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Eddie Lang, Monteroduni, la chitarra e la nascita del Jazz.

14 Novembre 2023
Eddie Lang, Monteroduni, la chitarra  e la nascita del Jazz.
di   Foto: Lino Rufo Lino Rufo

Inizia con Eddy Lang la rubrica Tutte le stelle del Parco del M° Lino Rufo dedicata ai grandi personaggi che nel tempo hanno conferito gloria e risonanza al territorio molisano in cui gravita il Parco Letterario Francesco Jovine

Il Molise è una piccola regione del centro-sud Italia. Ha un modesto tratto di costa ad est (28 km) dominata dalla città di Termoli. A pochi chilometri, verso l’interno, si raggiunge un grande invaso acquifero, il Liscione, dove si specchia la ridente cittadina di Guardialfiera, che diede i natali allo scrittore Francesco Jovine. In questo luogo nasce il Parco Letterario e del Paesaggio “Francesco Jovine”, che si dirama in ogni angolo del territorio regionale, comprendendo al proprio interno diversi comuni. Così, come ogni paese ha un castello o un borgo che lo caratterizza, allo stesso modo quel luogo è probabile, e qui è frequente, che abbia dato i natali a qualche anima illuminata di fama planetaria, che affonda le proprie radici (roots) in questa terra. Per tali motivi, ho deciso di creare una rubrica dedicata ai grandi personaggi che nel tempo hanno conferito gloria e risonanza al loro paese e arricchito il patrimonio culturale del territorio in cui gravita il Parco medesimo. Chiamerò, quindi, la rubrica: Tutte le stelle del Parco 

 Eddie Lang, Monteroduni, la chitarra  e la nascita del Jazz.

 Monteroduni in provincia di Isernia (all’epoca Campobasso), Molise, è edificata su un colle di circa 460 metri. Nel suo punto più alto fa bella mostra di sé il Castello Pignatelli, nei cui giardini, ogni anno, si svolge il Festival Jazz dedicato a Eddie Lang.
Inizieremo questa rassegna di stelle raccontando la storia del grande musicista originario di Monteroduni, Eddie Lang, il quale ha dato dignità storica alla chitarra.

 La chitarra, oggi, è lo strumento musicale per eccellenza, maneggevole, leggero, armonioso, autonomo, di forma sensuale, economico e presente in tre quarti delle abitazioni del pianeta.
Tutti i generi musicali possono essere eseguiti da una chitarra e le variabili sono rappresentate solo dalle capacità del musicista, e su questo aspetto potrebbero essere scritti trattati interi.
Benché questo strumento abbia origini dai Sumeri nel 2500 A. C., la forma moderna, quella che conosciamo, raggiunge il suo aspetto definitivo soltanto nella seconda metà dell’ottocento, in Spagna, ed ha la sua maggiore espansione nel XX secolo, trovando, grazie ad alcuni grandi virtuosi, la sua dignità definitiva.
Non tutti sanno che la chitarra non ha avuto sempre un ruolo di primo piano nella musica moderna. Era utilizzata dai cantanti di blues per accompagnarsi o come strumento ritmico nel jazz, ma non aveva comunque un ruolo da solista. Il suo suono, infatti, era troppo debole per poter emergere come gli strumenti principali delle orchestre, che andavano di moda all’inizio del Novecento, tanto che si preferiva usare il banjo, dal volume più potente.

Il primo chitarrista che inventò l’uso della chitarra solista nel jazz fu Eddie Lang, autodidatta, magistrale sia come solista melodico che come sofisticato accompagnatore, sia che suonasse linee blues a una nota o complesse voci sugli accordi. Sebbene la chitarra jazz non sia ufficialmente iniziata con lui, Eddie è stato uno dei principali responsabili della sostituzione del banjo con la chitarra nel jazz. 

