La foglia è la forma piu' alta di apertura, mette in comunicazione il cielo con la terra e dà nutrimento alla pianta a cui appartiene, altrimenti essa non potrebbe sopravvivere senza la sua fotosintesi né riprodursi. C'è tutta una vita li dentro che scorre nelle sue sottilissime nervature. Riesce ad attraversare tutte le stagioni, tutti i cambiamenti, per poi rinascere di nuovo.
In questo numero parleremo di vino e lo faremo partendo da due luoghi molto speciali: il primo viaggio ci porta in Sicilia nella Tenuta Regaleali di Tasca d'Almerita e il secondo ci porta nelle Cinque Terre, nei luoghi tanto amati da Eugenio Montale che descrisse quel paesaggio, solitario, seducente e di una bellezza ai piu' nascosta, in “Gente vino e rocce delle Cinque Terre”, il suo primo articolo del 1946 apparso sul Corriere della Sera.
Ritorniamo alle foglie. Se osserviamo quella della vite, il cosiddetto pampino, notiamo quanto abbia le sembianze di una mano tanto da essere chiamata infatti foglia palmata. Ci sono molte storie sul suo significato che affondano le radici nella notte dei tempi: in Oriente era simbolo di benessere tanto che la vita umana era identificata proprio con una foglia di vite; in Occidente si racconta che Noè, dopo il Diluvio universale, piantò per primo i suoi semi che si dice provenissero addirittura dall'Eden, per farne una vigna. Una vigna che desse nuova vita con i suoi frutti, la vite divenne così simbolo di rinascita dell'umanità e di speranza.
Mi piace pensare che oggi la foglia della vite possa essere un passaggio verso qualcosa d'altro, un simbolo soprattutto in una giornata di informazione, di sensibilizzazione e di prevenzione come quella di oggi 1 dicembre, nella Giornata mondiale contro l'AIDS.
Le statistiche globali su HIV e AIDS ci mostrano ancora una situazione complessa dal punto di vista sanitario, malgrado gli straordinari progressi scientifici fatti in tutti questi anni. Oltre a questo aspetto questa Giornata mondiale è un momento di confronto fondamentale su numerose questioni su cui c'è ancora molto da lavorare, soprattutto per quel che riguarda l'aspetto psicologico e sociale connaturato alla malattia.
La vera sfida è quella di diminuire l'emarginazione aumentando l'inclusione dei contagiati che sono parte integrante di una società di cui fanno parte. Proprio come le foglie che danno nutrimento alla pianta e che formano con essa un'unità indissolubile.
Eccola qui la speranza e la sapienza che viene dalle foglie per ogni essere vivente: ogni suo inverno contiene in sé la sua primavera di rinascita.
Annalisa Nicastro