediterraneo su una nave saracena. I saraceni arrivarono a Tursi nel IX sec e si insediarono nella parte alta del borgo, quello che oggi è il caratteristico quartiere con un nome arabo “Rabatana”. Avvalendosi dell’abbondanza di acqua coltivarono l’arancia nelle valli lungo i fiumi Agri e Sinni.
Ancora oggi nel dialetto locale l’arancia viene chiamata “portual”, nome di chiara origine araba.

Una leggenda narra che i Saraceni avevano l’abitudine di mangiare l’arancia staccia sbucciata, tagliata a fette, coperta da cannella e cipolla, infine condita con un filo d’olio. Le bucce buttate venivano allora raccolte dagli abitanti e bollite con lo zucchero. Lo sciroppo preparato, chiamato “giuleppo” veniva utilizzato dai Tursiani per condire le costolette di maiale fritte nel lardo.

Quando ci si potrà muovere, farò un salto a Tursi, entrerò in un ristorantino e ordinerò l’insalata di arance cannella e cipolla accompagnata dalle costolette condite con lo “giuleppo”.

Foto di Sylvie Freddi

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