Eddie Lang, al secolo Salvatore Massaro, nacque a South Philadelphia il 25 ottobre del 1902 ed era l’ultimo dei sette figli di Domenico Massaro e di Carmela Tamburri, entrambi nativi di Monteroduni in provincia di Isernia (all’epoca Campobasso), Molise.
Studiò il violino dai sette ai diciotto anni.
Suo padre, liutaio, che costruiva strumenti a corde con tasti, gli insegnò a suonare la chitarra.
Il suo esordio in pubblico avvenne come violinista nel 1917, poi, nel 1918, lavorò con il Chuck Granese Trio. Tuttavia, presto si rese conto che avrebbe ottenuto più lavoro come suonatore di banjo jazz, passando a questo strumento nel 1920.
Lang lavorò con le band di Charlie Kerr (1920-23), Bert Estlow, Vic D'Ippolito e Scranton Sirens di Billy Lustig (un gruppo che includeva anche Tommy e Jimmy Dorsey).
Nel 1924 si propose con la chitarra.
È opinione universale affermare che l’iniziatore della chitarra jazz sia Eddie Lang, ma lo strumento veniva utilizzato nel jazz sin dal 1890.

Nick Lucas (1897-1982), un connazionale italo-americano, all'anagrafe Domenico Antonio Nicola Lucanese, precedette Lang.
Mentre gli altri musicisti suonavano banjo e mandolino negli anni '10, la chitarra era il suo amore principale.
Nel 1922 registrò i primi assoli di chitarra, senza l’accompagnamento di altri strumenti (one man band). Lo si può ascoltare in ”Pickin 'The Guitar" e "Teasing The Frets" che registrò nel 1922 e fu, forse, il primo chitarrista ritmico, con l'orchestra di Sam Lanin, a registrare un disco come session man. Fu anche il primo musicista per cui la mitica fabbrica di chitarre Gibson realizzò un’acustica L00 col suo nome e anche il primo a utilizzare un plettro. Tuttavia, nel 1925, Lucas si fece conoscere come crooner dalla voce alta, fu soprannominato "The Singing Troubadour” e realizzò diversi successi come cantante. Per questo motivo, il mondo gli diede meno credito come chitarrista nei successivi 55 anni della sua carriera. 

“…Nel luglio 1922 Nick Lucas incise due lati originali per Pathe, "Picking The Guitar" e "Teasing The Frets". Con questi brani Nick Lucas ha anche tracciato un percorso per generazioni di chitarristi a venire. Questi furono i primi pezzi strumentali di chitarra jazz solista registrati. Senza dubbio questo doveva influenzare i suonatori di banjo come Eddie Lang, e anche ispirarli a scambiare il banjo con una chitarra. Eddie Lang in seguito avrebbe elaborato le esecuzioni di basso veloce di Lucas e sarebbe stato ricordato come il padre della chitarra jazz, questo rende Nick Lucas il nonno della chitarra jazz. 
Nick Lucas fu il primo a togliere di mezzo il suo banjo e a sostituirlo con la chitarra nelle grandi orchestre dell'epoca. Ci sono voluti alcuni anni ai contemporanei di Nick per emularlo sullo strumento. Mentre questi grandi chitarristi stavano affilando le loro asce e diventavano per lo più ‘accompagnatori’, Lucas mirava ad andare oltre il semplice fatto di essere scelto come gregario…”.

Eddie Lang, ebbe il suo debutto discografico nel 1923 con Charlie Kerr.
Impressionò molto l’opinione pubblica, per la prima volta, alla fine del 1924, come chitarrista, con i Mound City Blue Blowers.
Nel 1926, quando la qualità tecnica delle registrazioni era notevolmente migliorata rispetto a due anni prima e si poteva sentire in modo più chiaro la chitarra sui dischi (il che portò alla quasi totale scomparsa del banjo dal jazz per un lungo periodo), Lang era già diventato un session man affermato.
Registrò diversi brani con Joe Venuti (il primo violinista jazz e suo inseparabile compagno di scuola, nonché vicino di casa) in cui, ancora oggi si possono assaporare i suoi assoli di chitarra (es. "Stringing the Blues", 1926) con il nome di Joe Venuti & Eddie Lang.
La sua tecnica era brillante, ed era il più importante dei primi stilisti jazz a suonare assoli a corda singola sulla chitarra.
Fu il primo a usare accordi diminuiti e scale esatonali, ma anche pentatoniche. I suoi accompagnamenti erano raffinati, utilizzava accordi mai visti prima e creava un tessuto sonoro sotto la voce dei cantanti, creando contrappunti raffinatissimi a corda singola. Il suo stile incorporava elementi di blues, classica e jazz, dando quindi inizio a una contaminazione musicale colta, che avrebbe stravolto gli schemi e conferito una nuova visione e impulso al fraseggio e, inevitabilmente, influenzato quelli che, dopo di lui, negli anni ’30, sarebbero stati riconosciuti come i padri della chitarra jazz di tutti i tempi: Django Reinhardt e Charlie Christian.
Il suo stile era così ricercato che lo richiedevano i più grandi artisti dell’epoca sia in studio che dal vivo. Le collaborazioni erano molteplici: lo si può, infatti, ascoltare sui dischi di Bessie Smith, Victoria Spivey, Tommy e Jimmy Dorsey, Bix Beiderbecke, Frank Trumbauer, Louis Armstrong, nonchè nelle band di Paul Whiteman, King Oliver, Charles Kerr e Jean Goldkette.
Eddie Lang, nel 1927, sembrava essere ovunque.
Forse il grande pubblico non lo conosceva così bene, ma i migliori musicisti jazz e i band leader sapevano certamente chi era. Solo nel 1927 registrò con Jean Goldkette (tra cui "Clementine"), Ross Gorman, Jack Pettis, Red Nichols, Boyd Senter, Roger Wolfe Kahn, Art Gillham's Southland Syncopators, Wilton Crawley, Irwin Abrams Orchestra, Red McKenzie, Art Kahn, Miff Mole, Rube Bloom, i Chicago Loopers (con Bix) e le cantanti Annette Hanshaw, Sophie Tucker, Russell Douglas, Charles Kaley, Peggy English, Frances King, Vaughn DeLeath, Alma Henderson, Noble Sissle, Wendell Hall, Irving Kaufman e Seger Ellis.
E i primi titoli dei Blue Four di Joe Venuti (ad esempio "Kickin 'The Cat" e "Beatin' The Dog"), molte sessioni guidate da Frankie Trumbauer che vedevano la presenza di Bix Beiderbecke (con memorabili performance di Lang in "Singin 'The Blues", "Clarinet Marmalade", "Ostrich Walk", "I'm Coming Virginia" e "For No Reason At All In C") e le prime sessioni del chitarrista come leader, in cui era supportato con gusto da Arthur Schutt o Frank Signorelli al pianoforte, in due canzoni a testa. Eseguì, poi, il Preludio in Do diesis minore di Rachmaninoff, Opus 3, No.2 (pubblicato semplicemente come "Prelude" sull’etichetta Okeh) con la chitarra da solo.

Lang (che nel 1927 aveva 25 anni) dominava il campo chitarristico, ispirando i futuri concorrenti.

Carl Kress (1907-65) divenne il primo chitarrista che i produttori chiamavano quando Lang non era disponibile.
Dick McDonough (1904-38) era un altro chitarrista di alto livello, e, a volte, il suo modo di suonare veniva scambiato per quello di Lang, sebbene all'inizio degli anni '30 avesse maturato uno stile più personale.
Eppure, Eddie Lang era il precursore, aveva “aperto la strada” ed era l'unico dei tre chitarristi ad avere un partner musicale fisso al livello insuperabile di Joe Venuti.
 Nel 1928, Lang registrò con molti degli stessi artisti dell'anno precedente, inclusi diversi altri brani con Venuti (alcuni con la band da ballo di 12 elementi del violinista, The New Yorkers), Original Memphis Five, Mississippi Maulers, Irving Mills & Hotsy Totsy Gang, Georgia Crackers di Emmett Miller, Tommy Dorsey (con TD alla tromba), Ruth Etting e artisti afroamericani come Gladys Bentley, Victoria Spivey, Eva Taylor e Novelty Four di Clarence Williams (che includeva King Oliver).
La poliedricità di Eddie lo portava a cimentarsi in diversi generi musicali, soprattutto classico (si racconta che non si perdesse un solo concerto di Segovia quando questi suonava negli USA), blues (spesso andava nei quartieri dei neri, tipo Harlem, a suonare blues con i chitarristi di colore), jazz e ogni variante di questi che lo ispirasse.
Molti artisti neri rispettavano Lang come musicista, tanto che il grande chitarrista blues Lonnie Johnson, con cui registrò diversi brani, soleva affermare: “Lang era il miglior chitarrista che avessi mai incontrato e le registrazioni che feci con lui rimangono la mia esperienza migliore... era la persona più gradevole con cui abbia mai lavorato”.
Lang e Johnson s’incontrarono nel 1928 in occasione di una sessione di studio del cantante Texas Alexander e registrarono dieci blues come duetti di chitarra tra il 1928 e 1929, con Johnson che suonava la solista a nota singola mentre Lang (che si faceva chiamare Blind Willie Dunn, nello stile dei bluesmen) accompagnava con gli accordi.

Il 1929 fu un anno particolarmente importante per Eddie Lang. Incontrò Bing Crosby in una seduta di registrazione per i Dorsey Brothers, registrò “Knockin’ A Jug” con Louis Armstrong, fornì il suo suono ai dischi di Bessie Smith ed entrò, insieme a Joe Venuti, a far parte della Paul Whiteman Orchestra, in cui rimase per sei mesi. Durante quel periodo, Lang apparve nel film The King Of Jazz di Whiteman, eseguendo un duetto di 90 secondi con Venuti.
Nel 1930 registrò esecuzioni dirette da Paul Whiteman, Joe Venuti, Frankie Trumbauer, Arthur Schutt, Seger Ellis, Lee Morse, Roger Wolfe Kahn, Chick Bullock, Irving Kaufman, Sammy Fain, Eddie Walters, Hoagy Carmichael, The Mariners, Ben Selvin, Art Gillham, Bix Beiderbecke, Ruth Etting, Smith Ballew, Fred Rich, Roy Evans e la Dorsey Brothers Orchestra, oltre a effettuare molte sessioni in studio con orchestre anonime.
Il 1931 lo vide impegnato con le sorelle Boswell, Dick Robertson, Ethel Waters, Benny Goodman, Victor Young, Bill “Bojangles” Robinson e Bing Crosby.
Il 15 gennaio e il 17 febbraio 1932, Lang eseguì con Carl Kress un paio di straordinari duetti di chitarra: “Pickin’ My Way” e “Feelin ’My Way”. Questa volta, contrariamente a quanto accadeva con Lonnie Johnson, dove suonava gli accordi, in queste canzoni Lang eseguiva principalmente linee solistiche e Kress sosteneva con gli accordi.
Nel 1932 Eddie Lang divenne l'accompagnatore abituale di Bing Crosby e apparve con lui nel film The Big Broadcast.
Crosby, che amava il modo di suonare e l'amicizia di Lang, era in ascesa e il chitarrista sarebbe sicuramente stato parte integrante del suo mondo negli anni a venire, ma… il 26 marzo del 1933, Lang morì all'età di 30 anni a New York.

Da Wikipedia “Eddie Lang, probabilmente affetto da emofilia (una malattia ereditaria con disturbi anche gravi della coagulazione del sangue), morì a causa di una improvvisa emorragia a seguito di un'operazione di tonsillectomia cui si era sottoposto per curare le sue continue laringiti: pare fosse stato Bing Crosby a suggerirgli l'idea. Lo storico del jazz Vince Giordano sostiene che la morte fu dovuta al fatto che Lang e il dottore che lo operò si fossero subito dopo ubriacati assieme. Secondo un altro autore, James Salis, pare che il musicista sia stato colpito da embolia nel corso dell'anestesia pre-operatoria e sia deceduto senza aver mai più ripreso conoscenza”.

A distanza di un secolo il ricordo di Salvatore Massaro è sempre vivo nei chitarristi che ne riconoscono il genio, e viene celebrato annualmente a Monteroduni, città molisana nella valle del Volturno, in cui la famiglia Massaro affonda le proprie radici, con l'Eddie Lang Jazz Festival, immancabile appuntamento estivo che, negli anni, ha visto omaggiare l'artista da nomi del calibro di Marcus Miller, Kirk Lightsey, Dennis Chambers, John Scofield, Stanley Jordan, Billy Cobham, Jim Hall, Fontella Bass, Benny Golson, Joe Locke, Tommy Emmanuel, Richard Bona, Randy Brecker, Michael Petrucciani.


Francesco Jovine
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